Pierfranco Bruni: Ida Magli voce profetica sul crepuscolo dell’Europa e il malessere dell’Occidente. Incontro a Bisceglie
- Postato il 9 maggio 2025
- Antropologia Filosofica
- Di Paese Italia Press
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Ida Magli (1925-2016) non è stata una figura intellettuale comoda. Antropologa culturale di acume penetrante e penna affilata, ha attraversato il panorama culturale italiano del secondo Novecento e del nuovo millennio come una sentinella critica, scrutando con occhio disincantato le dinamiche sociali, politiche e spirituali del suo tempo. La sua analisi si è concentrata con particolare intensità sul progetto europeo e su quella che lei percepiva come una inesorabile spirale di decadenza che avvolgeva l’intero Occidente.
Già negli anni ’90, in un clima di crescente entusiasmo per l’integrazione continentale, Ida Magli si ergeva come una voce dissonante. Il suo pamphlet del 1997, “Contro l’Europa”, non rappresentava un rigetto ideologico dell’idea di un’unione tra popoli europei, bensì una critica radicale alla sua architettura e alle sue premesse. Per la Magli, l’Europa non poteva e non doveva essere ridotta a un mero costrutto burocratico ed economico, un’entità artificiale edificata sulla soppressione delle identità nazionali e delle specificità culturali che avevano plasmato la sua ricca e complessa storia.

La sua visione dell’Europa era quella di un organismo vivente, un mosaico di tradizioni, lingue, storie e sensibilità uniche, tenute insieme da un sottile filo di affinità culturali e da un comune senso di appartenenza a una civiltà millenaria. L’Unione Europea, nella sua implementazione concreta, le appariva come una forza omologatrice, un Leviatano tecnocratico che, in nome di una malintesa idea di progresso e di unità, rischiava di cancellare secoli di evoluzione culturale e di appiattire le differenze che costituivano la vera ricchezza del continente.
Opere successive come “La dittatura europea” (2010) e “Dopo l’Occidente” (2012) hanno ulteriormente radicalizzato la sua critica. La Magli denunciava un “totalitarismo soft”, una forma di controllo subdola e pervasiva esercitata attraverso meccanismi economici e normativi, che minacciava la sovranità popolare e la libertà dei singoli stati. L’introduzione dell’euro, in particolare, era vista come una trappola finanziaria destinata a favorire i paesi più forti a scapito di quelli più deboli, acuendo le disuguaglianze e minando la coesione sociale.
Ma la critica di Ida Magli al progetto europeo era solo un aspetto di una più ampia e profonda riflessione sul declino dell’Occidente.
La sua formazione antropologica la portava a osservare con crescente preoccupazione la perdita di quel “sacro” che, a suo avviso, aveva rappresentato il fondamento etico e spirituale delle società occidentali per secoli. Nonostante la sua dichiarata non credenza, la Magli nutriva una profonda nostalgia per il senso di comunità, per i rituali collettivi e per quella dimensione trascendente che conferiva significato all’esistenza individuale e coesione al tessuto sociale.
L’affermarsi di un individualismo esasperato, la crisi della famiglia, la perdita di autorevolezza delle istituzioni tradizionali, la mercificazione di ogni aspetto della vita, l’ossessione per il consumo e per un progresso tecnologico fine a se stesso erano, per la Magli, sintomi di un profondo malessere, di una civiltà che aveva smarrito la sua bussola morale e spirituale. In questo scenario di dissoluzione, l’Europa, con la sua rinuncia alle radici cristiane e alla sua storia millenaria, le appariva come un emblema di questa decadenza, un continente stanco e privo di una visione del futuro.
Le sue analisi, spesso taglienti e provocatorie, non sono mai state accolte con unanimità. Hanno suscitato ammirazione e consenso in coloro che condividevano le sue preoccupazioni, ma anche feroci critiche da parte di chi le considerava eccessivamente pessimiste, reazionarie e nostalgiche di un passato idealizzato. Le si è rimproverata una certa rigidità nel giudizio, una tendenza a generalizzare e a non riconoscere gli aspetti positivi del processo di integrazione europea e della modernità.
Tuttavia, a distanza di anni dalla pubblicazione delle sue opere più controverse e dopo la sua scomparsa, il pensiero di Ida Magli continua a stimolare un dibattito necessario e urgente. Le sue domande sul senso dell’identità europea, sui limiti di un’integrazione puramente economica e burocratica, sui rischi di una perdita di radicamento culturale e spirituale risuonano con forza nel contesto attuale, segnato da crisi economiche, migrazioni di massa, populismi e una diffusa incertezza sul futuro del continente.
Indipendentemente dalla condivisione delle sue conclusioni, l’eredità intellettuale di Ida Magli rappresenta un invito a non dare per scontato il valore delle identità culturali, a interrogarsi sulle fondamenta etiche e spirituali della nostra convivenza civile e a riflettere criticamente sul modello di sviluppo e di progresso che stiamo perseguendo. La sua voce, potente e anticonformista, ci ricorda la necessità di un pensiero libero e coraggioso, capace di sfidare le narrazioni dominanti e di porre domande scomode sul destino della nostra civiltà. In un’epoca di crescente omologazione e di pensiero unico, la lezione di Ida Magli è più attuale che mai: non smettere mai di interrogarsi sul senso del nostro cammino e sui valori che vogliamo tramandare alle future generazioni.
Si discuterà di Ida Magli alla tredicesima edizione di Libridamare, l’evento a Bisceglie (Barletta) attraversato dal filo conduttore di Scriventi di oggi che raccontano Scriventi di ieri. “Quando la presidente del Club per l’Unesco di Bisceglie, Pina Catino, ci ha proposto di condividere il racconto di Ida Magli, non abbiamo per nulla esitato, ripercorrendo una collaborazione collaudata“. Così Pierfranco Bruni tra i maggiori studiosi della pensatrice e ospite dell’incontro, in una intervista rilasciata a Paeseitaliapress.it.

Lo spazio culturale si svolgerà nella sala convegni di Universo Salute Opera don Uva il 14 maggio alle ore 19.00 e vede la condivisione delle associazioni Archeoclub Bisceglie, Stargate, Centro studi Grisi, Accademia delle Culture e delle Scienze internazionali, Libreria Vecchie Segherie Mastrototaro e si avvale del partenariato di Universo Salute e del patrocinio del Comune.
Una celebrazione significativa soprattutto in questo particolare temperie europea. Pierfranco Bruni ha considerato Ida Magli una filosofa e una antropologa eretica.
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Per il Ministero della Cultura è attualmente:
• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;
• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;
• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.
Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
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