Potenza e Matera abbracciano i bambini di Gaza
- Postato il 28 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Potenza e Matera abbracciano i bambini di Gaza
POTENZA – Lo slogan della manifestazione di ieri sera in via Pretoria a Potenza, a favore della popolazione di Gaza macellata dalle operazioni belliche di Israele – “Suoniamo le campane, le trombe, i fischietti, le pentole, qualsiasi cosa faccia chiasso” – ricorda da lontano il motto di Pier Capponi che, al re Carlo VIII che minacciava di far suonare le trombe di guerra per entrare a Firenze, rispose: «Voi suonerete le vostre trombe, noi suoneremo le nostre campane». Diversissimo il contesto, i protagonisti, le intenzioni ma con un sottile filo concettuale a unire le due situazioni: il desiderio di resistere. In questo caso, resistere al silenzio (cioè, all’inazione di chi potrebbe fare qualcosa e non fa nulla, leggi la diplomazia internazionale) che rischia di rimuovere le sofferenze di quel popolo dall’agenda internazionale.
La manifestazione di Potenza nasce dall’iniziativa Ultimo giorno di Gaza, messa in campo da scrittori e persone di cultura italiane nel maggio scorso. Anche il Comune di Potenza ha aderito ufficialmente chiedendo al governo italiano «di utilizzare tutti i canali e i mezzi disponibili per chiedere l’immediato cessate il fuoco e per far entrare gli aiuti umanitari nella Striscia», come già scritto nell’ordine del giorno approvato all’unanimità nell’ultimo consiglio tenutosi.
Gli organizzatori avevano avanzato una precisa richiesta a ogni cittadina e a ogni cittadino: «Partecipare, anche in forma individuale e disseminata: con un gesto, un suono, una luce, un pensiero. Senza dimenticare le altre guerre e gli altri popoli che stanno soffrendo». Effettivamente ieri sera non erano in pochi, anzi, ma neanche una folla di quelle che riempiono piazza Matteotti. Tanti cittadini passeggiavano avanti e indietro senza avvicinarsi. A colpire era la compostezza e l’atteggiamento grave dei presenti: tutti a pestare su padelle e tegami, a fischiare negli zufoli (c’era anche un cuccù materano), a suonare nelle trombette o semplicemente a battere piedi e mani, ma senza sguaiataggini, senza atteggiamenti compiaciuti da salvatori della patria. Tutti anzi a guardare, evidentemente empatizzando, la scena realizzata per l’occasione: alcuni bambini, veri bambini, sdraiati per terra, col sangue dipinto sul viso, a simboleggiare tutti i piccoli palestinesi che stanno morendo di bombe o di fame e sete. “Stop al genocidio”, era scritto su un cartellone. E su un lenzuolo: «I bambini di Gaza sono anche nostri». Messaggio lineare ma anche terribile per chi solo si metta a pensarci su anche solo un momento.
C’erano, fra gli altri, il sindaco Vincenzo Telesca con tegame e bottiglia di plastica, l’assessore Roberto Falotico con le sue mani e i rappresentanti della associazioni presenti. Un orecchio fine sarebbe riuscito a sentire anche i rintocchi delle campane dalle – poche – chiese che hanno aderito alla manifestazione: Sant’Anna e San Gioacchino a viale Dante, Santa Cecilia a Poggio Tre Galli e Maria Santissima Immacolata al Cocuzzo. Il lenzuolo con la scritta a un certo punto è sembrato un sudario. A coprire un piccolo Cristo molto, troppo triste.
DA POTENZA A MATERA PER GAZA
Anche Matera , ieri alle 22, ha aderito alla manifestazione nazionale che in tutta Italia alla stessa ora ha fatto rumore contro il silenzio sulla tragedia in atto a Gaza. Una piazza stracolma di adulti, bambini, famiglie, ognuna con un oggetto in grado di fare rumore, ha intonato “Bella ciao” e invocato la Palestina libera. agitando chiavi, pentole, arnesi e sventolando la bandiera della Palestina. Tra loro anche il sindaco Nicoletti.
Il Quotidiano del Sud.
Potenza e Matera abbracciano i bambini di Gaza