Ordigni sulla petroliera a Savona, la Procura di Genova indaga per terrorismo

  • Postato il 19 febbraio 2025
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petroliera seajewel

Genova. Sarà la direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo della procura di Genova a indagare sugli ordigni esplosi sulla chiglia della petroliera Seajewel battente bandiera maltese e in rada fra Savona e Vado, nella notte tra venerdì e sabato. Le esplosioni hanno aperto uno squarcio di un metro e mezzo sullo scafo e causato una moria di pesci nelle acque circostanti . Il fascicolo era stato aperto inizialmente dalla procura di Savona con l’ipotesi del naufragio, ma gli atti sono stati inviati ai colleghi genovesi che hanno appunto competenza in caso sia ipotizzata l’aggravante del terrorismo.

Summit in Procura a Genova per coordinare l’inchiesta

Il procuratore di Genova Nicola Piacente aveva aperto, subito dopo i primi colloqui con il collega Ubaldo Pelosi, un fascicolo ‘modello 45’, vale a dire senza ipotesi di reato, ma gli accertamenti compiuti ieri dai sommozzatori del Consubin sarebbero stati determinanti per escludere l’ipotesi di un incidente.

Quello che è avvenuto a bordo della nave sarebbe stato un attentato, o forse un avvertimento visto che le due esplosioni, una più potente e una seconda minore, hanno causato un danno alla parte esterna della chiglia, uno squarcio di 70 cm per 120 cm, ma fortunatamente non hanno bucato la camera di sicurezza evitando così la fuoriuscita del greggio.

Stamattina a Genova è arrivato il procuratore Pelosi che ha consegnato il fascicolo al collega genovese. Poi tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio al nono piano di palazzo di Giustizia si è tenuto un lungo summit tra il procuratore Nicola Piacente, la pm Monica Abbatecola (che coordinerà le indagini), gli investigatori dell’antiterrorismo della Digos di Genova guidati da Simona Truppo e la guardia costiera di Savona (che sarà supportata anche da alcuni ufficiali arrivati da Roma) per definire come procedere. Tra gli accertamenti disposti le analisi di laboratorio sui resti dei pesci coinvolti nell’esplosione per tentare di risalire al tipo di esplosivo utilizzato.

Sequestrata la scatola nera della nave che sarà analizzata non solo per studiare in dettagli i momenti antecedenti all’esplosione ma anche per tracciare con certezza tutto il percorso della nave. La Digos intanto ha cominciato a sentire come persone informate sui fatti il comandante della nave e l’equipaggio.

L’ombra del petrolio russo

L’attenzione degli investigatori va soprattutto alla guerra tra Russia e Ucraina perché sebbene la Seajewel abbia formalmente tutte le carte in regola (la società di gestione è la Thenamaris di Atene, compagnia), in base a un’inchiesta di Ukrainska Pravda, giornale di Kiev almeno tre viaggi della petroliera sarebbero sospetti.  In particolare a febbraio, marzo e maggio dello scorso anno la Seajewel avrebbe fatto tre volte la spola fra il porto russo di Novorossiysk e quello turco di Ceyhan.

Secondo il quotidiano ucraino la nave potrebbe far parte della cosiddetta ‘flotta ombra’, vale a dire quelle navi che caricano petrolio russo e poi, giungendo in determinate aree  lo trasferiscono su altre petroliere, scavalcando in questo modo le sanzioni europee.

La nave al momento non è sotto sequestro e i marittimi, quasi tutti di nazionalità filippina, sono a bordo in attesa di conoscere il loro destino. La nave, che deve ancora scaricare il greggio. necessiterà di un bacino di riparazione prima di riprendere il viaggio.

Autore
Genova24

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