Pedagogia antimafia, trasferta a Scampia per 44 studenti di UniCal

  • Postato il 17 maggio 2025
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Pedagogia antimafia, trasferta a Scampia per 44 studenti di UniCal

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Gli studenti del corso di Pedagogia antimafia di UniCal in visita a Scampia incontrano l’educatore napoletano Corona.


RENDE – «Quello che ci appartiene va difeso. Scampia è il nostro quartiere, non la terra dei Di Lauro e della camorra. Stiamo dimostrando che è possibile costruire un futuro di libertà e dignità anche da noi, a sud di Roma». Con queste parole, Ciro Corona, leader di R-Esistenza anticamorra, ha accolto all’Officina delle Culture “Gelsomina Verde” 44 universitari calabresi iscritti al corso di Pedagogia dell’Antimafia, attivo presso l’Università della Calabria, che ieri hanno visitato il quartiere posto alla periferia nord della città partenopea, nell’ambito delle loro attività di formazione critica alla cultura dell’antimafia sociale.

Il fondatore del movimento antimafia napoletano ha invitato i futuri educatori (che studiano al dipartimento di Culture, Educazione e Società) a diventare costruttori di una pedagogia del cambiamento sociale ispirata ai principi della Scuola di Barbiana.

DALLA FABBRICA DI MORTE ALL’INNOVAZIONE SOCIALE

Una pedagogia emancipatrice, dunque, radicata nella difesa dei diritti di prossimità che l’esperienza, decennale ormai, dell’Officina delle Culture “Gelsomina Verde” ha reso possibile nel corso degli anni, trasformando un ex istituto tecnico, abbandonato durante la faida di camorra che ha insanguinato Scampia nei primi anni del Duemila, da fabbrica di morte a laboratorio di innovazione sociale. La scuola era infatti diventata – ha raccontato Corona agli studenti e alle studentesse dell’UniCal facendo visitare loro la struttura riqualificata – prima un deposito di armi e poi un ricovero per i tossicodipendenti del quartiere. «Oggi è un centro polifunzionale dove convivono dieci realtà sociali, cooperative, associazioni ed è frequentato da circa 400 persone al giorno.

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Per bonificare questo luogo – ha spiegato il presidente di R-Esistenza – abbiamo camminato su un tappeto di tre centimetri di siringhe con le quali abbiamo riempito 45 bidoni di quelli grandi che si usano per la raccolta differenziata. Ci sono voluti dodici camion della spazzatura per ripulire questo spazio da ciò che sembrava davvero l’inferno in terra».

PEDAGOGIA ANTIMAFIA, TRASFERTA A SCAMPIA PER GLI STUDENTI UNICAL: L’OFFICINA DELLE CULTURE

I cancelli dell’Officina delle Culture, adesso, sono aperti ogni giorno. C’è una scuola di pilates in uno dei plessi della struttura con 300 donne iscritte. Una di karate con 220 ragazzi associati. Una di danza e un’altra di musica con sala prove e incisione. Un corso di fotografia, una fattoria con animali sequestrati alla camorra, una biblioteca per ragazzi che ospita un doposcuola pomeridiano, un centro multimediale e due casa-famiglia. Corona ha anche annunciato la nascita della prima pizzeria sociale del quartiere proprio all’interno dei locali della “Gelsomina Verde” e ricordato l’impegno della sua associazione per il reinserimento sociale dei detenuti (in dieci anni di lavoro, sono circa mille quelli che hanno ripreso a vivere nel pieno rispetto delle regole civili e sociali).

ANTICAMORRA SOCIALE

Le considerazioni finali del fondatore dell’anticamorra sociale sono state dedicate alla necessità di ripensare l’antimafia come pedagogia delle responsabilità ma anche delle opportunità da offrire soprattutto nelle realtà periferiche gravate da complesse emergenze. «Questa è casa vostra», ha concluso Corona, spiegando ai ragazzi dell’ateneo di Arcavacata i concetti di potere, diritto, libertà e liberazione come processi collettivi di ri-territorializzazione, generativi di bene comune e di difesa degli spazi di pubblica utilità nell’ambito di una nuova cultura della partecipazione e della cittadinanza attiva.

Gli studenti dell’Università della Calabria, accompagnati dal loro docente di Antimafia, Giancarlo Costabile, hanno poi visitato l’agglomerato di palazzine popolari delle Case dei Puffi/Lotto p,  storica piazza di spaccio, oggi centro di battaglie socio-politiche per il riscatto del territorio e il diritto all’abitazione. Ma anche i cantieri dell’abbattimento delle Vele e della ricostruzione del nuovo quartiere, arrivati dopo 40 anni di battaglie. Il parco Corto Maltese, ex piazza di spaccio valorizzato dai volontari, diventato oggi punto di incontro sul territorio. E infine il murale di Falcone e Borsellino realizzato dall’associazione R-Esistenza e dall’associazione Ultimi, presieduta da don Aniello Manganiello, in occasione del trentesimo anniversario della nascita della Dia.

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