Oggi è la giornata dell’orgoglio bisessuale: le etichette servono a dare validità a ciò che si è

  • Postato il 23 settembre 2024
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di Margherita Cavallaro

Il 23 settembre si celebra l’orgoglio bisessuale e posso immaginare che qualcuno si domandi che bisogno ci sia di celebrare persone già benedette dall’abilità di portarsi a letto chiunque. Il fatto è che, seppur questo sia statisticamente vero, i bisessuali non se la passano necessariamente benissimo in fatto in integrazione.

Molto spesso se finiscono con una persona del sesso opposto la gente pensa che, alla fine della fiera, signora mia lo vede che sono eterosessuali ed erano solo curiosi. D’altro canto se finiscono in una relazione con qualcuno del loro stesso sesso facilmente gli altri penseranno che si trattasse solo di un caso di transizione verso un’omosessualità precedentemente non accettata. Questo è complicato dal fatto che esistono persone eterosessuali che per sfizio provano ad avere incontri sessuali con qualcuno dello stesso sesso e anche persone che attraversano un periodo di bisessualità prima di capirsi omosessuali (il che può avvenire per un’abbondanza di ragioni in cui non ci addentreremo oggi).

Aggiungiamo anche il fatto che alla fine siamo tutte anime e, da inguaribile romantica, non mi sento per principio di porre limiti ai sentimenti. È esattamente a causa di questa complessità che i bisessuali vedono spesso le proprie identità cancellate in virtù di altre possibili spiegazioni alla loro esistenza.

Vorrei dunque, in onore dei bisessuali, parlare di cosa sia la bisessualità. La scala Kinsey misura le esperienze e risposte in termini di attrazione sessuale di un individuo in un certo momento da 0 (completamente eterosessuale) a 6 (completamente omosessuale). In questa scala i bisessuali sono identificati in un qualunque punteggio tra il 2 e il 4, il che vuol dire che non necessariamente una persona deve essere attratta egualmente da uomini e donne per essere bisessuale e che possono esserci delle preferenze verso un sesso piuttosto che l’altro.

Questa definizione è quella a cui la maggior parte di voi saranno abituati, ma non è la sola: parlare di attrazione per uomo e donna non si discosta da una concezione fondamentalmente binaria di sesso e genere. Non vengono contemplate nella dinamica di attrazione le persone non-binarie e/o androgine, le persone transessuali e le persone intersex (termine ombrello per tutte le persone con variazioni innate nelle caratteristiche del sesso) e per questo il termine si è evoluto per significare persone attratte romanticamente e/o fisicamente a persone di qualsiasi altro genere.

In questa accezione “bisessuale” e “pansessuale” sono effettivamente sinonimi. È importante notare, tuttavia, come non ci sia consenso tra i bisessuali su cosa significhi essere bisessuale perché, come per ogni esperienza intimamente umana, ognuno la vive diversamente.

Mi potrete chiedere allora a che pro avere un’etichetta se i bisessuali stessi non si accordano su cosa siano. Considerate tuttavia che, proprio perché in certi sentimenti siamo soli con noi stessi, avere una parola con cui identificarsi e chiamarsi può essere vitale. L’orientamento sessuale, inclusa la bisessualità, non è una cosa che possiamo scegliere, ma è comunque qualcosa di molto intimo e fondante della nostra identità.

Immaginiamo adesso un ragazzino o una ragazzina che stiano imparando a navigare non solo quello che sentono, ma anche le prime relazioni e che si stiano rendendo conto che sono attratti al di là di ogni dubbio da persone indipendentemente da sesso e genere. Si renderebbero conto di non essere eterosessuali, ma non si sentirebbero nemmeno omosessuali. Magari potrebbero decidere di rimanere in relazioni eterosessuali perché è più facile, oppure cercherebbero una comunità più comprensiva preferendo relazioni omosessuali e non menzionando la loro attrazione per l’altro sesso per non passare da etero curiosi, ma in entrambi i casi starebbero sopprimendo una parte di loro.

Le etichette non servono a standardizzarsi, ma a dare validità a quello che si è e a sapere che altri hanno esperienze simili alle nostre e che non siamo semplicemente sbagliati. Per questo vorrei concludere dicendo a tutti i bisessuali che leggeranno che non sono egoisti e avidi, che non si devono giustificare per quello che sono e per le persone con cui stanno, che indipendentemente dalle loro relazioni se si identificano con qualsiasi descrizione di bisessualità va bene così. Siatene orgogliosi.

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