Pupi Oggiano e “Il grande no”: il ritorno sul set del regista dell’esalogia della paura

  • Postato il 29 ottobre 2025
  • Cultura
  • Di Quotidiano Piemontese
  • 3 Visualizzazioni

TORINO – Dopo aver attraversato gli abissi dell’inquietudine con la sua “esalogia della paura”, Pupi Oggiano torna sul set con un titolo che è già una dichiarazione: Il grande no. Due parole semplici, nette, quasi sibilate, che sembrano contenere una presa di posizione, un confine tracciato con forza.

Chi ha seguito il viaggio cinematografico di Oggiano — da La paura trema contro a Contro un iceberg di polistirolo — sa che quel ciclo era molto più di una serie di film: era un esperimento narrativo e concettuale, sei capitoli autonomi ma uniti da un filo invisibile, un racconto a tappe sulla paura e sulle sue molte metamorfosi. Un progetto che, nel panorama del cinema indipendente italiano, ha avuto il coraggio dell’inedito.

Con Il grande no, Oggiano cambia rotta, ma non l’intensità dello sguardo. Abbandona la struttura episodica per un film unico, più tradizionale nella forma ma non meno audace nei contenuti. Al centro, una materia incandescente: bullismo, solitudine, vendetta, rapporti familiari che si sfaldano, violenza fisica e — soprattutto — psicologica.

La trama

Della trama si sa ancora poco, come si addice ai thriller migliori. Un uomo vive in una grande villa, assistito da due complici che ne assecondano ogni desiderio. In quella casa — così ampia da sembrare un labirinto — è rinchiuso anche un gruppo di persone, sequestrate e costrette a partecipare a giochi da bambini, sotto la minaccia delle armi. Una scenografia che sa di paradosso, dove l’infanzia diventa incubo e la spensieratezza un’arma di tortura.

Oggiano promette un film violento e claustrofobico, ma non per la quantità di sangue in scena. La vera ferocia, qui, è mentale: è quella delle parole, dei silenzi, dei traumi che scavano nei personaggi fino a renderli ombre di se stessi.

Il cast del film

Nel cast, volti che raccontano già una storia: Diego Casale, protagonista in un ruolo destinato a restare, Alis D’Amico, Ilaria Monfardini, Tita Giunta, Paolo Mazzini, Clarissa Allia. Accanto a loro, giàpresenti in precedenti film del regista torinese, due nomi noti al grande pubblico, Daniele Favilli e Silvia Collatina, e una sorpresa che promette di lasciare il segno: Caterina Cioli Puviani.

La squadra tecnica rinnova la sua alchimia: con il fedele Alessandro Benna a curare riprese e montaggio, arrivano Daniele Trani alla direzione della fotografia ed Emanuele Marchetto al suono. Un equilibrio tra conferme e nuove energie, tra mestiere e ricerca.

Da Castel Fiorentino a Torino

Le prime riprese hanno preso vita a Castel Fiorentino, dentro le mura suggestive di Villa Camelot, una location che sembra nata per accogliere il mistero. È qui che il film ha trovato la sua prima voce, in una settimana di lavoro intensa e visionaria, per una produzione che resta, con orgoglio, totalmente indipendente. Poi sarà la volta di Torino — città-feticcio per Oggiano — e di un castello, di cui per ora non si rivela il nome: un segreto che il regista custodisce con il gusto del racconto non detto.

Il grande no è appena iniziato, ma ha già l’odore di quelle storie che restano sotto pelle. Un viaggio nuovo per Pupi Oggiano, che ancora una volta sembra voler guardare la paura negli occhi, per scoprire cosa c’è dietro.

L'articolo Pupi Oggiano e “Il grande no”: il ritorno sul set del regista dell’esalogia della paura proviene da Quotidiano Piemontese.

Autore
Quotidiano Piemontese

Potrebbero anche piacerti