Pistoia, don Biancalani rimosso da parroco di Vicofaro. Il prete dei migranti allontanato dopo otto anni di battaglia

  • Postato il 11 agosto 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Appena letta la notizia della rimozione di don Massimo Biancalani da parroco di Vicofaro, la parrocchia di Pistoia, divenuta il simbolo dell’accoglienza dei migranti, hanno chiamato anche dall’America. Il Washington Post ha chiesto di intervistare don Biancalani, e non è il solo giornale americano. Se il prete dei migranti attira l’attenzione anche dei media internazionali, il centrodestra esulta per aver vinto una battaglia che conduce da anni. Da quando nell’agosto del 2017, di fronte alla foto postata dal prete di alcuni migranti accompagnati in piscina, Matteo Salvini sparò contro don Biancalani e Forza Nuova, in segno di sfida, partecipò alla messa domenicale. Da allora Vicofaro è divenuto un simbolo da abbattere. Ma fino alla morte di papa Francesco, grande protettore dell’esperienza pistoiese, la destra ha trovato l’opposizione granitica della Chiesa.

Lo stesso vescovo di Pistoia Fausto Tardelli, che nel giro di un mese ha chiuso il centro di accoglienza e rimosso don Biancalani da parroco, nel 2020 così lo difendeva: “Il parroco di Vicofaro ha tentato e tenta di rispondere a bisogni reali e concreti di persone in carne ed ossa nei confronti delle quali non possiamo rimanere indifferenti o, peggio ancora, farci prendere da sentimenti di repulsione”. E aggiungeva, mons. Tardelli: “A molti può dispiacere, ma a me dispiace per loro, che si accolgano migranti nel nostro territorio. La presenza di fatto sul territorio di queste persone deve pur essere in qualche modo affrontata. Può darsi inoltre che molti non gradiscano proprio che ci si prodighi per i migranti. Non posso farci niente. La mia scelta e la scelta della Chiesa è chiara e ribadita più volte dal Santo Padre: l’accoglienza è un valore umano ed evangelico e riguarda in particolare tutti coloro che sono in difficoltà”.

Poi, nella primavera scorsa, la svolta. Tardelli riceve in Curia gli oppositori di don Biancalani, esponenti della Lega compresi, e decide di mettere ordine nell’intricata matassa dell’accoglienza di Vicofaro. Il sindaco Alessandro Tomasi, Fdl, candidato del centrodestra alle prossime regionali, plaude e sui giornali locali spicca la foto della conferenza stampa a tre, sindaco, vescovo e prefetto, per spiegare l’operazione che trasferisce tutti i 140 migranti di Vicofaro in strutture gestiti da Caritas e diocesi. Desta reazioni e choc la foto di poliziotti in assetto di sommossa che entrano in canonica per trasferire tre migranti fragili e indisposti ad andar via da Vicofaro. Questo avveniva all’inizio di luglio. Un mese dopo, nella settimana di ferragosto, l’ultimo tassello dell’operazione: don Biancalani rimosso da parroco. E ora? “Io continuerò a fare accoglienza”, dice il prete. La sfida con il vescovo continua. A guadagnarci politicamente è Tomasi che in campagna elettorale potrà sventolare il vessillo di una vittoria che neppure Meloni (vedi Albania) e Salvini sono riusciti a ottenere. Lui sì, contro i migranti è riuscito a far chiudere Vicofaro e far rimuovere il parroco.

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Il Fatto Quotidiano

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