Operazione Penalty, coinvolti padre e figlio: ecco come truccavano le partite

  • Postato il 29 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Operazione Penalty, coinvolti padre e figlio: ecco come truccavano le partite

Padre e figlio finanziavano il giro illecito, Catanoso il promotore; partite truccate e frodi sportive i dettagli dell’operazione Penalty


Il promotore sarebbe Luigi Catanoso, finito agli arresti domiciliari insieme ad altre quattro persone. Arbitro di calcio iscritto alla sezione AIA di Reggio Calabria, Catanoso, secondo l’accusa mossagli dalla procura di Reggio, a seguito delle indagini condotte dai carabinieri del Comando Provinciale reggino e gli uomini del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione denominata Penalty, ha gestito un giro di scommesse illecito, garantendo, attraverso direzioni di gara disoneste, risultati che facevano lievitare i premi di chi scommetteva.

I magistrati della procura e gli investigatori di Carabinieri e Fiamme Gialle contestano l’associazione per delinquere finalizzata alle frodi sportive. L’inchiesta potrebbe portare a sviluppi in tempi non troppo lunghi. Bocche cucite al Cedir ed anche in Conferenza Stampa, convocata dal capo della procura Giuseppe Borrelli per raccontare, nei limiti del possibile la genesi dell’indagine: nell’ incontro con i giornalisti,i fatti, i particolari resi sono stati scarni.

L’ORIGINE, IL CAMPIONATO D CALCIO PRIMAVERA DEL 2024

Tutto parte dall’incontro del Campionato di calcio Primavera del 2024 Benevento – Cesena. Su questa partita l’agenzia delle Dogane e dei Monopoli segnalò movimenti anomali. Uno in particolare: dai paesi di Melito Porto Salvo, Palizzi, Condofuri e Reggio, provenivano scommesse. La domande quasi naturale che gli osservatori si posero fu questa: come mai tanto interesse per una partita del campionato Primavera e che vede contrapposte squadre geograficamente lontane dalla Calabria?

Da li è partita una certosina attività da parte della magistratura reggina che, coordinando il lavoro di carabinieri e fiamme gialle, ha allargato lo sguardo su altre tre partite. Quattro in tutto, fino a questo momento, sono infatti gli incontri sospettati. Ma c’è il sentore che investigatori ed inquirenti siano in grado di allargare il numero e di concentrare il lavoro di verifica anche su altri contesti. Infatti, le richieste di provvedimento avanzate dal capo della procura Giuseppe Borrelli e dai suoi sostituti Stefano Musolino, Federico Sardegna e Marco Antonio De Pasquale erano più articolate rispetto al decisioni assunte dal Giudice delle Indagini Preliminari. Il Gip, Andrea Iacovelli, ha accolto le richieste restrittive oltre che per Catanoso, per Gianpiero e Tommaso Reale, Giancarlo Leone Fiumanò e Lorenzo Santoro, ritenendo solo alcune partite in odore di combine.

OPERAZIONE PENALTY: COME TRUCCAVANO LE PARTITE

I Reale, che sono padre e figlio, possiedono un’agenzia di scommesse a Sesto Fiorentino. I due imprenditori avrebbero aiutato Catanoso e veicolato le scommesse verso i risultati accordati. Inoltre avrebbero finanziato il giro illecito. Da qui anche l’impegno della Procura della Repubblica di Firenze che ha collaborato con quella di Reggio. Da definire dal punto di vista giornalistico si intende i ruoli di Fiumanò e Santoro.

Il maccanismo architettato era sostanzialmente semplice. Catanoso, attraverso le sue direzione di gara- c’è stato anche il tentativo di coinvolgere altri arbitri, come una giacchetta nera di Catanzaro, che prese le distanze- condizionava l’andamento delle gare. Per chi puntava non solo sul risultato, ma anche sul numero di gol era pressoché certo che con qualche rigore inventato ( da qui il nome dell’inchiesta Penalty) si sarebbe raggiunto il quantitativo di reti che permetteva le vincite.

Solo per Benevento-Cesena il giro di soldi è stato di 41 mila euro.
Altre partite sospettate sono: Hellas Verona- Cagliari,Sassuolo-Verona ed Empoli-Lazio.
Al momento non risultano coinvolti calciatori.
Ricordiamo che Catanoso, arbitro in Primavera, Primavera 2 e serie C, era stato sospeso dai dirigenti Aia per comportamenti sospetti. Caso, che è di competenza della Procura Federale.
Alla conferenza stampa hanno preso parte oltre ai magistrati della procura, il comandante provinciale dei Carabinieri, il generale di brigata Cesario Totaro, il colonnello Antonio Merola, il colonnello della Guardia di Finanza Pier Giorgio Vanni.

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