Processo di Puff Daddy bloccato: la giuria indecisa sull’associazione a delinquere di stampo mafioso

  • Postato il 2 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il processo a Puff Daddy è a un punto morto, al momento. La giuria è in stallo perché ha deliberato su quattro dei cinque capi di imputazione. C’è molta incertezza riguardo all’accusa di associazione a delinquere di tipo mafioso.

Il giudice distrettuale statunitense Arun Subramanian ha ordinato alla giuria di proseguire le discussioni a porte chiuse per il terzo giorno, dopo che il collegio di otto uomini e quattro donne ha dichiarato martedì 1 luglio di non essere riuscito a raggiungere un consenso sul capo d’accusa principale: associazione a delinquere.

Il giudice ha concordato con i pubblici ministeri e la difesa di Combs sul fatto che meno di 13 ore di deliberazioni fossero troppo presto per rinunciare a raggiungere un verdetto su tutti i capi d’accusa. La decisione della giuria sulle altre accuse – due capi d’accusa per traffico sessuale e due capi d’accusa per trasporto a fini di prostituzione – rimane per ora riservata.

In una nota alla corte martedì sera, la giuria ha affermato che “opinioni non convincenti da entrambe le parti” tra alcuni giurati avevano impedito al gruppo di raggiungere un verdetto unanime sull’accusa di associazione a delinquere. L’associazione a delinquere è l’accusa più complessa del processo e prevede una pena massima potenziale dell’ergastolo.

L’accusa di traffico sessuale prevede una pena minima obbligatoria di 15 anni di carcere e una pena massima dell’ergastolo. L’accusa per prostituzione prevede una pena massima di 10 anni di carcere. La divulgazione della nota della giuria sul verdetto parziale sembrava aver messo gli avvocati della difesa e il loro cliente di umore cupo ancor prima che fosse letta in aula dal giudice.

Dopo che la giuria è entrata per le istruzioni del giudice per poi tornare a riunirsi, Puff Daddy è rimasto seduto sulla sua sedia per qualche minuto. Poi si è rivolto ai parenti e ai sostenitori presenti tra il pubblico, ha mandato un bacio e si è toccato il cuore, come spesso ha fatto all’inizio e alla fine di ogni giornata nel corso delle sette settimane del dibattimento in aula. Poi si è fermato davanti a sua madre e ha scambiato alcune parole, dicendole “Ti voglio bene” e “Starò bene”. Gli agenti lo hanno poi accompagnato fuori dalla stanza.

In precedenza, durante le deliberazioni, la giuria aveva chiesto di riesaminare la testimonianza di Cassie, la cantante R&B che era stata a lungo la fidanzata dell’imputato, e di Daniel Phillip, uno spogliarellista che Diddy è accusato di aver pagato per fare sesso con Cassie. L’accusa sostiene che Puff Daddy abbia costretto due fidanzate a maratone sessuali a base di droga con escort.

Gli avvocati del fondatore della Bad Boy Records sostengono che l’accusa stia cercando di criminalizzare lo stile di vita scambista. Affermano che la sua condotta, semmai, costituisce violenza domestica, non reati federali. Puff Daddy, che ha scelto di non testimoniare, si è dichiarato non colpevole.

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Il Fatto Quotidiano

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