Operazione antidroga, armi ed estorsioni: 18 arresti nel reggino

  • Postato il 11 settembre 2025
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Operazione antidroga, armi ed estorsioni: 18 arresti nel reggino

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Grazie a un’operazione antidroga nel reggino, 18 arresti hanno smantellato un’organizzazione dedita al narcotraffico nel quartiere Catona.


REGGIO CALABRIA – Blitz all’alba dei Carabinieri nel quartiere Catona e in altre zone della provincia reggina. Diciotto persone sono finite in manette – quindici in carcere e tre ai domiciliari – nell’ambito di una vasta operazione antidroga coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP con il provvedimento n. 14/2025, riguarda accuse pesanti: associazione dedita al narcotraffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, possesso di armi e persino un episodio estorsivo. L’attività investigativa, avviata nel giugno 2023 e conclusa nel maggio 2024, è stata condotta dalla Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Reggio Calabria con il supporto dei militari della Stazione di Catona. A dare impulso alle indagini furono movimenti sospetti registrati nei pressi dell’abitazione di quello che viene ritenuto il capo del gruppo, nipote di un esponente di vertice della ’ndrangheta di Archi.

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Da lì, con intercettazioni telefoniche e ambientali. Ma, anche telecamere nascoste e sequestri mirati, è emersa l’esistenza di un’organizzazione strutturata, capace di gestire un florido traffico di stupefacenti.

Secondo il GIP, il gruppo – composto da almeno quindici affiliati tra gregari ed elementi apicali – aveva messo in piedi una vera e propria “impresa criminale”. Cocaina, marijuana e hashish venivano vendute sul territorio, anche attraverso il coinvolgimento di minorenni, sia come pusher che come acquirenti. I proventi erano ripartiti tra gli associati secondo le disposizioni del capo, che provvedeva anche al sostegno economico dei sodali arrestati. Nonostante i sequestri e i primi arresti, l’attività non si sarebbe mai fermata. Il capo, pur detenuto, continuava a impartire ordini ai suoi uomini tramite familiari durante i colloqui in carcere.

PIANTAGIONE DI MARIJUANA LE BASI LOGISTICHE E LA PIANTAGIONE

La rete di rifornimento si estendeva fino alla Piana di Gioia Tauro e alla vicina Sicilia. Le forniture venivano custodite in appartamenti e immobili abbandonati trasformati in depositi e centri di confezionamento. Durante le perquisizioni, i Carabinieri hanno individuato anche una piantagione di cannabis a Catona: circa 400 piante già defogliate, 25 ancora in fase di crescita e un laboratorio per la lavorazione della sostanza. Il gruppo aveva inoltre predisposto un capillare sistema di vedette, dislocate nei pressi dell’abitazione del capo, incaricate di monitorare i movimenti delle forze dell’ordine e avvisare tempestivamente i sodali. Una strategia che, secondo gli inquirenti, garantiva al sodalizio un controllo penetrante del quartiere e un senso diffuso di impunità.

Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari. Il quadro probatorio delineato dal GIP, pur ritenuto grave e consistente, è da considerarsi provvisorio. Questo potrà essere oggetto di ulteriori approfondimenti nelle fasi successive del processo.

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