Oro e seta, pelle e mosaici: viaggio nel distretto dell’artigianato fiorentino
- Postato il 26 agosto 2025
- Small Giants
- Di Forbes Italia
- 2 Visualizzazioni

Articolo tratto dal numero di agosto 2025 di Forbes Italia. Abbonati!
Passeggiare per le strade di Firenze è come sfogliare un catalogo vivente dell’artigianato artistico. Mani che intagliano, cuciono, dorano, disegnano nelle botteghe che da secoli resistono e innovano. Siamo nella capitale dell’artigianato artistico, una rete di atelier che sono teatri delle meraviglie, con alta concentrazione in Oltrarno, la rive gauche fiorentina. Ma anche in Santa Croce e San Lorenzo l’artigianato è una questione genetica.
Un patrimonio sotto pressione
Recentemente alcune botteghe sono state immortalate dagli scatti sospesi, dall’inquadratura spesso cinematografica dai fotografi Alessandro Moggi ed Eugenia Maffei. Ne è nato il libro Vivere a Firenze. Un racconto tra case e botteghe, con testi di Livia Frescobaldi, edito da Marsilio. Così come il progetto Firenze Creativa ha appena mappato un centinaio di botteghe, suggerendo itinerari a un turismo desideroso di autenticità. Un’iniziativa, tra le altre, che punta a sensibilizzare sull’importanza di un patrimonio oggi sotto pressione, a causa di un ricambio generazionale sempre più difficile, di norme e burocrazie spesso castranti. Eppure, è sorprendentemente resiliente. Ma fino a quando?
Fra officine di restauratori, bronzisti, orafi, mosaicisti e artigiani della pelle si contano anche realtà ultracentenarie. Altre sono condotte da giovani formati nelle scuole fiorentine di alto artigianato, in testa l’Opificio delle Pietre Dure, centro di competenza e riferimento nazionale nella conservazione di opere d’arte, con attività di restauro, ricerca e alta formazione. Nato nel 1588 per volere di Ferdinando I de’ Medici come manifattura granducale per la lavorazione di pietre dure, oggi è un centro d’eccellenza 2.0 dove gli artigiani-scienziati lavorano come chirurghi dell’arte, occupandosi di opere su tavola e tela, sculture di legno e in pietra, arazzi, manoscritti, mosaici, affreschi, pietre dure, materiali lapidei, bronzi, dipinti murali.
Tradizioni secolari
Una bottega imprescindibile è la Chiarugi, fondata nel 1928 e giunta alla terza generazione con Simone Chiarugi. Maestro artigiano e storico dell’arte, unisce la precisione del restauratore alla sensibilità dello studioso. Attivo nella ricerca accademica e nella didattica universitaria, firma catalogazioni, curatele e progetti scientifici per importanti istituzioni. È specializzato nel restauro del mobile, con particolare attenzione alle tecniche di ebanisteria e intarsio dal XVI al XIX secolo, ha lavorato su capolavori lignei conservati in enti come Museo del Bargello, Bagatti Valsecchi, Palazzo Davanzati, Palazzo Pitti, Uffizi, oltre a quelli in note collezioni private. Nella sua bottega si respira il profumo del legno antico, della cera d’api e del tempo. Tra arredi, cornici dorate e strumenti pazientemente usurati, ogni restauro è un dialogo intimo con il passato.
Chiarugi è uno dei volti di questa mappa fatta di saperi che sono patrimonio dell’umanità. Dietro una vetrina anonima in Oltrarno o sotto un loggiato nascosto si cela un mondo che lavora silenziosamente per far durare ciò che sembrava perduto. Sono le botteghe di restauro, come quella di Bartolozzi e Maioli, attiva dal 1920 con lavori su arredi, cornici e opere d’arte per musei, chiese, collezioni private, dal Quirinale al Cremlino. Specializzato in mobili Boulle, intarsi e dorature, Olivastri Restauri si distingue per l’uso di tecniche ecologiche nella disinfestazione dei legni e nella conservazione di mobili storici. Da Bergamo, il suo fondatore ha portato a Firenze il proprio sapere, diplomandosi al Palazzo Spinelli e perfezionandosi nella bottega del maestro Cipriani. La Bottega d’Arte Maselli, alla terza generazione, è condotta da Gabriele Maselli, maestro artigiano e docente di ebanisteria e legno alla Scuola d’Arte Sacra di Firenze; è un laboratorio di cornici intagliate e dorate a mano con manufatti conservati in enti come gli Uffizi, la Basilica di San Lorenzo e il Vaticano.
