Presa la banda delle Fiat Panda, come le rubavano in pochi minuti
- Postato il 5 maggio 2025
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- Di Virgilio.it
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Erano diventati il terrore dei proprietari di Fiat Panda tra Reggio Calabria e Vibo Valentia. Una banda organizzata e metodica, capace di agire in pochi minuti e svanire nel nulla con l’auto rubata. Ma un errore ha dato il via a sei mesi di indagini, culminate nell’operazione dei Carabinieri che ha portato all’arresto di sei persone. Quattro sono finite ai domiciliari, mentre per altre due è stato disposto l’obbligo di dimora.
A incastrarli è stato un video girato da un passante. Un frammento di pochi secondi, ripreso con il cellulare, che ha permesso ai militari di collegare i volti dei sospetti a una lunga scia di furti, almeno dieci tra giugno e settembre del 2024. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Reggio Calabria, ha portato alla luce un vero e proprio sistema criminale basato sul furto e lo smontaggio di auto, poi rivendute a pezzi sul mercato nero.
Tutto è iniziato da un colpo fallito
La svolta è arrivata da un episodio apparentemente minore: un tentato furto nel centro di Bagnara Calabra. La Panda, danneggiata ma non portata via, è stata abbandonata dai ladri. Un dettaglio che ha insospettito i Carabinieri. Da quel momento, le Forze dell’Ordine hanno avviato un’attività investigativa capillare, che ha permesso di mappare altri episodi simili tra Bagnara, Scilla e Pizzo. I modi di agire erano quasi identici, e presto è apparso chiaro che dietro quei furti vi fosse una regia comune.
Auto a noleggio, colpi serali e centraline modificate
La banda si muoveva con astuzia. Per non destare sospetti e rendere difficile il tracciamento, usava auto a noleggio, cambiando spesso veicolo e targa. I furti avvenivano quasi sempre di sera o durante la notte. Una volta scelta la Panda da colpire, bastavano pochi minuti: serrature forzate e accensione bypassata con l’uso di centraline elettroniche modificate.
Dopo il furto, le auto venivano trasportate nella Piana di Gioia Tauro, dove spesso venivano smontate pezzo per pezzo. I componenti finivano poi nel circuito del mercato nero, venduti singolarmente. In altri casi, invece, le vetture venivano cedute intere a terzi, a prezzi stracciati ma comunque redditizi per i ladri.
Il ruolo decisivo del video di un cittadino
La svolta decisiva per l’indagine è arrivata grazie a un comune cittadino. Il video, girato quasi per caso durante un tentato furto, ha mostrato in modo nitido i volti di alcuni componenti della banda. Quelle immagini sono state acquisite dai Carabinieri e analizzate fotogramma per fotogramma. Incrociando le riprese con le banche dati, gli investigatori sono riusciti a risalire all’identità dei sospetti e a ricostruire le loro attività.
Secondo le stime, il valore complessivo della refurtiva – tra auto intere e pezzi di ricambio – ammonterebbe a decine di migliaia di euro. Una cifra significativa, che dà la misura dell’impatto economico causato dai furti, soprattutto per cittadini comuni che spesso avevano investito risparmi nell’acquisto della propria vettura.
Droga e denaro contante in una delle abitazioni
Nel corso delle perquisizioni, i Carabinieri hanno fatto un’ulteriore scoperta. In casa di uno degli arrestati sono stati trovati circa 600 grammi di marijuana e mille euro in contanti. Un ritrovamento che ha fatto scattare un nuovo provvedimento di arresti domiciliari, esteso anche alla compagna dell’uomo, ritenuta coinvolta nella gestione della droga. L’indagine ha mostrato come il gruppo non fosse soltanto specializzato nei furti d’auto, ma avesse diramazioni anche in altri ambiti illegali, come lo spaccio di sostanze stupefacenti.