Paghe da 1,6 euro all’ora, solo due riposi al mese e niente ferie: 37 lavoratori sfruttati in un supermercato del Catanese
- Postato il 15 maggio 2025
- Lavoro
- Di Il Fatto Quotidiano
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Trentasette lavoratori di un supermercato del Catanese venivano sfruttati facendoli lavorare “un numero di ore nettamente superiore rispetto a quelle previste da contratto”, con retribuzioni di 1,6 euro l’ora. Gli stipendi mensili si fermavano a 7-800 euro “a fronte di oltre 60 ore settimanali di lavoro”. A scoprirlo è stata la Guardia di finanza, che su disposizione del gip di Catania su richiesta della Procura della Repubblica ha arrestato per caporalato e autoriciclaggio il rappresentante legale e il direttore commerciale, ai domiciliari. La società, il cui valore è stimato in 3 milioni di euro, è stata sottoposta a sequestro preventivo.
Dal blitz è emersa “una situazione di estremo stato di bisogno economico, comune tutti i dipendenti”, ha detto il procuratore di Catania, Francesco Curcio, spiegando che gli impiegati del supermarket, “pur consapevoli delle violazioni e della evidente non corrispondenza alla contrattazione collettiva e alla normativa di riferimento del trattamento loro riservato dal datore di lavoro (quanto a retribuzione, a orario di lavoro, riposo e ferie), avevano accettato dette condizioni in ragione della situazione di grave difficoltà economica e della necessità di far fronte alle spese dei rispettivi nuclei familiari, non avendo altra valida alternativa”.
Insomma, “tra la possibilità di non percepire alcuna fonte di reddito e quella di subire sfruttamento lavorativo – osserva il procuratore -, non avevano potuto fare altro che accettare e subire questo ultimo”. Dagli accertamenti è emerso che buona parte dei lavoratori veniva impiegata per circa 65 ore settimanali (a fronte di contratti che prevedevano un impegno di 40 ore settimanali), fruendo di soli due riposi settimanali al mese. “Lo stato di bisogno dei dipendenti – dice ancora il procuratore Curcio – ne avrebbe limitato la libertà di scelta, incidendo sulla libertà di autodeterminazione a contrarre e inducendoli ad accettare condizioni particolarmente svantaggiose e illegali in quanto non consentite né dalla contrattazione collettiva né dalla normativa giuslavoristica”.
I finanzieri avrebbero accertato che nuovi dipendenti, in servizio da un anno, non avrebbero mai fruito di ferie. Inoltre, ad alcuni lavoratori, sin dal momento dei colloqui propedeutici all’assunzione, sarebbe stata chiaramente rappresentata la divergenza tra previsioni contrattuali sulla carta e il contenuto effettivo del rapporto contrattuale, senza alcun margine di trattativa ovvero “con l’inequivoca indicazione – conclude il procuratore di Catania – che l’accettazione di quelle condizioni lavorative risultava essere condicio sine qua non dell’assunzione e che, quindi, nessuna assunzione sarebbe avvenuta se non a quelle specifiche condizioni, cui i dipendenti si impegnavano non avendo alternative lavorative da poter percorrere”.
Le indagini delle Fiamme Gialle sono partite da controlli in un punto vendita di Biancavilla, con ramificazioni nei comuni di Adrano e Misterbianco.
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