Potenza, anche la finanza indaga sui 90mila euro in nero di Telesca

  • Postato il 5 giugno 2025
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Potenza, anche la finanza indaga sui 90mila euro in nero di Telesca

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Trasmesse alla finanza le note sui compensi in nero, esentasse, pagati dal sindaco di Potenza, Telesca all’avvocato De Bonis


POTENZA – E’ finito anche al vaglio della Guardia di finanza il caso dei 90mila euro in contanti pagati dall’allora consigliere comunale, e oggi sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca all’avvocato Raffaele De Bonis. Per una causa contro il Comune di Potenza curata da quest’ultimo per conto dei familiari di Telesca.

A rivelarlo sono le stesse informative della squadra mobile di Potenza in cui sono stati raccolti gli esiti di oltre tre anni di accertamenti. Perlopiù indagini patrimoniali per capire la provenienza di un quantitativo del genere di denaro contante, che Telesca, sentito come semplice persona informata sui fatti a novembre del 2022, ha dichiarato di aver ricevuto alla defunta madre. Ignorandone del tutto la provenienza, a parte la suddivisione tra la stessa madre e i suoi fratelli, che avevano ereditato la causa per gli espropri di alcuni terreni intentata dalla nonna al Comune. Quindi si erano rivolti all’avvocato De Bonis perché se ne occupasse come aveva fatto con successo in tanti altri casi simili. Stabilendo con lui un compenso «in nero», del tutto esentasse, proporzionale all’eventuale risarcimento, poi ottenuto dal Tribunale. In aggiunta alle 5mila euro di spese legali riconosciute in sentenza e addebitate al Comune.

A evidenziare i possibili aspetti fiscali della vicenda sono stati gli agenti della sezione reati contro la pubblica amministrazione della squadra mobile, che a novembre del 2022 avrebbero trasmesso l’esito degli accertamenti bancari effettuati su Telesca e i suoi familiari alla compagnia di Potenza della Guardia di finanza.
Il caso del compenso in nero pagato dall’allora consigliere comunale Telesca all’avvocato De Bonis è soltanto una delle tante vicende collaterali che emergono dalle informative desegretate dai pm potentini in occasione del deposito degli atti dell’ultimo processo nato dall’inchiesta “madre”: quello sulla defenestrazione dell’ex direttore generale del San Carlo, Massimo Barresi, e il presunto «gruppo di potere» annidatosi ai vertici della Regione con l’arrivo del governatore Vito Bardi.

A distanza di anni per molte di queste, ma non tutte, i pm non hanno ancora deciso se chiedere l’archiviazione delle ipotesi d’accusa formulate in un primo momento o procedere con una chiusura delle indagini prodromica a una richiesta di rinvio a giudizio.
Su alcuni casi, però, gli approfondimenti investigativi sarebbero proseguiti fino a qualche mese fa. Come la presunta maxi-truffa sui fondi destinati il Centro di geomorfologia integrata per l’area del Mediterraneo, per cui l’imprenditore potentino Antonio Colangelo e i suoi collaboratori di fiducia sono accusati di associazione a delinquere.

Sono proseguite almeno fino al 2023, invece, le verifiche sui fondi gestiti dal manager lagonegrese Nicola Tempone attraverso la Lucana film commission e il Gal Cittadella del sapere di Lauria.
Qui l’ipotesi degli investigatori era che Timpone «grazie alle sue molteplici relazioni con rappresentanti degli apparati della pubblica amministrazione lucana, otterrebbe per sé e persone a lui legate (familiari ed imprenditori “amici”) benefici di vario genere di natura finanziaria e commerciale (questi ultimi sotto forma di appalti)». Ma negli atti già desegretati, a parte l’effettiva movimentazione di «almeno» 596mila euro da film commission e gal a favore di Timpone, tra gennaio 2015 e marzo 2022, non risultano evidenze «dirimenti» a sostegno dell’accusa.
Ieri le rivelazioni sul compenso «in nero» pagato all’avvocato De Bonis dal primo cittadino di Potenza, eletto l’anno scorso alla guida di una coalizione civica di centrosinistra, ha destato non poca meraviglia nel capoluogo.

Tra i primi a condividere la notizia sui social c’è stato il consigliere regionale, nonché referente cittadino di Fratelli d’Italia, Alessandro Galella.
Nessun commento invece, almeno finora, dai banchi dell’opposizione in consiglio comunale, che nei mesi scorsi avevano chiesto pubblicamente chiarimenti al sindaco su alcune operazioni immobiliari finite a loro volta al vaglio dei pm.

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