Potenza, una maxi-truffa istituzionale e amici eccellenti

  • Postato il 16 maggio 2025
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Potenza, una maxi-truffa istituzionale e amici eccellenti

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Truffa Cgiam. Svelata l’inchiesta dei pm di Potenza sulle attività del patron di Geocart, Colangelo: sotto la lente i fondi ricevuti nel 2019 grazie ai referenti in Parlamento come Gianni Pittella. Tra i suoi contatti anche Crosetto.


POTENZA – Per anni avrebbe messo a frutto un’abile «attività di lobbying» grazie al filo diretto con personalità come l’allora senatore Pd Gianni Pittella. Arrivando a far presentare a parlamentari meloniani e democratici due emendamenti fotocopia alla legge finanziaria 2020. Il tutto favore di un’organizzazione non lucrativa che, secondo la Squadra mobile di Potenza, prima avrebbe spacciato per un ente pubblico, e poi utilizzato come bancomat.

LA MAXI-INCHIESTA SULLA PRESUNTA TRUFFA


Sono state le verifiche su una presunta truffa da almeno 14 milioni di euro a guidare lo sguardo dei pm del capoluogo lucano sul suk della politica nazionale, e persino i trascorsi da lobbista dell’attuale ministro della Difesa, nonché fondatore del partito Fratelli d’Italia, Guido Crosetto, all’epoca a capo della Federazione aziende Italiane per l’aereospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad).
A raccontarlo sono le carte dell’ultima maxi-inchiesta, tuttora in corso, degli inquirenti del capoluogo lucano.

Migliaia di pagine in cui sono confluite anche i rilievi dell’ex capo della Protezione civile Franco Gabrielli contro le «raffinata operazione di tecnica normativa» che ha portato a rifinanziare un costosissimo sistema di monitoraggio antisismico di 7 scuole italiane. Quando si sarebbero potuti acquistare allo stesso prezzo, secondo il coordinatore del servizio sismico della protezione civile Mario Nicoletti, «sistemi semplificati» per controllare «200/300 scuole».

AL CENTRO DELLA PRESUNTA TRUFFA, L’IMPRENDITORE COLANGELO


Al centro della storia c’è un 66enne imprenditore potentino, Antonio Colangelo, presidente della commissione Pmi dell’Aiad, e amministratore di Geocart, società di ingegneria specializzata nell’osservazione della terra e servizi ad alto contenuto tecnologico. Lo stesso Colangelo che secondo i pm da «almeno un decennio» avrebbe gestito indisturbato la onlus Centro di Geomorfologia Integrata per l’Area del Mediterraneo (Ggiam) e le sue gemmazioni. Incluso il Centro Studi Internazionali “Emilio Colombo”.
Gli inquirenti sono arrivati a lui e ai suoi più stretti collaboratori seguendo le tracce del segretario particolare dell’ex presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella, fratello di Gianni e attuale presidente del Consiglio regionale lucano. Dopo il passaggio dal Pd in Azione e l’intesa col centrodestra alle elezioni regionali dell’anno scorso.

GLI EMENDAMENTI GEMELLI


Approfondendo i sospetti sui rapporti economici tra Colangelo e questo collaboratore dell’ex governatore, poi archiviati, i magistrati si sono imbattuti in alcune conversazioni collegabili, in maniera più o meno esplicita, a un emendamento da inserire nella legge finanziaria all’esame delle Camere nell’autunno del 2019.
Innanzitutto una breve conversazione telefonica tra Colangelo e Crosetto, in cui chiede al secondo un appuntamento, più altre nelle quali si fa riferimento a un «Guido», identificato nello stesso Crosetto, da «avvisare» sull’andamento dei lavori parlamentari, e da coinvolgere per «mantenere botta».

I TESTI DEGLI EMENDAMENTI


Gli investigatori hanno riscontrato il contenuto di quelle intercettazioni acquisendo il testo di due distinti emendamenti presentati alla Camera durante la discussione della finanziaria 2020: il primo a firma di tre deputati di “punta” di Fratelli d’Italia, l’attuale ministro per gli affari europei, Tommaso Foti; l’attuale sottosegretario Alessio Butti, e Paolo Trancassini, oggi questore proprio a Montecitorio; e il secondo a firma di Nicola Pellicani e Umberto Buratti del Pd.

