Ponte Morandi sette anni dopo, Possetti: “Continuiamo la battaglia, le colpe imputate nel processo non sono isolate”

  • Postato il 14 agosto 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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commemorazione morandi 2025

Genova. “Qualcuno si è chiesto se abbia ancora senso una commemorazione di questo tipo, con l’invito delle autorità, e non sarebbe meglio una cerimonia più riservata, ma questa è la commemorazione che vogliamo e anche se può divenire una passerella, le istituzioni non possono e non devono abdicare al loro ruolo, devono essere qui con nel giorno in cui si ricorda la tragedia del 14 agosto 2018 e sentire sulla loro pelle che ci sono state grandi e pesanti responsabilità in alcune scelte fatte in passato”. Lo ha detto Egle Possetti, presidente del comitato Ricordo vittime ponte Morandi, durante la settima commemorazione della tragedia e delle 43 vittime, svolta questa mattina presso il Memoriale che è sorto sotto il ponte San Giorgio, a Certosa.

Questa mattina su IVG e Genova 24 abbiamo pubblicato la testimonianza inedita – raccontata nel podcast “La Telefonata” – dell’ex poliziotto savonese Francesco Piliego

ASCOLTA LA TESTIMONIANZA DELL’EX POLIZIOTTO SAVONESE FRANCESCO PILIEGO [PODCAST]

“Ogni anno vediamo però sempre meno istituzioni nazionali presenti, meno rappresentanti di tutti i partiti di questo paese, la loro assenza è un macigno – ha tuonato Possetti – noi percepiamo che questa memoria dolorosa da più parti voglia essere posta in un cassetto, cullata dalle dolci melodie di oblio che ricordano quelle della maga Circe. Ma non può essere così”.

Possetti è intervenuta subito dopo il minuto di silenzio, alle 11.36, durante il quale è stata onorata la memoria delle 43 vittime. In tutta Genova sono risuonate le campane delle diocesi e in porto le navi hanno fatto echeggiare le loro sirene in una giornata di sole che è l’esatto contrario di quel 14 agosto 2018.

Ponte Morandi, Possetti: “Le colpe imputate nel processo non sono isolate”

“Le responsabilità sono sul tappeto, nessuno ha controllato, nessuno ha vigilato, ecco perché le istituzioni devono essere qui, perché la loro presenza rappresenta anche segno di condivisione della nostra visione del futuro, sicurezza, rispetto, equità. I momenti per stare silenti col nostro dolore sono altri. Oggi qui, come ogni anno, il nostro dolore grida, il nostro dolore composto continua a darci la forza di lottare inesorabilmente – ha aggiunto la portavoce dei familiari delle vittime”.

“La battaglia che stiamo portando avanti con forza e determinazione su molti fronti non è solo per placare la nostra anima. È una lotta per tutti, soprattutto per coloro che sono ancora vivi, perché vogliamo fortemente che lo restino. È importante riflettere anche sul fatto che le colpe delle persone che sono imputate nel processo Morandi e forse saranno condannate potrebbero non essere isolate. Purtroppo siamo in un sistema complesso, profondamente sbagliato, che auspichiamo possa essere purificato”, le parole di Possetti.

“Troppo potere circonda il settore delle concessioni, troppi fondi e ancora poca chiarezza. Auspichiamo che ci possa essere la forza di cambiare questo sistema, di rendere agli investitori giusti ed equi profitti, senza extra profitti a discapito della vita umana. Siate vigili sugli esposti presentati da noi ed altre associazioni della città alla Procura di Roma, per scandagliare la gestione finanziaria di Aspi. A nostro modo di vedere, nelle pieghe finanziarie si potrebbero anche individuare le cause remote dell’incuria. e del disastro”, ha concluso.

Salis: “Chiedo scusa per il tempo che state aspettando per avere risposte”

“Come istituzione vi chiedo scusa per il tempo che state aspettando per avere risposta alle vostre domande e perché questo tempo sta acuendo il vostro dolore”. Lo ha detto la sindaca di Genova Silvia Salis nel suo discorso in occasione della settima commemorazione delle vittime del crollo del Ponte Morandi. Rivolgendosi al pubblico e ai familiari delle vittime, ha aggiunto: “Chiedo a tutte le persone che verranno qui, che visiteranno il memoriale, di non perdere mai l’allenamento a farsi delle domande e a pretendere risposte dalle istituzioni, a pretendere cura dalle istituzioni, a pretendere l’idea che quello che facciamo oggi avrà degli effetti tra 10, 20 o 30 anni e di quegli effetti saremo responsabili e comunque ne dovremo dare conto di fronte al Paese e a noi stessi”.

