Portobello. L’incredibile vicenda di Enzo Tortora diventa una serie

  • Postato il 4 settembre 2025
  • Cinema & Tv
  • Di Artribune
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Marco Bellocchio, regista amatissimo, ha presentato alla Mostra del Cinema edizione 82 la sue seconda serie tv. Lasciato alle spalle il caso Moro, questa volta il Maestro (mai termine fu più perfetto!) si è dedicato alla vicenda di Enzo Tortora, progetto che aveva in mente da tanto e che vedremo nel 2026 su HBO Max. “La prima scintilla”, racconta Bellocchio, “è stata il libro Lettere a Francesca, una raccolta delle lettere che Enzo Tortora scriveva dal carcere alla sua compagna. Mi ha colpito molto quest’uomo completamente innocente in carcere”. Nella serie Portobello a vestire i panni del protagonista è Fabrizio Gifuni, affiancato da Barbora Bobulova in quelli della sorella e da Romana Maggiora Vergano in quelli della compagna.

Il caso Enzo Tortora nella serie Portobello

1982: Enzo Tortora è all’apice del successo. Conduce il programma Portobello e raggiunge 28 milioni di spettatori in prima serata, tutti in attesa del concorrente che riuscirà a far parlare il pappagallo, ospite d’onore della trasmissione. Pertini lo nomina commendatore della Repubblica. Tortora è il re della televisione degli anni ottanta e il suo programma racconta e conforta il Paese. In quegli stessi anni il terremoto dell’Irpinia dà l’ultima scossa agli equilibri, già fragili, della Nuova Camorra Organizzata. Giovanni Pandico, uomo di fiducia del boss Raffaele Cutolo e spettatore assiduo di Portobello dalla sua cella, decide di pentirsi. Interrogato dai giudici, fa un nome inatteso: Enzo Tortora. Quando, il 17 giugno 1983, i carabinieri bussano alla porta della sua stanza d’albergo, Tortora pensa a un errore, ma è solo l’inizio di un’odissea che lo trascinerà dalla vetta al baratro.

Il caso Enzo Tortora, un clamoroso errore giudiziario

Marco Bellocchio ha spiegato come il progetto di Portobello sia cresciuto nel tempo, trasformandosi da una suggestione personale in una riflessione di respiro politico più ampio. Secondo il regista, infatti, quello di Enzo Tortora è stato “il più clamoroso errore giudiziario”, ma allo stesso tempo anche un caso che contiene in sé la sua stessa correzione da parte della magistratura. A distanza di quarant’anni, osserva Bellocchio, il contesto non è più lo stesso, eppure quella vicenda continua a interrogare non soltanto la giustizia, ma l’intera società. Fondamentale fu il ruolo della stampa, così come quello dell’opinione pubblica, che con atteggiamento forcaiolo contribuì ad alimentare la caduta di chi fino a poco prima era considerato un personaggio di successo.

Fabrizio Gifuni è Enzo Tortora nella serie “Portobello”

A interpretare Enzo Tortora nella serie è appunto Fabrizio Gifuni, che Bellocchio aveva già diretto con grande intensità nei panni di Aldo Moro in Esterno notte. L’attore ha raccontato il proprio percorso di avvicinamento al personaggio, ricordando come questa vicenda abbia rappresentato una ferita profonda per l’Italia. All’epoca Gifuni aveva diciotto, diciannove anni: stava affrontando gli esami di maturità quando Tortora fu arrestato e, grazie alle dirette di Radio Radicale, trascorreva le serate ad ascoltare i processi, rimanendo profondamente colpito da ciò che stava accadendo.

Margherita Bordino

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Artribune

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