Corte dei Conti, terzo avviso a Bardi: ipotesi di danno erariale

  • Postato il 29 ottobre 2025
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Corte dei Conti, terzo avviso a Bardi: ipotesi di danno erariale

E’ pari a 273mila euro rinnovando l’incarico di direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Carlo a Giuseppe Spera il danno erariale: terzo avviso a Bardi dalla Corte dei conti


POTENZA – Avrebbero causato un danno erariale pari a 273mila euro rinnovando l’incarico di direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Carlo a Giuseppe Spera, e non sancendone la decadenza dopo la bocciatura della commissione incaricata di valutare il suo operato pregresso.

E’ questa la contestazione per cui nei giorni scorsi il sostituto procuratore regionale della Corte dei conti, Ida Coluzzi, ha spiccato un invito a dedurre nei confronti del governatore Vito Bardi e degli altri presunti responsabili del “buco” nelle casse di via Verrastro. Vale a dire gli assessori dell’attuale giunta regionale: Cosimo Latronico, Pasquale Pepe, Carmine Cicala, Laura Mongiello e Francesco Cupparo, e i loro predecessori Francesco Fanelli, Alessandro Galella, Michele Casino e Gerardina Sileo. Più l’attuale direttore generale del Dipartimento sanità, Domenico Tripaldi, e i dirigenti regionali Massimo Mancini, Emilia Piemontese e Francesco Bortolan.
Gli accertamenti sarebbero partiti da una relazione della sezione di controllo della Corte dei conti sul bilancio 2022 della Regione.

IL RINNOVO DELL’INCARICO DI SPERA NEL 2023 AL CENTRO DELLA CONTESTAZIONE

Al centro della contestazione, però, c’è quanto compiuto a dicembre 2023 dalla giunta regionale, rinnovando l’incarico di direttore generale di Spera «nonostante l’assenza di valutazione» sui risultati raggiunti nel primo triennio alla guida dell’Azienda ospedaliera regionale.
Il pm contabile sottolinea che la valutazione effettuata dal laboratorio di management della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa sarebbe arrivata soltanto a luglio 2024 e avrebbe sancito il «non raggiungimento dell’obiettivo dell’equilibrio economico-finanziario e dell’obiettivo del governo dei tempi di attesa». Oltre alla «non valutabilità» del parametro del raggiungimento di alcuni livelli essenziali di assistenza.

Ampiamente discussi nei mesi scorsi questi e altri rilievi anche in Consiglio regionale, creando persino qualche fibrillazione all’interno della maggioranza. Alla fine, però, il governatore aveva fatto scudo a Spera, accogliendo le sue contro-deduzioni in cui si faceva riferimento soprattutto agli effetti della pandemia da covid 19, e al boom dei prezzi dell’energia seguito all’esplosione della guerra in Ucraina.
«Non si comprende per quale motivo (…) la giunta – che aveva incaricato un soggetto esterno altamente qualificato per la valutazione – si faccia carico direttamente di superare le obiezioni dell’ingegner Spera – peraltro accogliendole tutte – in un segmento procedimentale molto complesso che attiene proprio alla decadenza o meno del direttore». Così il pm Ida Coluzzi nell’invito a dedurre.

IL MANCATO RAGGIUNGIMENTO DI DUE OBIETTIVI

«Delle due l’una». Prosegue il magistrato. «Se la regione ha necessità di un soggetto esterna qualificato per la valutazione (come tutti gli enti pubblici italiani che affidano ad organismi esterni indipendenti la valutazione dci propri dirigenti per assicurarne l’imparzialità), detto soggetto dovrà anche controdedurre alle contestazioni della valutazione e, solo all’esito, la Regione potrà decidere sulla decadenza o meno; se invece vi provvede direttamente la giunta viene meno la motivazione dell’affidamento all’esterno del la valutazione. La verità che in ogni caso ed inequivocabilmente emerge dalla relazione della commissione sistema di valutazione è il chiaro mancato raggiungimento di due obiettivi e, peraltro, di obiettivi prioritari non solo per da regione, me anche per il legislatore nazionale che ha normato il sistema di valutazione dei direttori delle aziende sanitarie cercando di assicurare proprio il rispetto ali quei due obiettivi mancati».

Secondo il pm contabile, quindi, la giunta regionale in carica e il direttore generale del Dipartimento salute, Tripaldi, avrebbero motivato il superamento del mancato raggiungimento degli obiettivi con «osservazioni generiche e assolutamente non pertinenti al singolo obiettivo mancato (…) Gli eventi sopravvenuti sono proprio quelli che determinano la revisione e il ridimensionamento degli obiettivi laddove siano suscettibili di condizionarne l’esito. In questo caso non è stato richiesto dal direttore, né è stata disposta dalla giunta regionale alcuna revisione/ ridimensionamento degli obiettivi nel corso del mandato del direttore. Peraltro, quando sopravviene un evento imprevedibile, si effettua una stima sulla percentuale di influenza dell’evento sull’obiettivo è si rivede il grado di raggiungimento dell’obiettivo atteso in ragione dell’evento avverso, ma non si annulla del tutto l’aspettativa di risultato come in questo caso».

IL TERZO INVITO A DEDURRE DALLA CORTE DEI CONTI A BARDI

Tra le irregolarità commesse dai vertici della Regione, infine, viene indicato anche l’inserimento di «una clausola risolutiva espressa impossibile» nella delibera di conferma dell’incarico di Spera.
Quello appena notificato è il terzo invito a dedurre spiccato dalla procura regionale della Corte dei conti nei confronti di Bardi e i suoi assessori e dirigenti di fiducia da giugno a oggi.

Il primo è stato quello per un presunto danno erariale da 11milioni di euro perché dopo anni di tentativi di indire una nuova gara per il trasporto pubblico locale in Regione si sarebbero piegati alle richieste del Cotrab, il consorzio che lo gestisce dal 2009. Riconoscendogli 10.655.535 euro in più del dovuto, secondo i pm, per chiudere il contenzioso pregresso.
Il secondo invito a dedurre è arrivato a fine settembre, invece, e riguarda un’ipotesi di danno erariale da 530.685,47 euro per illegittimità nelle nomine dei direttori generali dei dipartimenti di via Verrastro.

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