“Basta con i prepotenti”, sostiene con forza il Papa. Mentre Leone XIV continua a parlare di pace, massicci raid israeliani nella striscia di Gaza provocano centinaia di morti. In Ucraina un missile russo centra in pieno un bus uccidendo nove persone, bambini compresi.
Così le parole di buon senso del pontefice vanno a farsi benedire (è proprio il caso di dirlo). Non c’è niente che fermi la violenza provocando atrocità e fame. Possibile che ogni principio umanitario sia smarrito? Possibile che le grandi o piccole potenze non riescano a frenare o a far smettere guerre che non avrebbero dovuto nemmeno cominciare?
Nessuno segue le parole del Papa
Papa Leone XIV invoca la pace ma in Ucraina e Gaza è sempre più guerra (e anche in Italia non si scherza) – Blitzquotidian.it (foto Ansa)
Sembra di no, perchè, al contrario, questa protervia della forza e della superiorità dilaga anche là dove le armi non tuonano. Come in Italia, dove un raduno di poche decine di persone contrarie all’immigrazione clandestina scatena il putiferio degli antagonisti che si spacciano per “plo pal”, cioè a favore della Palestina. Milano viene messa a ferro e fuoco: la città è paralizzata, il centro chiuso, i negozi abbassano le vetrine.
Chi ha dato l’autorizzazione a questi illusi di incontrarsi a Gallarate al grido di “basta allo straniero?” “L’Italia agli italiani, l’Inghilterra agli inglesi”. Le proteste fioccano e il ministro Matteo Piantedosi si difende dicendo che “in democrazia non si può aver paura di nulla”. Nemmeno degli invasati che probabilmente (anzi con certezza) non hanno nulla da fare?
Tutti i partiti di destra e di sinistra, tutti i parlamentari, anche se con idee diverse, dovrebbero intervenire e invece di aizzare la polemica, dovrebbero avere il compito di riportare il Paese indietro nel tempo, quando la contrapposizione esisteva, ma non aveva oltrepassato i limiti della decenza. Gli uni contro gli altri, sempre in ogni circostanza anche la più banale. Non sarebbe il caso di ascoltare il Papa che fin dal primo giorno della sua elezione ha messo in primo piano la pace?
Sul fronte internazionale i propositi sono sempre buoni: Putin vuole la tregua, Zelensky pure, Trump assicura che ora interverrà lui e parlerà presto con il Cremlino.
Belle parole che rimangono sulla carta perchè la realtà è quella che tutti abbiamo sotto gli occhi. A Istanbul l’incontro fra le delegazioni della Russia e dell’Ucraina finisce in un clamoroso flop. In Medio Oriente a vincere sono soltanto la fame e la disperazione, perché gli aiuti alimentari non arrivano quasi mai a destinazione. La situazione è nera dovunque si volga lo sguardo.
Purtroppo pure sul fronte interno non brilliamo in fatto di tranquillità. Manifestazioni a parte (in cui sono gli infiltrati a far degenerare i raduni), la politica non la smette mai di litigare, servendosi di ogni occasione, anche la più insignificante.
Tensioni sui referendum
Ci sono i referendum sul lavoro e sul diritto di cittadinanza ed è su questi temi che si scatena la bagarre. La maggioranza non andrà a votare per evitare che si raggiunga il quorum degli aventi diritto a esprimere il proprio parere; la sinistra è inviperita e ritiene che così si straccia la Costituzione. La verità è che tra gli oppositori esistono differenze di non poco conto. Una parte del Pd è contro Elly Schlein, perchè non sopporta la sua virata troppo “a mancina”. I moderati dei dem – non pochi in verità – vorrebbero un cambio della segreteria, ma si rendono conto che bisogna ancora aspettare.
Tra questi ultimi, ecco spuntare il mai domo Matteo Renzi che, da centrista, rimprovera i suoi vecchi compagni di cordata: quelli che votarono a favore del Jobs Act e ora sono contro di lui. “Peggio per loro” ritiene. “Se ne accorgeranno che senza di me si perde”. Siamo in presenza dei soliti individualismi che non portano a nulla.
La Meloni va ancora più in là e punta il dito contro il presidente Macron: “I personalismi sono contro l’Occidente”, dice, mentre riceve a Palazzo Chigi i leader del Canada e della Germania. “Niente truppe a Kiev”, ripete. “Nessuno è contro questa mia idea”.
Il mondo è sconvolto, si deve cercare tutti insieme la pace. Come nello sport: dopo una partita, vinta o persa, andare al centro del campo e abbracciarsi. Oppure esultare quando una piccola donna vince a Roma un torneo di tennis di grande importanza.