Pai e Osa: “Il 21 settembre riapre la caccia: fauna perseguitata da Regione e parlamento e ridotta a mero bersaglio”

  • Postato il 20 settembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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caccia generica

Liguria. “Domani, domenica 21 settembre si apre la stagione venatoria con un calendario regionale che riduce la fauna a mero bersaglio, ignorando completamente l’eccezionale siccità dell’estate appena trascorsa. Un disastro ambientale che avrebbe imposto il rinvio dell’apertura generale, come consentito dall’articolo 19 della legge sulla caccia, che permette alle Regioni di vietarla in caso di ‘sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche’. Le condizioni ci sono, ma la volontà politica evidentemente no”. Così in una nota l’Osservatorio Savonese Animalista (OSA) e il Partito Animalista Italiano (PAI)

Secondo le due realtà “la Regione non solo volta le spalle agli animali, ma trascura anche la sicurezza di escursionisti, ciclisti e cercatori di funghi, che si troveranno a frequentare boschi con vegetazione fitta e visibilità ridotta a poche decine di metri: un contesto che rende ancora più pericolosa la presenza dei fucili. Dal 21 settembre i cacciatori potranno sparare dalle 6.15 del mattino (quando è ancora buio) fino alle 19.15 (quasi notte), tre giorni alla settimana e contro una lunga lista di specie: lepri, conigli selvatici, quaglie, starne, pernici rosse, fagiani, germani reali, alzavole, codoni, fischioni, mestoloni, marzaiole, canapiglie, frullini, beccaccini, cornacchie, gazze, ghiandaie, merli, colombacci, tordi bottacci; e dal 1° ottobre si aggiungeranno allodole, beccacce, tordi sassello, cesene, porciglioni, fagiani di monte, volpi, e dal 1° novembre perfino le morette”.

“Il massimo giornaliero di animali uccisi varia a seconda della specie, fino a 25 capi al giorno: numeri che non si possono definire diversamente da strage autorizzata. Per i massimi stagionali si arriva a cifre grottesche: 95 tordi sassello, 50 allodole, 25 quaglie, 20 fagiani, 20 beccacce, 8 tra starne e pernici, senza contare i limiti generici sul resto della fauna. Non manca, naturalmente, il capitolo cinghiale: dal 1° ottobre al 31 gennaio si potrà sparare senza considerare la ripresa della peste suina africana e la conseguente dispersione di animali sani e malati. A La Spezia i cacciatori sono stati giustamente fermati, nel savonese no. Intanto i caprioli maschi sono già sotto tiro dal 15 agosto e lo saranno fino a fine settembre; da gennaio a marzo toccherà a femmine e piccoli”.

Per PAI ed OSA si prepara “la solita carneficina, appena attenuata dal progressivo calo del numero di cacciatori, sempre più anziani. Una magra consolazione per una fauna selvatica perseguitata da Regione e Parlamento: quest’ultimo ha persino cancellato il divieto di caccia alla fauna migratoria nei valichi montani, dimostrando ancora una volta che per gli animali e per la sicurezza dei cittadini non c’è alcun rispetto”.

Autore
Il Vostro Giornale

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