Quali malattie avrai tra 20 anni? L’intelligenza artificiale potrà stimare oltre 1000 patologie

  • Postato il 17 settembre 2025
  • Scienza
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Stimare come la salute umana cambia nel tempo, prevedere il rischio di sviluppare oltre 1.000 malattie diverse, rispondere alla domanda a quali malattie si andrà incontro nei prossimi 20 anni. È la prospettiva offerta dal nuovo modello di Intelligenza Artificiale chiamato Delphi-2M, ottenuta con la ricerca condotta dal Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (Embl) e dal Centro tedesco per la ricerca sul cancro (Dkfz), che hanno addestrato il modello con i dati relativi a 400mila persone contenuti nella Uk Biobank, il vasto database biomedico del Regno Unito. Lo studio, pubblicato su Nature, punta a mettere a punto in futuro trattamenti sempre più personalizzati e verso una medicina preventiva, che punti ad anticipare l’insorgere dei problemi.

“Le malattie spesso seguono schemi prevedibili – afferma Tom Fitzgerald dell’Embl, tra i coordinatori dello studio insieme a Ewan Birney dello stesso istituto e Moritz Gerstung di Dkfz e Embl – Il nostro modello di Intelligenza Artificiale apprende questi schemi e può prevedere i futuri esiti di salute: ci offre un modo per esplorare cosa potrebbe accadere in base alla storia clinica di una persona e ad altri fattori chiave. È importante sottolineare che non si tratta di certezze, ma di una stima dei potenziali rischi”.

La nuova IA, come riporta l’Ansa – utilizza algoritmi simili a quelli dei grandi modelli linguistici (Llm) come ChatGpt: come questi ultimi riescono ad apprendere la struttura delle frasi, Delphi-2M impara la ‘grammatica’ dei dati sanitari per ricostruire la storia clinica di un paziente sotto forma di sequenze di eventi, che includono diagnosi e fattori legati allo stile di vita. Prevede così il rischio di malattia in base all’ordine con il quale tali eventi si verificano e al tempo passato tra di essi. Sperimentato sui dati di 1,9 milioni di pazienti presenti nel Registro nazionale danese, Delphi-2M ha dimostrato di funzionare molto bene per patologie che hanno andamenti chiari e costanti, come l’infarto e diverse forme di tumore, mentre è risultata meno affidabile per disturbi più complessi, come quelli mentali e le complicazioni legate alla gravidanza.

L’IA non è ancora pronta ad entrare nella pratica clinica e il modello presenta alcune limitazioni importanti: i dati con i quali è stato addestrato riguardano principalmente individui tra i 40 e i 60 anni, lasciando sottorappresentati i disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza, oltre a diversi gruppi etnici. Potrebbe però essere già utile nella ricerca scientifica, aiutando ad esempio a comprendere meglio come le malattie si sviluppano e progrediscono nel tempo, o come lo stile di vita e le patologie pregresse influenzino la salute nel lungo termine. “Questo è l’inizio di un nuovo modo di comprendere la salute umana e la progressione delle malattie – sostiene Gerstung – Modelli come i nostri potrebbero un giorno contribuire a personalizzare l’assistenza e ad anticipare le esigenze sanitarie su larga scala”.

Lo studio su Nature

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Il Fatto Quotidiano

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