Processo Jonny, assolto l’ex sindaco di Isola Gianluca Bruno
- Postato il 18 dicembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Processo Jonny, assolto l’ex sindaco di Isola Gianluca Bruno

Si sgonfia il filone politico dell’inchiesta “Jonny”: Non fu iscritto nel registro indagati, assolto l’ex sindaco di Isola Bruno insieme a Sacco (Misericordia) e al funzionario della Prefettura
ISOLA CAPO RIZZUTO – Si sgonfia il filone politico dell’inchiesta “Jonny”. Il Tribunale penale di Crotone ha assolto, perché il fatto non sussiste, l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Gianluca Bruno, l’ex governatore della Misericordia di Isola e vice di quella nazionale, Leonardo Sacco, e il funzionario della Prefettura Carmelo Giordano. Mancava addirittura l’iscrizione formale di Bruno nel registro degli indagati. Secondo la difesa non poteva nemmeno essere rinviato a giudizio. E il collegio giudicante ha escluso un gruppo di intercettazioni dal fascicolo. A quel punto lo stesso pm della Dda di Catanzaro Pasquale Mandolfino ha chiesto le assoluzioni, ma con la formula che ricalca quella dubitativa, ai sensi del secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale. I tre sono stati però assolti con formula piena. “Il fatto non sussiste”.
IL FILONE POLITICO DI JONNY
Si tratta di una propaggine dell’inchiesta che avrebbe fatto luce sui tentacoli della cosca Arena di Isola Capo Rizzuto sul business dei migranti, ruotante attorno al centro d’accoglienza S. Anna, gestito all’epoca dei fatti dalla Misericordia. Sacco, infatti, è la figura chiave del processo Jonny ed è stato condannato per associazione mafiosa e altro.
Bruno, in particolare, era accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. La sua sindacatura terminò nel 2017 con lo scioglimento del Comune di Isola per infiltrazioni ‘ndranghetiste. Gli si contestava di essersi messo “a disposizione” degli imprenditori di riferimento della cosca, i cugini Antonio e Fernando Poerio e lo stesso Sacco, consentendo a «membri di vertice del sodalizio di acquisire lotti immobiliari». Secondo l’originaria impostazione accusatoria, Bruno era la figura di riferimento istituzionale capace di interloquire con diversi enti (Provincia e istituzioni governative) al fine di garantire alla Misericordia e ai suoi fornitori il controllo degli appalti serventi il Cara e il recupero dei crediti.
IL FILONE DELL’USURA
Il filone politico dell’inchiesta si intreccia peraltro con quello dell’usura. Ed è alimentato dalle dichiarazioni rese dall’ex presidente del consiglio comunale isolitano Antonio Frustaglia, che riferì agli inquirenti di presunte ingerenze dell’ex sindaco. Uno dei numerosi immobili venduti dai familiari di Frustaglia, vittime di usura, fu oggetto di una variante al Prg votata in consiglio comunale per il cambio di destinazione ad uso mensa. Sul lotto di terreno con annesso capannone aveva sede la principale azienda servente il catering per la struttura per migranti tra le più grandi d’Europa.
Giordano, invece, rispondeva di corruzione con l’aggravante mafiosa poiché quale pubblico ufficiale, e precisamente nella veste di ragioniere in servizio presso la Prefettura, avrebbe ricevuto 10mila euro da Sacco.
LA PRESUNTA MAZZETTA
Questi era accusato di essere stato appunto il corruttore, al fine di omettere controlli sul subappalto da parte della Misericordia in favore di imprese terze del servizio di mensa per gli ospiti della struttura. Era accusato di aver omesso di richiedere documenti attestanti i pagamenti della Misericordia alle imprese di ristorazione subappaltatrici succedutesi nel tempo. “La Vecchia locanda” di Antonio Poerio, “Catering La vecchia locanda” di Stefania Muraca, “Catering La Vecchia locanda srl”, “Quadrifoglio snc” di Pasquale Poerio &co, la “Quadrifoglio srl” erano imprese, secondo l’accusa, gestite di fatto da Angelo Muraca e dalla figlia Stefania, da Antonio Poerio e dalla moglie Maria Lanatà, da Fernando Poerio e dalla moglie Aurora Cozza( tutti coinvolti nel processo Jonny). Giordano avrebbe così consentito alla Misericordia di liquidare in modo incontrollato e non tracciato le imprese impedendo alla Prefettura di verificare l’effettività delle forniture.
LA DIFESA
La discussione in aula è stata abbastanza breve. Del resto, dopo la richiesta del pm, che ha anche rinunciato a una serie di testi, la strada per l’assoluzione era spianata. Sacco era difeso dall’avvocato Francesco Verri, Bruno dagli avvocati Carlo Petitto e Luigi Villirilli, Giordano dall’avvocato Panuccio.
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Processo Jonny, assolto l’ex sindaco di Isola Gianluca Bruno