Porto di Civitavecchia, si indaga su ‘controlli ammorbiditi’ su navi inquinanti: cosa si sa di più?
- Postato il 19 aprile 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
- 2 Visualizzazioni
.png)
Quali erano i favori e i “controlli ammorbiditi” di cui, secondo la Procura di Genova, si sarebbero resi responsabili anche alcuni ufficiali della Capitaneria di porto di Civitavecchia in cambio di viaggi gratuiti o scontati su traghetti per Sicilia e Sardegna? Dalle notizie pubblicate (Il Fatto Quotidiano) si apprende che, tra l’altro, essi riguarderebbero la navigazione di navi e traghetti con motori vecchi, inquinanti, fuori norma – in alcuni casi perfino manomessi o alterati.
E allora, per chi conosce Civitavecchia, viene spontaneo associare questi fatti con l’annosa vicenda dei fumi neri prodotti dai traghetti e dalle tante navi da crociera in sosta nel porto, le quali devono tenere accesi i motori onde avere energia elettrica per i servizi di bordo. Con l’aggravante che il porto è all’interno della città e i fumi ricadono sui residenti: secondo i dati ASL-CNR entro 500 metri dal perimetro del porto è associato un incremento di rischio di mortalità per tumore al polmone (+31%) e malattie neurologiche (+51%) rispetto ai residenti in altre zone, tanto più – si aggiunge – se si considera che vi sono navi da carico e porta-container, traghetti di linea e navi da crociera (anche otto ormeggiate contemporaneamente), tutti con motori sempre accesi a bruciare olio combustibile per ore e ore.
Proprio per questo, sin dal 2010 la Procura di Civitavecchia aveva dato disposizioni alla Capitaneria di intensificare i controlli con facoltà di sequestro della nave “nel caso di emissioni dense, prolungate e abbondanti”, procedendo contestualmente alla denuncia per emissioni moleste ed offese alle persone (art. 674 c.p.); sottolineando per iscritto che si tratta di “indagini connesse con la tutela della salute dei cittadini”. Iniziarono, quindi, a fioccare denunce e diffide con una sensibile diminuzione dei fumi soprattutto attraverso l’uso di combustibili a basso tenore di zolfo e, in alcuni casi, anche attraverso impianti che puliscono i gas di scarico. In proposito, da ultimo, nel 2024, il comandante della Capitaneria riferiva che nel 2023, su 841 navi giunte nel porto, ne erano state controllate 80, con approfondimenti specifici anche sul tipo di carburante utilizzato, non precisando, tuttavia, quali e quante fossero fuori legge.
Adesso, alla luce delle indagini della Procura di Genova, sarebbe importante avere più dettagli su questi controlli e sul loro esito fugando qualsiasi sospetto di “controlli ammorbiditi”. Ma, nel contempo, è auspicabile che, dopo anni di immobilismo, vada celermente avanti il cantiere aperto per la elettrificazione delle banchine che dovrebbe terminare i lavori per il 29 giugno 2026. E così le navi che attraccheranno in una delle nove banchine opportunamente attrezzate, potranno spegnere i motori principali e alimentare i loro complessi sistemi con l’energia elettrica proveniente direttamente dal porto di Civitavecchia.
L'articolo Porto di Civitavecchia, si indaga su ‘controlli ammorbiditi’ su navi inquinanti: cosa si sa di più? proviene da Il Fatto Quotidiano.