Perché Mario Greco potrebbe tornare in Generali come presidente

  • Postato il 24 novembre 2025
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  • Di Forbes Italia
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“I miei ringraziamenti per l’opportunità che mi è stata offerta vanno particolarmente all’ingegnere Francesco Gaetano Caltagirone e al cavaliere Leonardo Del Vecchio, che mi contattarono per primi quattro anni fa e che mi hanno sempre sostenuto durante questi anni”. Era il 28 gennaio del 2016 quando Mario Greco prese carta e penna per scrivere una lettera mentre stava per lasciare la carica di amministratore delegato delle Assicurazioni Generali, alla quale l’aveva proiettato la Mediobanca di Alberto Nagel, forte del suo 13%, ma di cui soci importanti erano il costruttore, editore e finanziere romano e il patron di Luxottica. Greco scriveva nel momento in cui aveva già in tasca la carica di amministratore delegato del gruppo assicurativo Zurich, che ha ricoperto dal marzo di quell’anno a oggi.

In quella lettera, senza menzionare Nagel che ne aveva minacciato l’autonomia, Greco, resosi indisponibile per il rinnovo dell’incarico, ripercorse anche i risultati raggiunti dalla società sotto la sua guida: dal 2012, quando aveva assunto la carica, i nuovi premi raccolti dalle Generali erano passati da 66 a 70 miliardi di euro, con un risultato operativo salito da 4 a 4,5 miliardi. Era cresciuto anche l’utile netto, che dai 94 milioni del 2012 era arrivato a 1,67 miliardi nel 2014. Senza contare che all’arrivo del manager il titolo valeva 8,68 euro, contro i circa 14 euro del suo addio.

La storia di Mario Greco

C’è da dire che Greco in Zurich ha fatto molto meglio, perché dal marzo 2016 a oggi il titolo ha registrato un rialzo di oltre il 150%. Performance eccellente per il manager, tanto capace quanto freddo, pur essendo nato a Napoli nel 1959. Laureato alla Sapienza, ha lavorato in McKinsey dal 1986 al 1994, fino a diventarne partner, quindi è passato a Ras, con la carica di responsabile della divisione claims. Da qui andò in Allianz (come membro del cda), quindi a EurizonVita (allora parte del gruppo Sanpaolo Imi), in qualità di ceo (da cui uscì a seguito di un contrasto con Corrado Passera, allora amministratore delegato di Intesa Sanpaolo), e a Zurich Insurance. Nel 2006 entrò in Zurich Financial Services e l’anno successivo diventò deputy ceo global life del gruppo svizzero, per poi essere nominato ceo e membro del comitato esecutivo. Due anni più tardi diventò ceo general insurance di Zurich Insurance Group, per poi passare, nel 2012, a Generali come amministratore delegato, fino a rientrare in Zurich.

I risultati in Zurich

Sotto la sua guida l’utile operativo (business operating profit) di Zurich è aumentato da 4,5 miliardi di dollari nel 2016 a 7,8 miliardi nel 2024, con un tasso annuo di crescita composto (cagr) del 7%. Dal 2016 il gruppo ha distribuito 28,5 miliardi di franchi svizzeri in dividendi e 3,9 miliardi di franchi svizzeri in buyback di azioni. Tra il 2016 e il 2024 il dividendo è cresciuto del 6% e Zurich ha migliorato in modo significativo il proprio return on equity (roe), passato dal 6,4% nell’intero anno 2015 a un livello leader di settore pari al 26,3% nel primo semestre 2025.

Dal 2016 il gruppo guidato da Greco ha realizzato diverse acquisizioni che hanno ampliato e rafforzato la sua presenza globale, tra cui quella, nel 2017, di Cover-More, fornitore di assicurazioni viaggio, seguita da quella, nel 2024, della divisione globale di assicurazioni viaggio e assistenza di Aig, che ha reso Zurich uno dei principali fornitori globali di assicurazioni viaggio. Nel 2018 è stata la volta dell’acquisizione dell’80% in Adira Insurance, che ha fatto di Zurich il maggiore assicuratore estero danni (p&c) in Indonesia. Nel 2020 la società ha rilevato, insieme ai Farmers Exchanges, la divisione property & casualty di MetLife negli Stati Uniti e lo scorso anno ha comprato il 70% di Kotak General Insurance, attraverso la quale è entrata nel mercato indiano, diventando il primo assicuratore straniero a farlo dopo che, nel 2021, le regole sugli investimenti esteri diretti sono state modificate.

I motivi per tornare

Da quel tumultuoso addio a Trieste molte cose sono cambiate, a partire da Nagel estromesso da Mediobanca proprio grazie alla combinazione di Caltagirone e Francesco Milleri (che guida Delfin, holding degli eredi di Del Vecchio) con l’ariete del Monte dei Paschi di Siena. Il francese Philippe Donnet, successore di Greco alla guida delle Generali, è notoriamente inviso sia a Caltagirone, sia a Milleri, sia al governo Meloni, che ha orchestrato la conquista di Mediobanca. E così molti scommettono che il manager napoletano, reduce dai successi in Zurich, uscito dalla finestra di Trieste, il prossimo anno potrebbe rientrare dalla porta principale, magari non come amministratore delegato ma come presidente ‘pesante’.  E con il ruolo di ‘dealmaker’ per far tornare a ruggire il Leone di Trieste con una grande operazione internazionale.

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L’articolo Perché Mario Greco potrebbe tornare in Generali come presidente è tratto da Forbes Italia.

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Forbes Italia

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