GABRIELLI E LA “PARACULATA”


All’interno di questi emendamenti si parla in maniera generica di «rafforzare la caratterizzazione del territorio in ordine alla riduzione dei danni per l’uomo e le cose dal rischio idrogeolitico-ambientale». Ma attraverso una catena di riferimenti normativi si risale alla finanziaria 2005, l’ultima del governo Berlusconi II, in cui invece si parla espressamente del Cgiam, destinandovi 1,5 milioni di euro per tre anni. Senza gare né alcun tipo di procedura a evidenza pubblica. Una «paraculata» secondo l’ex capo della Polizia Gabrielli, che a febbraio del 2023 fu sentito dal pm Vincenzo Montemurro e dal procuratore Francesco Curcio (da settembre dell’anno scorso alla guida della procura di Catania) in relazione a un ulteriore emendamento «ad personam» approvato nove anni prima.

FINANZIAMENTI CGIAM

Quando i vertici della protezione civile provarono a rimettere ordine nella distribuzione dei finanziamenti per il monitoraggio sismico delle scuole estromettendo il Cgiam, in quanto «di assoluta inconsistenza tecnico-scientifica» in materia, ma vennero stoppati dall’iniziativa di alcuni parlamentari guidati dai lucani Vincenzo Folino e Maria Antezza (Pd).

PITTELLA E I FINAZIAMENTI ELETTORALI


I magistrati hanno seguito l’iter dei due emendamenti ascoltando le telefonate di Colangelo con un «uomo di fiducia» dell’attuale sindaco di Lauria Gianni Pittella, Emilio Di Marzio, e due storici esponenti del centrodestra potentino come Gianfranco Blasi, deputato di Forza Italia dal 2001 al 2006, e l’imprenditore meloniano Sergio Carnevale.
Quindi, nell’ordine, la bocciatura del testo presentato dai deputati meloniani, e le modifiche al gemello democratico fino all’approvazione del testo definitivo, che prevede uno stanziamento al Cgiam di 800mila euro per il 2020 e un milione per gli anni successivi.
Un successo, insomma, grazie anche alle presunte pressioni sull’allora ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, di Pittella, che nel 2014 si era visto finanziare la sua ultima euro-campagna elettorale da Colangelo con 4 assegni per 50mila euro complessivi.

IL CONTRIBUTO ELETTORALE


Cinque anni dopo quel generoso contributo elettorale, a detta del fidato Di Marzio, l’ex vicepresidente del Parlamento europeo si sarebbe messo a lavorare «ventre a terra» per l’amico imprenditore («Ho chiamato Gianni che mi dice (…) abbiamo spiegato e rispiegato, sarebbe assurdo non sostenere chi lavora per mitigare il rischio sismico e idrogeologico nel momento in cui il paese si sfarina” (…) ha detto che è in aula oggi alle 14, vedeva Gualtieri e gli stava di nuovo addosso»).

COL SEGRETARIO DELLA MINISTRA PD


Chiuse la manovre parlamentari, quindi, le intercettazioni hanno captato quelle sui ministeri che avrebbero dovuto attingere ai fondi appena stanziati, commissionando attività di monitoraggio del rischio sismico alla Cgiam.

LA PRESUNTA TRUFFA E LA CGIAM


«Pronto sono Antonio Colangelo del Centro di geomorfologia (…) istituto pubblico di ricerca».
Così l’imprenditore lucano si sarebbe presentato al segretario dell’allora ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli (Pd). Provando a confondere anche quest’ultimo sulla natura giuridica del Cgiam. Un escamotage che secondo la tesi degli investigatori sarebbe servito a permettere alla onlus di essere «beneficiaria (in maniera illecita) di sovvenzioni pubbliche per milioni di euro; ingenti somme di denaro che, in seguito, sono finite nelle casse delle società di Colangelo e delle persone del suo entourage tramite false fatturazioni e/o falsi contratti di collaborazione».


