Ora tanti riconoscono il genocidio a Gaza. Ma chi lo denunciava già a ottobre 2023?
- Postato il 2 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Chi ha avvertito il mondo e l’Italia del rischio di genocidio durante le prime settimane dell’attacco israeliano a Gaza? Chi ha rotto il silenzio nelle fasi iniziali del genocidio, cercando di fermarlo già a ottobre 2023? In questi giorni si leggono prese di posizione sul genocidio piuttosto tardive, ma benvenute. Dopo quasi due anni di genocidio, qualche associazione e intellettuale, magari spinti dagli orrori indicibili di questi giorni, ha finalmente deciso di prendere posizione e ammettere che a Gaza sta avvenendo un genocidio.
In questi casi, preferisco dire “meglio tardi che mai” invece di “troppo tardi e troppo poco”. Ma la domanda resta: chi ha suonato per primo la campana d’allarme per il genocidio di Gaza?
Probabilmente il primo è stato Ilan Pappè, già autore di “The Ethnic Cleansing of Palestine”, noto anche per il suo termine “genocidio incrementale”. In un’intervista del 10 ottobre 2023 rilasciata a The Palestine Chronicle e tradotta in Italiano da Info Aut una settimana dopo, Ilan Pappè parla di “genocidio che Israele” stava già “perpetrando contro la popolazione di Gaza”.
Tre giorni dopo, il 13 ottobre, Raz Segal e Martin Shaw, scrivevano due articoli intitolati rispettivamente “A Textbook Case of Genocide: Israel has been explicit about what it’s carrying out in Gaza. Why isn’t the world listening?” e “Israel, Gaza and the Spectre of Genocide”.
Il 19 ottobre, 2023, sei specialisti di genocidio, Barry Trachtenberg, Victoria Sanford, Damien Short, Robert McNeil, Taner Akçam, spediscono una lettera a Karim Khan, procuratore capo della Corte di Giustizia Internazionale dove denunciano Israele per “crimini di guerra, crimini contro l’umanità, e incitamento al genocidio”. Il Lemkin Institute for Genocide Prevention ha rilasciato due “genocide alerts” il 13 ottobre e il 28 ottobre.
Il 14 ottobre, il Manifesto ha pubblicato l’articolo “Fermate questo genocidio”: appello da Gaza sotto le bombe”. Il 14 ottobre, Francesca Albanese ha pubblicato l’articolo “UN expert warns of new instance of mass ethnic cleansing of Palestinians, calls for immediate ceasefire”. Inoltre, il 15 ottobre, un gruppo di studiosi e professionisti del diritto e di studi sul genocidio ha lanciato un allarme pubblico sul rischio di genocidio a Gaza. Tra le 800 firme, oltre a quelle di Omer Bartov e dello stesso Raz Segal, figurano numerosi studiosi italiani, tra cui Luigi Daniele. Il 16 ottobre, BDS Italia ha pubblicato: “Fermiamo il genocidio di Gaza. Cessate il fuoco e aiuti umanitari subito!”.
Il 17 ottobre, il Global Network on the Question of Palestine ha pubblicato: “Stop al genocidio di Gaza: dichiarazione del Global Network on the Question of Palestine”. Il 19 ottobre, Genocide Watch ha pubblicato “Genocide Emergency Alert: Israele e Gaza”. Il 20 ottobre 2023, sul mio blog del Fatto Quotidiano, pubblicavo l’articolo dal titolo: “A Gaza la strage degli innocenti. Si può accusare Israele di genocidio?”.
Il 20 ottobre su Al Jazeeera, usciva un articolo di Refik Hoszic di dal titolo “There are common points between the Gaza war and the Bosnian genocide”. Il 24 ottobre Rashid Khalidi già autore di “The Hundred Years’ War on Palestine: A History of Settler Colonialism and Resistance, 1917- 2017” rilascia un’intervista su The Drift dove parla esplicitamente di “pulizia etnica”.
In un articolo pubblicato su BDS Movement (27 ottobre, 203) e poi altri media outlets incluso The Guardian (31 ottobre, 2023) si descrivono le dimissioni dalle Nazioni United di Craig Mokhiber che definiva Gaza “textbook case of genocide” riprendendo la definizione di Raz Segal. Il 31 ottobre 2023, Forces of Renewal for Southeast Asia intitola un’intervista a Norman Finkelstein su The Chris Hedges Report con la frase “Genocidio a Gaza: un’intervista”.
Anche se oltre ottobre, il 3 novembre 2023, in un’intervista su MSNBC, Omer Bartov suonava l’allarme dicendo “la possibilità di un genocidio ci guarda in faccia.”
Se trovate altri articoli sui mass media che parlano di genocidio a Gaza già a ottobre 2023, fatemelo sapere.
Non si tratta di una gara per capire chi è stato il primo o il secondo al mondo. Si tratta di capire perché, come società, nazioni e umanità, abbiamo completamente fallito nel nostro dovere di prevenire un genocidio che, secondo alcuni, era facilmente riconoscibile poche settimane dopo il 7 ottobre 2023.
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