Pedagogia antimafia, Chiesa e UniCal alleate per costruire cittadinanza attiva
- Postato il 17 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Pedagogia antimafia, Chiesa e UniCal alleate per costruire cittadinanza attiva
Giornata di studi coordinata dal docente UniCal di Pedagogia antimafia Costabile, alleanza educativa tra Chiesa e Università
RENDE – Chiesa e università impegnate nella promozione di una cultura della cittadinanza attiva e della responsabilità sociale dell’educazione. Reti di collaborazione scientifica tra dipartimenti universitari e istituzioni di ricerca di atenei pontifici per costruire una pedagogia antimafiosa in grado di contrastare il linguaggio delle sudditanze ai poteri criminali.
Questi sono alcuni dei risultati della Giornata di Studio dedicata al rapporto tra Chiesa e mafie che si è svolta lo scorso giovedì presso l’Università della Calabria e l’Istituto di Scienze Religiose “San Francesco di Sales” di Cosenza.
L’EVENTO
L’evento è stato promosso dall’Istituto di ricerca e formazione interdisciplinare sulle mafie “don Peppe Diana” della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli in collaborazione con l’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, il Dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’UniCal, l’Istituto Superiore di Scienze religiose di Cosenza, l’Istituto Teologico Calabro di Catanzaro “San Francesco di Paola”, la Scuola di Formazione Teologica della Diocesi di S. Marco Argentano-Scalea, l’Università della Memoria e Ricerca “Rossella Casini” sita a Limbadi in un bene confiscato e l’associazione San Benedetto di Cetraro.
A coordinare le due sessioni di studio e confronto, alle quali hanno partecipato tra mattina e pomeriggio oltre 200 tra studenti e docenti, sono stati Giancarlo Costabile, docente di Pedagogia dell’Antimafia al DiCES Unical, e don Emilio Antonio Salatino, direttore dell’Issr di Cosenza.
DUE SESSIONI
La prima sessione dell’evento si è tenuta presso l’University Club dell’Ateneo mentre la seconda nella Sala conferenze dell’Issr a Rende. Diverse le autorità accademiche e religiose presenti, a partire dai vertici della Sezione San Tommaso della Pftim e dell’Irfi, don Antonello Foderaro e don Marcello Cozzi, animatori del progetto antimafia nell’Ateneo pontificio, diretto dal Cardinale calabrese Domenico Battaglia.
L’iniziativa è stata conclusa nel pomeriggio da don Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, e ha registrato, inoltre, la presenza di don Francesco Savino, arcivescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana. Tra gli organizzatori, don Ennio Stamile, rettore dell’Università della Memoria e della Ricerca “Rossella Casini”, sita a Limbadi nel Vibonese su un bene confiscato al clan Mancuso.
Stamile ha, inoltre, ricordato Francesco Fortugno, il politico della Locride ucciso esattamente 20 anni fa, proprio il 16 ottobre del 2005. Tutti gli interventi delle autorità religiose e dei direttori degli istituti universitari della Chiesa hanno posto con determinazione l’accento sulla necessità di contrastare la cultura mafiosa e i poteri forti, e l’alleanza tra sistemi criminali e massoneria.
TEOLOGIA ANTIMAFIOSA
Foderaro, preside della San Tommaso a Napoli, ha insistito molto nella sua relazione sull’educazione alla corresponsabilità sociale quale strumento per una nuova coscientizzazione di cui il Mezzogiorno del Paese può giovarsi. Cozzi, che dirige l’Irfi, ha parlato di memoria generativa come elemento fondamentale per costruire una rinnovata consapevolezza sui sistemi criminali.
Molto interessante è stato il dialogo tra il vescovo Savino e il filosofo Augusto Cavadi sulla teologia antimafiosa di cui il presule nativo di Bitonto è un alfiere da anni sul piano nazionale. Savino, allievo di don Tonino Bello, è riuscito a coniugare denuncia profetica e speranza evangelica, delineando una Chiesa che non si limita a condannare astrattamente la mafia, ma offre una credibile alternativa spirituale e comunitaria attraverso comunità solidali, reti di fraternità educativa e forme di corresponsabilità civica.
In questo contesto, il Direttore dell’Issr di Cosenza, don Emilio Antonio Salatino, ha annunciato, durante i lavori dell’assise convegnistica, la costruzione di un percorso seminariale di studio e formazione scientifica sulla teologia e cultura educativa antimafia da sviluppare in collaborazione con il Dipartimento DiCES dell’UniCal e l’IRFI della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli.
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LINGUAGGI TRASFORMATIVI
Molto interessante, inoltre, l’intervento di apertura del neorettore dell’UniCal, Gianluigi Greco, che ha scandagliato l’epistemologia della cultura simbolica e la sua capacità di produrre cambiamento attraverso la creazione di linguaggi trasformativi che incidono sulla realtà. Lo scienziato cosentino, tra le menti più brillanti dell’informatica mondiale, ha dialogato con gli studenti di Pedagogia dell’Antimafia invitandoli con passione a costruire nuovi pensieri, a cercare una simbologia con la quale esercitare un rinnovato protagonismo di cittadinanza. Greco ha ribadito con forza che il compito dell’università è saper coniugare formazione professionale di qualità con una dimensione morale rigorosa, capace di diventare comportamento generativo di responsabilità condivise.
Infine, sono intervenuti all’importante assise anche il docente di Antropologia culturale dell’UniCal, Fulvio Librandi, e Giuseppe Savagnone, responsabile del Centro diocesano per la pastorale della cultura a Palermo.
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