Petizione per intitolare una via a Gianfranco Angusti, simbolo delle battaglie di Sampierdarena

  • Postato il 15 gennaio 2025
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gianfranco angusti

Genova. Una via che porti il nome di Gianfranco Angusti, il fondatore delle Officine Sampierdarenesi, attivista e sindacalista, per anni simbolo delle battaglie del quartiere e delle periferie. Angusti è morto a 78 anni, dopo una lunga malattia, l’8 settembre 2023.

E’ partita da qualche giorno la raccolta firme promossa dalle Officine, la cui presidente è oggi Barbara Barroero.

“Lo scopo è quello di raccogliere più firme possibili da allegare alla richiesta di intitolazione di una via a Gianfranco – spiega Barbara Barroero – in pratica quello che la famiglia, e tutti noi, chiediamo è la deroga dei fisiologici 10 anni dalla scomparsa imposti da regolamento comunale a Genova. Infatti, per soggetti che hanno avuto un ruolo, come Gianfranco, con la ovvia produzione di firme, può essere richiesta una deroga per velocizzare i tempi”.

Dove firmare per la petizione per intitolare una via a Gianfranco Angusti

Uffici Cgil in via San Giovanni d’Acri
Spi Cgil in via Stennio
Circolo Cap in via Albertazzi
Bocciofila Sampierdarenese largo Gozzano
Club Carbonai in via Pietro Chiesa 14
Profumeria Pink Panter in via Cantore
Bar Carioca via delle Franzoniane (solo al mattino)
Tabaccheria Voglia di Fumo in via Cantore

Chi era Gianfranco Angusti e perché gli si vuole intitolare una via

Riportiamo il testo che accompagna la richiesta di intitolazione da parte del comitato promotore della raccolta firme.

Gianfranco Angusti è nato il 27 luglio 1945 . Figlio di un operaio dell’Ansaldo Coque che muore schiacciato da un carroponte il giorno 4 marzo 1950, lasciando appunto la moglie e 2 bambini Gianfranco e Giuliana che quello stesso giorno compiva 3 anni. La mamma è stata dopo qualche anno assunta nello spaccio della fabbrica come lui del resto è stato poi assunto a 18 anni con figlio di deceduto sul lavoro. Chiudono poi la cokeria diventa Ansaldo Meccanico dove lui viene assorbito come altri suoi colleghi. La mamma invece passa in mensa alla Italcantieri di Sestri Ponente fino alla pensione. A poco più 20 anni Gianfranco diventa segretario della sezione sindacale di fabbrica Franco Antolini.

Sempre in mezzo agli scioperi e le lotte, così giovane intraprende insieme ai vecchi compagni come Carlo Parodi, segretario della commissione interna di fabbrica, Onorio Scamuzzi, Giancarlo Cagnati, Gildo Pisasale e della Caldeleria Mario Gelli nel 1971 la battaglia per l’inquadramento unico (150 lire all’ora per tutti). Con gli scioperi e manifestazioni anche in via Balbi davanti all’università, insieme agli studenti Carlo Parodi, Angusti, Prisco e Pressato vengono denunciati e imputati.

Il giudice Mario Sossi gli infligge un pena di 18 anni che naturalmente l’avvocato Ricci al processo fa condonare per tutti e quattro. Era il dicembre 1971. Nascita del primo figlio di Gianfranco, Gianluca. Ancora due anni di fabbrica e nel 1976 il partito decide di fare un corso di 12 mesi con 33 giovani del mondo produttivo di che provenivano da tutte le regioni d’Italia. Gianfranco parte per la sua nuova entusiasmante esperienza e arriva alla scuola di partito alle Frattocchie. Lì studia come in un’accademia . Tutti i giorni si alternavano a fare lezione figure come Pajetta, Longo, Berlinguer, Amendola, Cervetti, Carossino, Minella e altri grandi personaggi.

Lì Angusti ha conosciuto la grande pasionaria Dolores Ibaruri e Santiago Carillo. Dolores gli regalò anche un calendarietto che lui custodì gelosamente per tutta la vita. Ogni 15 giorni i ragazzi tornavano a casa. Lui arrivava il pomeriggio del sabato e ripartiva alla domenica pomeriggio con la sua valigia della roba pulita…

Arrivato a Genova ancora qualche mese di fabbrica, poi Angusti venne distaccato con la legge 300. Perciò pagato dalla fabbrica e andato in pensione come operaio dell’Ansaldo. Molti nella stessa situazione decidevano di diventare funzionari di partito oppure di sindacato. Lui no, PERCHÉ VOLEVA SEMPRE ESSERE LIBERO DI DIRE E FARE LA PROPRIA VOLONTÀ SENZA IMPOSIZIONI. Altrimenti sarebbe potuto tornare nel suo posto di lavoro. Questo però gli è costato economicamente. La pensione da operaio è differente da quella del funzionario.

Ma la testa alta è la coscienza pulita sono sempre state le massime di Gianfranco Angusti. 1978 responsabile sindacale del Ponente, ecco perché conosce bene la storia della Carmagnani: lui c’era quando quattro operai nello scoppio ci hanno lasciato la vita. Dopo qualche anno segretario della Filt Cgil provinciale e poi regionale. Poi responsabile nazionale dei porti italiani. Dopo dieci anni Sergio Cafferati gli dà un altro incarico pesantissimo: azzerare e riformare la Camera del Lavoro di Gioia Tauro con tutti i problemi che ha dovuto affrontare tra i quali lettere anonime e minacce. Ma anche lì con la sua tenacia è riuscito in ciò che si era prefisso e anche lì ha lasciato un buonissimo ricordo.

Tornato a casa, ha pensato al Porto di Genova collaborando alla formazione di nuovi posti di lavoro per i giovani. Fino al 30 novembre 2021 quando purtroppo è stato operato per la prima volta iniziando un percorso che inizialmente lo ha spaesato.

È stato presidente delle Officine Sampierdarenesi e ha lottato per la sua Sampierdarena, ma anche per tutta Genova, contro l’insediamento dei depositi chimici a Ponte Somalia e fino all’ultimo dei suoi giorni ha manifestato con tutta la gente che lo seguiva. Anche il sindaco Marco Bucci, notoriamente suo antagonista, il giorno del funerale è venuto a rendergli omaggio dicendo: “Oggi Genova piange un grande uomo”. Il desiderio della sua gente per ricordarlo è quello di intestargli un via di Sampierdarena che sarebbe un meritato riconoscimento.

Autore
Genova24

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