“Per 13 anni ho pagato l’affitto per un parcheggio che credevo fosse mio, poi ho fatto una scoperta choc”: la storia del parrucchiere truffato

  • Postato il 6 settembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un parrucchiere ha speso più di 16.650 euro per l’affitto di un parcheggio che non è mai stato di sua proprietà. La sfortunata vicenda si è consumata a Zurigo, in Svizzera, ovvero nel Paese in cui (almeno secondo noti stereotipi) tutto dovrebbe funzionare bene e correttamente. Ben tredici anni fa un professionista del settore estetico aveva deciso di svoltare la propria carriera professionale. L’uomo, la cui identità non è stata resa pubblica, aveva scelto la città di Zurigo per aprire la sua attività da parrucchiere. Dopo ricerche e (non troppo attente) valutazioni del caso, il barbiere aveva trovato un locale per lui ottimale, situato proprio nel cuore di Zurigo.

Oltre a poter usufruire del bene immobiliare pagando un regolare affitto mensile, il contratto stipulato con la proprietaria aveva con sé più vantaggi del previsto. In aggiunta allo spazio commerciale, veniva garantito anche l’utilizzo esclusivo di una piazzola privata, situata proprio davanti all’ingresso del salone. Uno spazio utile, anzi utilissimo, dove poter posteggiare l’automobile. A maggior ragione in una città come Zurigo, dove non è sempre scontato trovare parcheggio. Solo per il posto auto, il parrucchiere aveva versato alla locatrice cento franchi svizzeri (106.80 euro) al mese. Non una cifra da capogiro ma, comunque, pur sempre soldi, specialmente se pagati per ben tredici anni di fila. Cosa che ha fatto il parrucchiere, pur di assicurarsi la piazzola riservata.

Ma la realtà, a volte, “è troppo bella per essere vera”. Il posteggio auto che il parrucchiere credeva di aver “blindato” grazie all’accordo firmato con la locataria, infatti, era fittizio. Il parcheggio, in tutti quei tredici anni, era rimasto di dominio pubblico e, quindi, accessibile a chiunque. La scoperta della truffa è avvenuta in modo del tutto casuale. Il barbiere, a seguito di una multa per divieto di sosta, aveva deciso di andare a fondo alla questione. Essendo convinto di aver regolarmente pagato per avere la piazzola, l’uomo non si dava spiegazioni del perché fosse arrivata la contravvenzione.

Allora aveva avviato una personale indagine tra mappe catastali e documenti ufficiali. Le sue ricerche avevano portato ad un inaspettato epilogo: la tanto agognata piazzola privata non era mai stata di sua esclusiva pertinenza. E la locataria, dunque, si era intascata irregolarmente più di sedici mila euro in tutto quel periodo. Scoperto l’inganno, il professionista ha scelto di agire per vie legali, denunciando la proprietaria per truffa ed arricchimento indebito. Sentendosi parte lesa di un raggiro durato anni, il barbiere ha deciso anche di lasciare il locale e trasferire la propria attività altrove, per voltare definitivamente pagina.

La vicenda si è mostrata più complessa del previsto. La proprietaria dell’immobile, anziché tentare una mediazione o proporre un risarcimento, ha contrattaccato, accusando il parrucchiere di diffamazione e sostenendo che, in fondo, entrambi avevano tratto beneficio dall’accordo. Il caso è ora all’attenzione della giustizia svizzera. Se da un lato la locataria continua a difendersi affermando che l’accordo fosse chiaro e trasparente, dall’altro il parrucchiere rivendica il proprio diritto ad essere tutelato contro pratiche ingannevoli.

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Il Fatto Quotidiano

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