La sindaca di Genova, che in apertura del suo discorso ha ringraziato il presidente della Regione Liguria Marco Bucci “per quello che ha fatto quel giorno e nella fase successiva”, ha aggiunto, parlando ancora ai familiari delle vittime: “La memoria non è un peso che dovete portare da soli, la memoria è una responsabilità collettiva, come sindaca di questa città io e la mia giunta ci impegniamo a portare avanti questa memoria, ma una memoria che produca un effetto positivo, un ragionamento, un pensiero, che produca il dubbio e la volontà di porci delle domande, domande che per le istituzioni non sono sempre comode ma alle quali abbiamo il dovere di rispondere con la massima onestà e responsabilità. Vi ringrazio per essere qui e tenere viva la memoria perché ricordare significa continuare a costruire insieme”.

commemorazione morandi 2025

“Mi hanno chiesto nei giorni passati, cosa ricordassi di quel giorno. Io ricordo, credo come tutti noi, una serie di telefonate e durante quegli squilli, nell’attesa, pesavo l’amore che avevo per le persone che stavo chiamando e la paura di non sentir rispondere a quel telefono. Ed è proprio per questo che è impossibile immaginare il dolore di non sentire risposta a quella telefonata. Si dice che questa sia una ferita per tutta la città ed è vero, ma è una ferita inimmaginabile per chi non ha sentito una voce dall’altra parte del telefono. E noi per questo vi siamo vicini, per questo ci impegniamo non solo a portare avanti il Memoriale”.

Silvia Salis ha chiarito: “Ci impegniamo a riempire di vita il memoriale, a riempirlo di contenuti, a fare in modo che le scuole lo vivano come una tappa fissa del loro percorso educativo – ha aggiunto – perché è un memoriale che può essere per tutte le bambine, per tutti i bambini un po’ più grandi, per tutte le ragazze e i ragazzi delle superiori: si può parlare di sicurezza, si può parlare di prevenzione e si può parlare di quello che è successo con modalità ovviamente diverse in base all’età”.

Rixi: “Giustizia faccia presto, abbiamo disperato bisogno di conoscere le responsabilità su ponte Morandi”

“Questa è una cerimonia che ricorda una tragedia, un disastro che dovrebbe continuare a far interrogare gli italiani e le istituzioni perché non si ripeta. Questa è una tragedia che ha cambiato la vita a tante persone, me compreso che quel giorno, per la prima volta, ero viceministro del governo Conte 1 e mi recai proprio i giorno in cui fui nominato proprio qua a constatare il crollo del Ponte Morandi”. Lo ha ricordato il viceministro Edoardo Rixi a margine della cerimonia per le vittime del Morandi a Genova.

 

“Da quel momento mi sono dedicato sostanzialmente alle infrastrutture del paese. Un paese, come buona parte dell’Europa che ha costruito buona parte delle sue infrastrutture nel Medioevo, dopo la guerra. Sono cambiate le norme anche sulle nuove concessioni ma anche sulla stabilità dei ponti, sono state potenziate le agenzie e sono aumentate le manutenzioni che creano enormi disagi ma servono per cercare di evitare tragedie come questa” ha detto Rixi.

 

“Il governo cerca il giusto equilibrio fra la giusta necessità delle aziende private di avere un guadagno e la sicurezza delle infrastrutture”. Da parte della magistratura “attendiamo finalmente una sentenza che ci consenta di legiferare su solide basi, perché, ovviamente, quello che noi non possiamo dimenticare è che ci sono dei processi in corso. Io spero che la magistratura faccia presto perché noi abbiamo disperatamente bisogno di sapere esattamente di chi sono state le responsabilità e quali potrebbero essere anche gli accorgimenti legislativi da adottare”.