«Il suo numero, tramite il ministro De Micheli l’abbiamo avuto da… Guido Crosetto dell’Aiab». Si legge nella trascrizione della telefonata col dirigente del Mit. «Ci hanno mandato il numero il ministro per chiamarla, noi avevamo mandato delle informazioni sul nostro centro e ci hanno detto di contattare lei».

LE CHAT CON CROSETTO


Gli investigatori hanno acquisito dalle chat trovate nel telefono di Colangelo la conferma dell’intercessione dell’allora lobbista Crosetto sulla ministra Pd, come pure sull’allora sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri del governo Conte II, Riccardo Fraccaro.
«La De Micheli mi ha risposto dicendo che questa settimana è mal messa e di scriverle di nuovo lunedì. Tu ricordamelo. Si può fare una cosa bella (…) Questa mattina ho parlato del centro di geomorfologia a Fraccaro, dicendo che poteva essere utilizzato per le infrastrutture e altro, che mi ha detto: andiamo a vederlo insieme!».

Così il presidente Aiad in una chat di settembre del 2019.
A dicembre 2020, invece, Colangelo sottopone a Crosetto un ordine del giorno presentato alla Camera dei deputati in tema di agevolazioni su imprese innovative («fattibile?») e riceve per risposta dal fondatore di Fratelli d’Italia una rassicurazione sulla disponibilità proprio di un deputato FdI, il potentino Salvatore Caiata («Lo fa Caiata. Sulla finanziaria»).

IL BANCOMAT


Negli atti dell’inchiesta dei pm del capoluogo già depositate le relazioni su una serie di accertamenti bancari e societari effettuati, dai quali risulta che il Cgiam: «tra il gennaio 2015 ed il novembre 2021 ha ricevuto finanziamenti da enti pubblici per complessivi circa 13,7 milioni di euro e nello stesso periodo ha effettuato trasferimenti a favore di società e persone fisiche riferibili a Colangelo almeno per complessivi circa 9,6 milioni di euro». Come pure che «il venir meno degli apporti dell’associazione riconosciuta Cgiam verso il conglomerato Colangelo potrebbe avere carattere esiziale per la sua solvibilità e quindi per la sua sopravvivenza».

LA REPLICA DELLA DIFESA


«La società che fa capo a Colangelo è una realtà sana, innovativa, che sul nostro territorio fa tanto, porta avanti lavori importanti e crea occupazione. Dispiace che la durata di queste indagini crei problemi ad attività produttive e vada oltre i limiti previsti dal codice in una maniera così significativa e che appare sinceramente ingiustificabile».

Questa la replica dell’avvocata Angela Pignatari, che assiste Colangelo assieme a Donatello Cimadomo dalla primavera del 2022, quando vennero sequestrati telefonini e computer dell’imprenditore.

IL “FASCICOLO MADRE” SULL’INCHIESTA SULLA SANITÀ


Subito dopo sull’inchiesta è tornato il silenzio rotto soltanto dal deposito di atti e informative nel fascicolo “madre” dell’inchiesta sulla sanità lucana, per cui nei mesi scorsi sono finiti a processo il governatore Vito Bardi e il resto della giunta regionale.
«Si tratta di una indagine vecchissima per la quale noi all’inizio abbiamo fornito delle risposte rimasta ferma per tutto questo tempo, il che mi fa pensare che risposte che abbiamo dato sono state di chiarimento». Ha aggiunto Pignatari. «In occasione dei sequestri che si sono stati abbiamo avuto modo di replicare alle accuse che sono state mosse producendo anche una consulenza. Non ci sono stati passaggi di soldi tra Cgiam e Geocart ma soltanto dei lavori eseguiti».

TRUFFA, GLI INDAGATI


Dagli atti già desecretati dell’inchiesta dei pm di Potenza risultano indagati in 13 oltre a Colangelo: perlopiù parenti, collaboratori ed esponenti del Centro di Geomorfologia.
Non risultano indagati, invece, Crosetto, i fratelli Pittella e gli altri politici e interlocutori citati in relazione alla vicenda degli emendamenti a favore del Cgiam.
Nei loro confronti, infatti, non sarebbero stati raccolti elementi per sostenere che fossero consapevoli della reale natura giuridica del Centro, e di eventuali profili di illegittimità collegati alla destinazione di fondi pubblici a un ente siffatto.

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