Pneumatici green, Pirelli e Continental guidano la corsa verso materiali sostenibili

  • Postato il 16 settembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Pneumatici? La sostenibilità ambientale di un’automobile passa anche attraverso di loro: ecco perché Pirelli e Continental, fra i principali produttori al mondo, stanno spingendo sempre più avanti la ricerca sui materiali impiegati per fabbricare pneumatici green. Recentemente Pirelli ha lanciato il suo primo pneumatico destinato al mercato globale con oltre il 70% di materiali di origine naturale e riciclati, fra cui la gomma naturale certificata FSC, acronimo di Forest Stewardship Council, un’organizzazione internazionale non governativa, indipendente e senza scopo di lucro, nata nel 1993 per promuovere la gestione responsabile di foreste.

“Ciò attesta la gestione responsabile della filiera della gomma naturale, dal produttore alla fabbrica, ed entro il 2026 tale certificazione sarà estesa a tutta la gomma naturale utilizzata dalle fabbriche europee di Pirelli”, spiega l’azienda italiana. Sviluppato in una versione specifica per Jaguar Land Rover, il nuovo pneumatico fa parte della linea “P Zero” e sarà inizialmente disponibile su alcuni cerchi da 22” della gamma Range Rover, distinguendosi per la marcatura FSC, che identifica i pneumatici Pirelli con almeno il 50% di materiali di origine naturale e riciclati, come verificato dall’ente terzo Bureau Veritas.

Lo sviluppo del nuovo P Zero ha posto una sfida importante agli ingegneri Pirelli: coniugare le alte prestazioni in termini di grip con un elevato contenuto di materiali di origine naturale e riciclati. Fra questi, si trovano: acciaio riciclato, che deriva parzialmente dalla fusione di rottami ferrosi invece che dalla lavorazione di materie prime vergini. Silice da lolla di riso, derivata dagli scarti della lavorazione del riso, impiegata nelle mescole del battistrada per prestazioni elevate sul bagnato. Nerofumo circolare, ottenuto tramite olio da pirolisi derivante dal riciclo di pneumatici fuori uso. Polimeri bio-circolari, prodotti con monomeri derivati da oli da cucina usati o da olio di pirolisi, che sostituiscono i polimeri fossili. Bio-resine, plastificanti di origine vegetale, utili per ottimizzare l’equilibrio tra performance su asciutto e bagnato.

Anche Continental spinge forte su materiali rinnovabili e riciclati: sebbene la quota di questi ultimi abbia raggiunto il 26% nel 2024, il Gruppo prevede un aumento di 2-3 punti percentuali già entro la fine dell’anno. In cinque anni, entro il 2030, si stima che questa percentuale salirà ad almeno il 40%. Tra i materiali chiave ci sono la gomma – che in ogni pneumatico può arrivare a costituirne fino al 40% in peso – e le resine da fonti più sostenibili. Le mescole comprendono anche un numero crescente di varianti riciclate di additivi e materie prime supplementari, oltre a resine circolari.

Continental utilizza principalmente due categorie di gomma: la gomma naturale e la gomma sintetica. La prima – tradizionalmente usata nella produzione di pneumatici – viene impiegata nel battistrada, dove è richiesta un’elevata resistenza all’usura. Le sue proprietà includono la resistenza agli urti e la durata, grazie alla cristallizzazione indotta dalla deformazione, una caratteristica unica della gomma naturale coltivata, che non può ancora essere riprodotta artificialmente. La gomma sintetica, nondimeno, viene utilizzata insieme alla gomma naturale, per migliorare le prestazioni in frenata e la resistenza al rotolamento. Continental ne sta incrementando l’utilizzo proveniente da fonti più sostenibili, come l’olio di pirolisi ricavato da pneumatici fuori uso o l’olio da cucina esausto.

Pure le resine sono fondamentali per ottimizzare le prestazioni delle mescole – ad esempio migliorando l’aderenza sul bagnato, la resistenza all’abrasione e la resistenza al rotolamento – contribuendo così a ridurre il consumo energetico del veicolo. Continental utilizza già resine circolari derivate da olio vegetale o da olio da cucina riciclato. Importante anche il ruolo degli additivi per proteggere la gomma durante il processo di vulcanizzazione dagli effetti del calore o dell’ossigeno: Continental è il primo produttore di pneumatici a utilizzare l’additivo TMQ, ricavato da materie prime come l’acetone biocircolare, che presenta un’impronta di carbonio inferiore di oltre il 30% rispetto al corrispettivo prodotto con metodi convenzionali. L’acetone biocircolare è ottenuto da rifiuti di origine biologica, come l’olio da cucina riciclato. L’impiego di materiali più sostenibili è reso possibile, tra le altre cose, grazie all’approccio del bilancio di massa, che prevede l’integrazione di materiali fossili, rinnovabili e riciclati durante il processo produttivo e la loro tracciabilità lungo tutta la catena del valore.

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Il Fatto Quotidiano

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