Padova svela i suoi segreti: scoperta un’antica necropoli con il mistero di un cavallo sepolto
- Postato il 20 maggio 2025
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- Di SiViaggia.it
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Mentre il rumore dei lavori di ristrutturazione risuonava tra le palazzine affacciate su via Campagnola, nessuno avrebbe potuto immaginare che, appena sotto i piedi degli operai, giaceva silenziosa una storia millenaria. Siamo a Padova e proprio qui si è fatto un tuffo nell’età protostorica, tra il VI e il V secolo a.C., gettando le basi per nuovi studi sull’origine della città veneta attraverso la scoperta di una necropoli antichissima.
La scoperta della necropoli a Padova
A Padova uno scavo ha fatto emergere delle tombe che erano rimaste nascoste per secoli. Attualmente sono circa una decina quelle riportate alla luce, ma secondo gli esperti potrebbero essere molte di più.
Tra le più particolari ci sono le cosiddette tombe “a dolio”, ovvero contenitori in terracotta al cui interno si trovano vasi ossuari, oggetti di corredo e tracce del rituale funebre. Ci sono poi sepolture in casse lignee e cassette in pietra accompagnate da un dolio imponente e una semplice inumazione in terra nuda.
I reperti più rilevanti hanno dato modo di trovare persino un cavallo sepolto: simbolo di forza e nobiltà, segnala il rango sociale elevato a cui apparteneva. Dopotutto non è solo un animale ma una sorta di messaggero silenzioso che racconta un mondo in cui uomini e natura vivevano in connessione spirituale.
Ma la vera chicca è la tomba più ricca emersa finora: una cassa lignea quadrangolare con all’interno 36 reperti. Fanno parte della scoperta due vasi ossuari, tanti oggetti in ceramica, bronzo e ferro ciascuno con la propria storia. Sicuramente l’appartenenza all’élite è evidente, si pensa addirittura a qualcuno che avesse un ruolo centrale nella comunità del tempo.

L’importanza della scoperta
Lo studio ancora in fase di analisi ha già avuto un impatto dirompente su quella che era la Padova antica. Come sottolinea l’autorevole voce dell’archeologo Vincenzo Tiné, la nuova necropoli dà modo di definire con maggiore precisione i confini della città del Veneto in epoca pre-romana. La vera curiosità? I confini coincidono alla perfezione con il successivo dominio da parte di Roma.
Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova, ha commentato così la notizia in una nota ufficiale: “I lavori avviati dall’Università di Padova per la realizzazione di nuovi spazi dedicati alla didattica e alla vita studentesca hanno portato alla luce un patrimonio archeologico di grande valore. È una scoperta che arricchisce la conoscenza della storia di Padova e dimostra, ancora una volta, quanto sia preziosa la sinergia tra sviluppo urbano, ricerca scientifica e tutela del territorio. L’Ateneo, attraverso i suoi interventi, contribuisce non solo alla formazione e all’innovazione, ma anche alla valorizzazione della memoria storica della città”.
Sul sito degli scavi, oltre alla Rettrice dell’Università di Padova hanno partecipato la Prorettrice per la Cultura archeologa e professoressa Monica Salvadori e il Dirigente Tecnico dell’Università di Padova e responsabile dei lavori architetto Giuseppe Olivi.
Il fatto di poter studiare quello che è stato il passato di ogni città ha qualcosa di profondamente poetico e grazie al lavoro attento condotto da storici, archeologici e studiosi possiamo capire di più quelli che sono stati i tempi che furono e perché oggi le località hanno determinate strutture o caratteristiche architettoniche.