 

Bucci: “Giorno terribile, per sempre vicini ai parenti”

“L’emozione non è cambiata – le parole del presidente della Regione Liguria Marco Bucci – questa è una giornata di commemorazione e di ricordo, una giornata in cui si fa sempre il punto della situazione ed è importante che tutta la città e adesso dico anche tutta la regione, ma anche tutta l’Italia sia unita a noi nella commemorazione”.

 

“Queste sono cose che non si dimenticano, soprattutto per i familiari delle vittime, che non si dimenticheranno mai queste cose. Ma noi vogliamo che la città, la regione, l’Italia sia vicina a loro e soprattutto fare in modo che queste cose non si devono più ripetere. La città non dimentica, la regione non dimentica, ma soprattutto noi ci rimbocchiamo le maniche per far sì che queste cose non succederanno più”.

 

“Per me quel giorno lì è stato terribile, ma nello stesso tempo sono contento che dopo 2 ore dall’incidente, alla prima conferenza stampa, dall’incidente, dalla tragedia, la prima conferenza stampa, noi abbiamo detto: “La città non è in ginocchio. Questo è un grande messaggio, un messaggio che ha cambiato completamente il feeling, la percezione della situazione”. “E da lì ci siamo rimboccati tutte le maniche e abbiamo costruito quello che abbiamo costruito. Non è solo il ponte, il Ponte San Giorgio, ma abbiamo costruito, soprattutto, un modo di lavorare tutti assieme è una, è una visibilità per la città a livello internazionale, tanto è vero che sono arrivati più di 6 miliardi di finanziamenti dovuti proprio all’eccellente lavoro che è stato fatto dalla città. Quindi, per noi è stato, ovviamente, una tragedia, ma da quel momento lì è stata anche un’occasione per ricostruire una viabilità che era era stata colpita gravemente”.

Per la prima volta al memoriale

La settima commemorazione delle 43 vittime del crollo di ponte Morandi si è tenuta, per la prima volta, negli spazi del memoriale. Una struttura inaugurata lo scorso anno, con la precedente amministrazione di centrodestra e che oggi – chiedono all’attuale governo comunale i familiari di chi non c’è più – deve iniziare a vivere davvero.

Prima degli interventi delle autorità, e dopo la deposizione delle corone di fiori, sul palco è stata eseguita una performance artistica dell’ensemble del maestro Attilio Sottini, direttore artistico VoxArtis e Psallire Deo, al flauto, con la mezzo soprano Giada Venturini, e Alessandro Valtulini alla tastiera in collaborazione con l’accademia di canto del Teatro Carlo Felice.
Subito dopo, sul palco, Gianni Andreoli dell’associazione “Noi per Voi Valle Stura Masone” con una rappresentanza di bambini, protagonisti di un progetto di solidarietà che va avanti da diversi anni.

Ponte Morandi, il messaggio di Mattarella: “Una ferita indelebile”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio alla sindaca Salis e alla città di Genova per ricordare la tragedia del ponte Morandi: “Il 14 agosto 2018 segna una pagina drammatica nella storia del nostro Paese, 43 vite spezzate, centinaia di persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni. Una ferita indelebile nel cuore di Genova, della Liguria, dell’Italia“.

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Il capo dello Stato ha ricordato che “la comunità locale e la comunità nazionale hanno reagito con straordinario spirito di solidarietà accanto agli immediati soccorsi offerti dalle autorità preposte per arginarne le catastrofiche conseguenze”.

E ha concluso, con una nota di cordoglio: “Nel commemorare le vittime del ponte Morandi, la Repubblica si unisce al dolore dei familiari”.

La messa a Certosa, Tasca: “Prima esigenza la giustizia”

Prima della cerimonia presso il memoriale, nella chiesa di San Bartolomeo di Certosa si è tenuta la messa officiata dall’arcivescovo di Genova Marco Tasca. “La prima esigenza é quella di giustizia”, ha ribadito il frate.

“Quelle persone avevano progetti e sogni e un futuro davanti – ricorda Tasca – Questo deve insegnarci l’importanza della speranza, come cristiani, anche di fronte alle guerre di questi giorni“.

Nell’omelia, Tasca ha citato la morte di San Massimiliano Kolbe ad Auschwitz e riprendendo le parole del Vangelo ha affermato: “Non c’è prova più grande dell’amore per gli altri che dare la propria vita come Gesù. Ma prima della morte viene il vivere per gli altri”.

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Il Vostro Giornale

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