Operazione Cassandra, così Pennisi è diventato il re della movida di Crotone

  • Postato il 11 dicembre 2025
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Operazione Cassandra, così Pennisi è diventato il re della movida di Crotone

Dalla security ai locali notturni, l’ascesa del re della movida di Crotone Gianluca Pennisi secondo quanto emerso dall’inchiesta Cassandra


CROTONE – Ecco come Gianluca Pennisi è diventato il re della movida. Dai servizi di vigilanza durante le partite del Crotone calcio all’imposizione della guardiania ai locali notturni alla gestione monopolistica per conto della cosca il passo è stato breve. La figura di Pennisi, secondo quanto emerso dall’inchiesta che ha portato all’operazione Cassandra, condotta dalla Guardia di finanza di Crotone e coordinata dal procuratore Domenico Guarascio all’epoca in cui era in servizio alla Dda di Catanzaro, è centrale nel progetto del clan dei Papaniciari di occupazione del tessuto economico della città. Già coinvolto in procedimenti penali che hanno colpito la cosca Megna, Pennisi emergeva, anche dalle carte dell’inchiesta Glicine, come una delle figure del clan, insieme a Gaetano Russo, Mario Megna e Maurizio Del Poggetto, che si occupavano del settore della security.

MONOPOLIO DEI LOCALI NOTTURNI

Il pentito Giuseppe Montemurro lo indica tra quanti si servivano di agenzie cosentine come copertura, perché gli addetti ai servizi li indicava il clan. Da diverse conversazioni intercettate si ricava che Pennisi fosse l’uomo deputato dalla cosca a infiltrare i locali notturni. Illuminanti le dichiarazioni del collaboratore di giustizia  crotonese Francesco Oliverio. «Posso dirvi che la Cambusa e la Casa Cantoniera sono locali ristoranti in cui le famiglie crotonesi hanno partecipato in termini di denaro investito. Era notorio nell’ambiente. Nessuno andava più a chiedere estorsioni ai titolari della Cambusa. Ed ero solito vedere Annibale Barillari (esponente di vertice dell’omonimo clan mafioso, ndr) in quel locale».

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AMICIZIE BORGHESI

Oliverio ha delineato così la figura di Pennisi. «Dopo la sua uscita dal carcere, si occupa di condurre locali commerciali. Attualmente gestisce una decina di bar. Acquisisce la gestione dei locali e provvede all’organizzazione delle serate per conto della cosca di Papanice. L’attività di Pennisi in questo settore è iniziata grazie all’installazione di un bancone sul lungomare di Crotone. Si avvale di alcuni collaboratori, ha amicizie “borghesi”».

Già arrestato per un arsenale, all’epoca in cui era un uomo della cosca Vrenna Bonaventura Corigliano, per conto della quale compiva estorsioni ai locali del lungomare, secondo la ricostruzione del pentito, in carcere sarebbe avvenuta la sua formale affiliazione alla ‘ndrangheta. La sua adesione alla cosca Megna sarebbe stata veicolata come una “novità” negli ambienti criminali.

TERMINALE ECONOMICO

In virtù delle sue amicizie “borghesi”, Pennisi sarebbe poi riuscito con successo nelle organizzazioni delle serate della movida crotonese, che hanno sempre riscosso grande partecipazione. Ma per avere successo nel segmento commerciale del food and beverage e dell’intrattenimento occorreva un “terminale” economico. Sarebbe stato trovato nell’imprenditore Nicola Siniscalchi, grazie al quale sarebbe stato possibile attuare una serie di interposizioni societarie per mascherare la gestione occulta di ristoranti, pizzerie, cocktail bar, sushi e lidi balneari. Ciò non è stato sufficiente a schivare l’attenzione dei finanzieri.

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