Pogacar nella leggenda delle Strade Bianche: cade, si rialza e vince staccando tutti per la terza volta. Eguagliato Cancellara
- Postato il 8 marzo 2025
- Sport
- Di Il Fatto Quotidiano
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Più forte del dolore, del sangue che esce dalla spalla, dalla gamba e dal braccio. Nemmeno una brutta caduta è riuscito a fermarlo. Tadej Pogacar vince ancora in solitaria in piazza del Campo, alza la sua terza Strade Bianche dopo i successi del 2022 e 2024 e aggancia il record di vittorie di Fabian Cancellara. Il campione del mondo sloveno non ha fatto sconti, stroncando la grande giornata di Thomas Pidcock (alla fine secondo sul traguardo a 1’23” di distacco) nell’ultimo giro del circuito. Per Pogacar si tratta della seconda corsa del 2025 conquistata dopo l’UAE Tour, della quattro vittoria in totale, della 92esima in carriera. È stata un’altra giornata da ricordare, resa ancora più speciale dopo la caduta a 50 chilometri dall’arrivo. Da quel momento infatti lo sloveno è apparso ancora più determinato, rabbioso, voglioso di prendersi il successo sulle dure colline sterrate del senese. Di confermarsi su quella che viene definita La Classica del Nord più a Sud d’Europa. Ora Pogacar è davvero pronto per uno dei grandi obiettivi di questo 2025: la Milano–Sanremo.
Niente da fare per un grande Pidcock. Il britannico ha provato a sorprendere il campione del mondo, a dare un esito diverso a una corsa che è parsa segnata fin dalla vigilia, però alla fine anche lui si è dovuto inchinare, accontentandosi della seconda piazza. Non riesce quindi il bis alla Strade Bianche dopo il trionfo del 2023. Nella sua bacheca rimangono anche Amstel Gold Race 2024, il titolo mondiale Under-23 2019 e il titolo mondiale Elite 2022 nel ciclocross e le due medaglie d’oro alle Olimpiadi 2020 e 2024 nel cross country. Per lui l’obiettivo sarà rifarsi alla Tirreno-Adriatico, che prenderà il via lunedì 10 marzo da Lido di Camaiore. La corsa si infiamma fin dai primi venti chilometri, con un gruppo formato da 10 corridori che prende il largo raggiungendo un vantaggio massimo di oltre cinque minuti. A capeggiarla è Price-Pejtersen, insieme con Dewulf, Askey, Swift, Petilli, Withen Philipsen, Donovan, Reinderink, Foldager e Weiss. Pogacar nel gruppo principale controlla, amministra la situazione, attende il momento giunto. Nel frattempo prepara il terreno per l’attacco, con Tim Wellens e Del Toro che fanno una grande selezione imponendo un ritmo pesante. Mancano 78 chilometri sul Monte Sante Marte quando la corsa esplode; ma a farla divampare non è il campione del mondo, bensì il grande rivale di questa edizione, Thomas Pidcock. È lui a lanciare il guanto di sfida. Pogacar lo raccoglie, risponde immediatamente e si incolla alla ruota del britannico. La caccia alla testa della corsa è ufficialmente lanciata. Un duo che in pochi minuti diventa un trio, con Swift che riesce a rientrare. Pogacar, Pidcock e Swift continuano a spingere nella loro azione, fino a diventare i battistrada della gara. A Monteaperti, ai -57 dal traguardo gli inseguitori Gianni Vermeersch, Adrià, Pello Bilbao sono a 1’20”.
La situazione sembra cristalizzarsi, e invece arriva il colpo di scena ai -50. Durante una discesa Pogacar scivola e finisce fuori strada nell’erba. Una caduta brutta e pesante sull’asfalto, che rallenta anche Swift e consente a Pidcock di andare in fuga. Acciaccato e sanguinante, Pogacar si rialza subito e rabbiosamente si lancia all’inseguimento, trascinato dal pubblico del Colle Pinzuto. Lo sloveno impone un ritmo indiavolato sulla salita e in pochi chilometri i 35 secondi del britannico diventano 15, poi ancora 10. Inevitabile così il riaggancio, con Pidcock che sceglie di attenderlo. Siamo a 46 chilometri dall’arrivo. Le Tolfe viene superato senza scossoni, Swift ormai è finito a oltre un minuto dai due, e così si arriva all’ultimo giro del circuito, quello decisivo. Dietro intanto non si danno totalmente per vinti. C’è battaglia per l’ultimo gradino del podio, ma anche la volontà di provare a ricucire su Pogacar e Pidcock. Lo svantaggio così inizia a calare, fino a scendere sotto il minuto. Si arriva sul Colle Pinzuto, mancano 20 chilometri a piazza del Campo. Qui Pogacar accelera brutalmente, Pidcock prova a resistere, ma alla fine lo sloveno se ne va, mettendo tra sé e il britannico solo la polvere del tratto di sterrato. È la svolta della gara. Il campione del mondo insiste e in poche centinaia di metri sono già 25 i secondi di vantaggio. Un’azione seguita pochi secondi dopo dall’attacco di Tim Wellens nelle retrovie. Obiettivo: andare a prendere Pidcock per centrare la doppietta in casa UAE. Un intento che si rivelerà vano. Pogacar invece si gode la solitudine senza problemi, arrivando all’ultimo chilometro, lo strappo finale di Santa Caterina, per l’abbraccio di un’intera città che lo stava aspettando.
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