Pestaggio Davide Ferrerio, la Cassazione: fu tentato omicidio
- Postato il 26 febbraio 2025
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- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
Pestaggio Davide Ferrerio, la Cassazione: fu tentato omicidio
Il pestaggio che ha ridotto in fin di vita Davide Ferrerio nell’agosto 2022 fu un tentato omicidio aggravato da motivi futili e abbietti, a deciderlo in modo definitivo è la Corte di Cassazione
CROTONE – Fu tentato omicidio aggravato dai motivi futili e abietti. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di Nicolò Passalacqua, che ridusse in fin di vita Davide Ferrerio, ancora in condizioni gravissime dopo l’aggressione subita nell’agosto 2022 a Crotone a causa di un clamoroso errore di persona. Diventa definitiva la condanna a 12 anni e 8 mesi per il 25enne che mise a segno il raid in pieno centro, nei pressi del Palazzo di giustizia, l’area più videosorvegliata della città.
Tanto che la Squadra Mobile lo beccò in men che non si dica. I supremi giudici hanno, quindi, confermato la sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro, che dimezzò la pena inflitta in primo grado dal gup di Crotone, da 20 anni e 4 mesi a 12 anni e 8 mesi, per il venir meno dell’aggravante della minorata difesa, ma faceva restare in piedi l’accusa di tentato omicidio. Una decisione che con ogni probabilità peserà sul processo parallelo, che si sta celebrando col rito ordinario.
Il RICORSO
Il difensore, Salvatore Iannone, aveva fatto leva sulla sentenza del Tribunale penale di Crotone che ha condannato a 8 anni di reclusione la presunta istigatrice della spedizione punitiva (e ha assolto coimputato rumeno Andrej Gaju) riqualificando l’originaria imputazione di tentato omicidio in lesioni gravissime. L’avvocato Iannone si rifaceva alle conclusioni a cui è giunto il professor Francesco Introna. Il consulente nominato dal Tribunale pitagorico, che ha sostenuto che grazie a un video “migliorato” si può desumere che la vittima non fu colpita con due pugni, come si riteneva prima, di cui uno al cranio, ma soltanto con uno sferrato alla regione frontale. E che sarebbe stato l’impatto col cranio al suolo ad essere letale a causa della fragilità ossea di Davide, affetto da osteogenesi imperfetta, una patologia rara.
LE REAZIONI
Il ricorso della difesa è stato però respinto. La Corte ha accolto in toto la richiesta di conferma della condanna che era stata avanzata dalla Procura generale, alla quale si sono associati gli avvocati di parte civile, Fabrizio Gallo e Gabriele Bordoni. «Siamo soddisfatti – ha detto l’avvocato Gallo al Quotidiano – perché la tesi che abbiamo sempre sostenuto è stata riconosciuta in toto. A questa decisione dovrà adesso uniformarsi la Corte d’Appello nel rito ordinario. La perizia d’ufficio disposta dal Tribunale di Crotone è stata totalmente smentita». Regge, dunque, l’impianto della Corte d’Appello secondo cui «L’imputato pose in essere una condotta oggettivamente finalizzata a determinare alternativamente la morte o processi lesivi gravissimi alla vittima…», dimostrando «estrema professionalità nell’uso della violenza a mani nude».
Come si ricorderà, Passalacqua è inchiodato, oltre che dalle immagini che lo immortalano, anche dalle chat in cui affermava di essere andato “in bestia”. Voleva proteggere la ragazza, minorenne all’epoca dei fatti, che riteneva sua fidanzata, da un misterioso corteggiatore, che non era certo Ferrerio.
IL MOVENTE
La madre della ragazza avrebbe, infatti, organizzato l’incontro con il titolare dell’account Instagram con le false generalità dell’ex fidanzato al fine di dare una “lezione” ad Alessandro Curto (poi prosciolto), che aveva più di 30 anni. Il rumeno, invece, avrebbe partecipato alla spedizione punitiva mettendosi anche alla ricerca della persona con cui era stato concordato l’appuntamento. La ragazza è stata poi affidata in prova ai Servizi sociali.
A lei, Curto avrebbe inviato un messaggio con cui comunicava di indossare una camicia bianca, capo differente da quello effettivamente portato. La ragazza, leggendo ad alta voce il messaggio, avrebbe così riferito il dato a Passalacqua che, dopo aver notato il malcapitato Ferrerio con una camicia bianca, lo raggiunse, inseguendolo e colpendolo, durante la corsa, con un pugno al cranio. Quindi l’avrebbe roteato di 180 gradi infliggendogli una ginocchiata allo sterno per poi allontanarsi, lasciando la vittima in gravissime condizioni sull’asfalto della centralissima via Vittorio Veneto.
Il RISARCIMENTO
Diventa definitiva anche la condanna al risarcimento di un milione e 305mila euro in favore di Davide e le provvisionali immediatamente esecutive di 200mila euro ciascuno in favore dei suoi familiari, più la condanna al risarcimento del danno morale da quantificare in separata sede.
Il Quotidiano del Sud.
Pestaggio Davide Ferrerio, la Cassazione: fu tentato omicidio