Piano del verde, fumata nera in commissione: giunta tenta il voto al fotofinish. Consulta del verde: “Inutile e inconsistente”

  • Postato il 2 aprile 2025
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commissione piano del verde

Genova. Dopo la maratona dell’assessore Mario Mascia nei consigli municipali per la raccolta dei pareri – sette assemblee partecipate in un solo giorno – dalla commissione comunale arriva un’altra fumata nera per il Piano del verde del Comune di Genova, la cui approvazione in commissione è stata rinviata all’ultimo appuntamento utile per tentare il passaggio definitivo al fotofinish dell’ultima seduta del Consiglio comunale di questo ciclo amministrativo in programma per il prossimo martedì.

La seduta di questa mattina in commissione consigliare, infatti, è finita dopo quasi quattro ore di confronto con un nulla di fatto, con le opposizioni che hanno contestato il metodo e la prassi amministrativa adottata e la totale bocciatura del documento da parte delle associazioni facenti parte della Consulta del verde, che di fatto hanno stroncato il piano redatto dagli uffici comunali.

A tenere banco le osservazione degli esperti delle varie associazioni ambientaliste, ma non solo, che in questi mesi hanno analizzato il documento, rilevandone criticità e “inadeguatezze”. “Non è un vero e proprio piano del verde ma piuttosto un documento che prova a tracciare delle linee guida – ha osservato Giorgio Scarfì di Genova contro il degrado – Il documento presentato dal Comune di Genova non è approfondito ed è viziato da una lettura sommaria del paesaggio cittadino. Non ci sono obiettivi concreti e tutto il suo impianto poggia su una gestione ordinaria del verde che purtroppo mostra grandissime lacune. Costruire la pianificazione senza una base solida della gestione del verde cittadini, è un lavoro inutile“.

A rincarare la dose l’architetto Giovanni Spalla, Unige: “Un documento confuso – ha sottolineato durante il suo intervento in Sala Rossa – vengono applicati degli standard di verde pubblico su base generale quando dovrebbero essere applicate alle singole aree cittadine. E poi manca un esame approfondito del sottosuolo, fattore fondamentale per assicurare una gestione del verde che ne possa garantire la durata nel lungo periodo e soprattutto la sua qualità”. Fattori che hanno spinto lo stesso architetto a chiedere di cambiare nome al documento: “Non possiamo considerarlo un Piano del Verde vero – ha commentato – non contiene programmazione di sorta, solo delle linee guida peraltro senza alcun tipo di cogenza”.

E poi la “mazzata” di Andrea Agostini, ambientalista di lungo corso, in prima fila tutte le battaglie “verdi” di questi anni con il suo Circolo Nuova Ecologia : “Manca completamente una anagrafica seria delle alberature – spiega motivando la sua stroncatura – Non si sa nulla del piano di rischio arboreo, citato ma non palesato, e il fatto che nella redazione finale del documento le osservazioni della Consulta del verde sia state riassunte in una modesta tabella senza essere esplicitate nelle rispettive argomentazioni lo rende fuorviante”. E poi la “dichiarazione di guerra”: “Se il documento fosse approvato, siamo pronti a portarlo in tribunale per l’annullamento, mentre stiamo valutando se procedere nei confronti della segreteria generale del Comune di Genova per aver dato procedibili atti che secondo noi non lo sono minimamente”.

A rispondere punto su punto l’assessore Mario Mascia, che in questi mesi si è fatto promotore di questo documento necessario per la rielaborazione e l’aggiornamento del prossimo piano urbanistico comunale: “Il decreto ministeriale 24 del 1968, come sa perfettamente l’architetto Spalla, contiene degli standard urbanistici, di cui si è tenuto conto nell’ambito della pianificazione del PUC del 2015. Il tema che lei ha posto è effettivamente un tema molto importante ed è quello su cui il Piano del Verde inizia in termini di best practice e non di norma prescrittiva. La parte del sottosuolo esiste, è stata una delle mie preoccupazioni rimanere sopra la terraferma perché noi, soprattutto qua a Genova, abbiamo un’esigenza forte di mettere a regime il verde con l’assetto idrogeologico del territorio: all’interno del documento ci sono parti cartografiche che sono state incorporate nel piano“.

“Esiste un censimento della alberature che fa parte della piattaforma di Aster ma questo non è pertinente al Piano del Verde come lo intendiamo noi – ha spiegato l’assessore – nell’ambito delle mappature anche previsionali, infatti, noi abbiamo tenuto conto anche del verde non pubblico ma esistente come quello ad esempio a margine degli ospedali, degli istituti religiosi e in tutti quei contesti che non possono rientrare nella mappatura pubblica”

Sulle tempistiche adottate per l’approvazione del documento l’assessore Mascia risponde che sono state dettate “dall’esigenza di non buttare tutto il lavoro che è stato fatto e di mettere un punto fermo per il futuro – ha sottolineato durante il suo intervento – ma d’altro canto l’esigenza è anche alla luce di quello che è accaduto e che sappiamo tutti di dare una segnale forte che ci sia una risposta da parte di chi comunque è responsabile a livello politico di tutto quello che avviene sul territorio genovese”.

Autore
Genova24

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