Bronzo da medaglia
La Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli incarna da oltre un secolo l’eccellenza dell’arte della fusione in bronzo. Fondata nel 1905 da Ferdinando Marinelli Sr., la fonderia affonda però le sue radici nel Rinascimento, ricollegandosi alla storica fonderia medicea di Borgo Pinti, dove operarono maestri come Giambologna e Pietro Tacca. Divenuta punto di riferimento internazionale per la qualità delle sue fusioni a cera persa, la Marinelli ha dato vita a monumenti, fontane e copie di capolavori celebri, destinati a piazze, musei e istituzioni religiose in tutto il mondo. Tra le sue opere più note: il Monumento ai Caduti di Mario Moschi a Firenze, la Carretta dei Pionieri a Montevideo, i bronzi per i Musei Vaticani e numerosi progetti per il Metropolitan Museum e per l’Expo di Bruxelles del 1958. Oggi la fonderia ha sede a Barberino Val d’Elsa, dove continua a fondere opere d’arte con la stessa maestria artigianale del passato, coniugando tradizione e innovazione. A fianco dell’attività produttiva, conserva anche una preziosa gipsoteca con calchi rinascimentali e collabora strettamente con la storica Galleria Bazzanti, con la quale forma un polo unico dedicato alle arti plastiche fiorentine.
Il mosaico fiorentino e l’arte del cuoio
Scarpelli Mosaici, a un soffio dal Duomo, è specializzata nel commesso fiorentino, una tecnica rinascimentale che trasforma pietre dure in vere pitture di pietra. La bottega, punto di riferimento per collezionisti di tutto il mondo, è stata fondata nel 1972 da Renzo Scarpelli, che iniziò la sua formazione a 13 anni nella bottega di Giovanni Fiaschi. L’attività prosegue con i figli, che dal 2008 hanno aperto al pubblico il proprio laboratorio, trasformandolo in una galleria dove arte e artigianato si fondono.
Strade come via delle Conce, via dei Conciatori e via dei Tintori ricordano l’antica presenza di tannerie medievali. Perché a Firenze il cuoio non è solo una materia: è una cultura, una forma d’arte, e le sue botteghe sono piccole cattedrali del saper fare. Il racconto di questo segmento non può che prendere le mosse dalla Scuola del Cuoio, lanciata nel secondo dopoguerra dai frati della Basilica di Santa Croce in collaborazione con la famiglia di pellettieri Gori per insegnare un mestiere ai giovani orfani. Nel maggio del 1950 la Scuola del Cuoio aprì le porte ai visitatori, conquistando da subito una clientela americana d’eccezione: la Sesta Flotta, la Quinta Armata, l’Air Force statunitense e varie ambasciate. Tra gli estimatori, il generale Eisenhower, che da presidente commissionò un set da scrivania in pelle decorato in oro per lo Studio Ovale. Oggi la Scuola del Cuoio è guidata dalla seconda e dalla terza generazione della famiglia Gori. L’Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella offre prodotti in pelle esclusivi, frutto di antiche tecniche, così come la Bottega Dell’Artigiano si distingue per le calzature su misura. La Leather School Firenze insegna e produce manufatti d’eccellenza.
I nomi dell’eccellenza
Sono scrigni di maestria artigiana e creatività senza tempo le botteghe di oreficeria, dove tra scalpelli, filigrane e punzoni si forgiano gioielli che raccontano storie antiche e contemporanee, intrecciando tradizione e innovazione. Il tempio di tanta fervente attività è Ponte Vecchio. Qui opera, fra gli altri, Alessandro Dari, maestro orafo e artista, noto per le creazioni-scultura e l’approccio quasi alchemico alla gioielleria. Tra i riconoscimenti, il Premio Perseo come miglior artista della città e la nomina ad Artista scelto del Vaticano nel 2006. Le sue opere sono esposte al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti e al Museo della Cattedrale di Fiesole. Portano avanti una tradizione da argentieri lunga oltre 150 anni i Fratelli Peruzzi, con un marchio identificativo fra i più antichi in Firenze (FI114) e bottega sul Ponte Vecchio. Pampaloni Argentieri dal 1902 mantiene viva la lavorazione dell’argento con tecniche tramandate da generazioni. Accanto a loro, laboratori come Penko e Ranfagni si distinguono per design contemporanei e creazioni su misura, mentre artigiani come Tommaso Pestelli fondono antico e moderno in gioielli esclusivi.
Dal 1786 l’Antico Setificio Fiorentino perpetua l’arte della tessitura della seta. Ancora utilizza telai manuali del XVIII e XIX secolo, tra cui un orditoio progettato da Leonardo da Vinci. Broccatelli, damaschi, lampassi ed ermesini dell’Asf hanno vestito luoghi come il Quirinale e il Cremlino. Nel 2010 l’azienda è stata acquisita dalla maison Stefano Ricci, che ha contribuito a preservare e innovare questa tradizione. Oggi, sotto la direzione di Elisabetta Bardelli Ricci, l’Antico Setificio Fiorentino combina l’eccellenza artigianale con una visione contemporanea, offrendo esperienze uniche come il Tessitore per un giorno e collaborazioni con stilisti italiani.
LEGGI ANCHE: Viaggio nel distretto padovano dell’argento, dove sono state prodotte le posate per la regina Elisabetta
L’articolo Oro e seta, pelle e mosaici: viaggio nel distretto dell’artigianato fiorentino è tratto da Forbes Italia.