“Pensavo che Sempio mi avrebbe riconfermato, non è stato così. Partecipo a tutte le trasmissioni con gentilezza, mi espongo alle critiche e agli elogi”: Lovati svela i retroscena della revoca del mandato

  • Postato il 15 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Massimo Lovati non è più l’avvocato di Andrea Sempio. È questa la decisione presa dal 37enne accusato dalla procura di Pavia di aver ucciso Chiara Poggi in concorso “con ignoti o con Stasi”, come da capo di imputazione. Sarebbero state decisive, in questo senso, le recenti uscite del legale tra interviste, ipotesi suggestive tra esorcismi e sicari, e dichiarazioni che gli sarebbero costate una denuncia per diffamazione a Milano. E, ora, anche la sollevazione dal suo ruolo di difensore di Sempio.

A raccontare i retroscena che hanno portato alla revoca del mandato è lo stesso Lovati che, a “Ignoto X” su La7, ha spiegato quanto è accaduto negli ultimi giorni: “Poco prima di pranzo, verso le 12.15 mi ha telefonato Sempio comunicandomi che aveva deciso di revocarmi il mandato difensivo. Da un certo punto di vista me lo aspettavo, sì, ma credevo che il nostro colloquio di venerdì (10 ottobre, ndr) fosse stato decisivo per la riconferma. Non è stato così”, ha svelato l’avvocato. “Partecipo a tutte le trasmissioni con gentilezza, mi espongo alle critiche e agli elogi di tutti. Credevo di riuscire a portare a termine il mio incarico, anche con successo, ma prendo atto che il mio assistito non intende più essere difeso da me per ragioni apparentemente caratteriali”, ha aggiunto. Non è mancata poi una risposta su Angela Taccia, che, al momento, resta l’unica legale nella difesa di Sempio: “Ho parlato anche con lei, mi è sembrata che fosse neutrale. Non penso abbia partecipato alla scelta di revocarmi, secondo me lo ha deciso Andrea”.

Incalzato dalle domande del conduttore Pino Rinaldi, il legale si è anche espresso sulla situazione complessiva delle indagini. “Se posso essere chiamato a testimoniare? Non penso. In primis, nessuno è indagato per corruzione, quindi di cosa vado a testimoniare? Poi, anche qualora venissero indagati i genitori di Sempio o lo stesso Andrea, potrei trincerarmi sotto il segreto d’ufficio”. Nonostante la revoca del suo mandato, però, Lovati è ancora certo dell’innocenza di Sempio: “Secondo me non è solo innocente, ma anche estraneo ai fatti. Io sarei voluto rimanere suo difensore, non sono stato io a provocare le mie dimissioni. Non è nelle mie caratteristiche”, ha spiegato ancora l’avvocato. Successivamente, si è concentrato sul DNA ritrovato sulle unghie di Chiara, che, secondo alcuni, apparterrebbe a Sempio: “Non c’è il suo DNA su quel tracciato. C’è chi la pensa diversamente, ma in tanti la pensano come me. La pensava così anche il perito nominato dal GIP durante l’incidente probatorio”. Lovati, infine, racconta l’ultimo suggerimento dato al suo ex assistito prima della revoca del mandato: “Siccome dicono che c’è il suo DNA, gli ho consigliato di tappare la bocca a tutti con la nomina di un genetista”, conclude il legale.

Le frasi di Lovati e la denuncia per diffamazione

Sono state diverse le dichiarazioni che potrebbero aver portato Sempio a revocare il mandato difensivo a Lovati. Le più recenti sarebbero quelle rilasciate al programma “Falsissimo” di Fabrizio Corona, dove il legale aveva raccontato il suo incontro Claudio Salvagni, avvocato di Massimo Bossetti nel caso di Brembate: “Avrebbe dovuto fargli dire: ‘Io, Bossetti, sono l’amante di Yara Gambirasio, ci trovavamo tutte le settimane e sco*avamo… Ecco perché c’è il mio DNA. Condannatemi per violenza sessuale con minore consenziente, ma non per omicidio. Io non l’ho uccisa’. Lo avrei difeso così”, ha detto Lovati. Parole che hanno suscitato la reazione dello stesso Salvagni: “Massimo Lovati ha buttato fango su Yara Gambirasio, una ragazzina che non si può difendere da parole ignobili”, è stata la risposta del legale di Bossetti. Ad aggravare la posizione di Lovati sarebbe stata anche una querela per diffamazione aggravata per alcune dichiarazioni rese lo scorso 13 marzo ai danni dello Studio Giarda, che per otto anni è stato incaricato della difesa di Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Poggi condannato in via definitiva per il delitto di Garlasco.

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