Oms, 3.500 casi e 1.700 morti al giorno, comunità Hiv cruciale per fermarlo

  • Postato il 1 dicembre 2023
  • Di Libero Quotidiano
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Oms, 3.500 casi e 1.700 morti al giorno, comunità Hiv cruciale per fermarlo

Milano, 1 dic. (Adnkronos Salute) - "Lo stigma e la discriminazione continuano a impedire alle persone di sottoporsi a test e terapie per l'Hiv. Le comunità" colpite "sono in prima linea nella risposta per raggiungerle" e far emergere questo sommerso. "In occasione della Giornata mondiale contro l'Aids, facciamo tutto il possibile per #LetCommunitiesLead", cioè per lasciare che siano le comunità a guidare il percorso verso "una prevenzione, un trattamento e una cura equi dell'Hiv". Così l'Organizzazione mondiale della sanità su X, in occasione del World Aids Day che si celebra oggi. Nonostante i progressi significativi - ricorda l'Oms in una nota - l'Hiv rimane un problema urgente di sanità pubblica. A livello globale 9,2 milioni di persone non hanno accesso alle cure per l'Hiv. Ogni giorno 1.700 vite umane vengono perse per cause legate al virus e 3.500 persone vengono infettate, molte delle quali non conoscono il loro stato o non hanno accesso alle cure".

"Le persone con Hiv hanno lasciato un segno indelebile nel mondo con il loro attivismo - ha dichiarato il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. "Le comunità colpite - è il tributo del Dg - hanno combattuto per ottenere strumenti di prevenzione, test e cura". In questo modo "hanno permesso a 30 milioni di persone" nel mondo "di accedere alla terapia antiretrovirale e hanno contribuito a scongiurare un numero imprecisato di infezioni. Siamo al fianco delle comunità per contribuire a porre fine all'Aids come minaccia per la salute pubblica entro il 2030". Un obiettivo "realizzabile, a condizione che vi siano una volontà politica sufficiente e investimenti sostenuti", ammonisce l'agenzia delle Nazioni Unite per la salute.

"Con meno di 7 anni per raggiungere l'obiettivo", per l'Oms "c'è ancora il bisogno urgente di continuare a finanziare i programmi contro l'Hiv in modo che i leader delle comunità" coinvolte "possano continuare a raggiungere le persone colpite. Questi sforzi sono essenziali per colmare le lacune nella diagnosi e nel trattamento dei bambini che vivono con l'Hiv e per aiutare tutti i Paesi ad avvicinarsi agli obiettivi 95-95-95, che mirano a far sì che il 95% delle persone con Hiv conosca il proprio stato, che il 95% delle persone a cui è stata diagnosticata l'infezione segua la terapia antiretrovirale e che il 95% delle persone in trattamento arrivi alla soppressione della carica virale". Coloro che "non hanno virus rilevabile nel sangue - ricorda infatti l'agenzia ginevrina - non hanno alcun rischio di trasmettere l'Hiv ai loro partner sessuali". Il principio dell'U=U (Undetectable=Untrasmittable).

"Chiediamo solidarietà globale con le comunità oggi e ogni giorno - ha affermato Meg Doherty, direttrice globale Oms per i programmi Hiv, epatite e infezioni sessualmente trasmesse. "La leadership delle comunità colpite - ha confermato - è stata fondamentale per portare avanti la risposta all'Hiv" e continua a esserlo, "nonostante le barriere legali, economiche e sociali che devono affrontare".

Barriere che "rallentano il progresso globale verso l'eliminazione dell'Aids come minaccia per la salute pubblica", avverte l'Oms. L'agenzia rileva infatti che "molte comunità, come le popolazioni chiave di uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini, le persone transgender, le prostitute, le persone che fanno uso di droghe e gli adolescenti, non hanno ancora accesso ai servizi di prevenzione, trattamento e assistenza di cui hanno bisogno e che meritano. Queste disuguaglianze continuano a determinare progressi disomogenei nella lotta all'Hiv".

L'Oms rimarca infine come l'epidemia di Hiv, con "diversi decenni di investimenti e insegnamenti", abbia contribuito a "progressi più ampi nella sanità globale e nei sistemi sanitari nazionali. La risposta all'Hiv ha rafforzato i sistemi sanitari e aumentato l'accesso ai servizi", e "gli investimenti e le infrastrutture derivanti dalla risposta all'Hiv hanno consentito reazioni forti e rapide a molte malattie, tra cui Covid-19 e Mpox", l'ex vaiolo delle scimmie.

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Libero Quotidiano

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