Nuove leve del crimine di Vibo ed estorsioni: chiesti 75 anni di carcere per 7 imputati

  • Postato il 19 maggio 2025
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Nuove leve del crimine di Vibo ed estorsioni: chiesti 75 anni di carcere per 7 imputati

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La pubblica accusa chiede la condanna per sette imputati accusati di una serie di presunte estorsioni, tentate e consumate, ai danni di imprenditori impegnati nella raccolta dei rifiuti e nella realizzazione delle opere inerenti la costruzione del nuovo ospedale di Vibo


VIBO VALENTIA – Sono 75 gli anni, suddivisi in 7 imputati, gli anni di pena richiesti dalla pubblica accusa, nella persona del pm di Vibo, Eugenia Belmonte, al processo per le presunte estorsioni ai danni delle ditte operanti nel settore della raccolta differenziata a Vibo Valentia e per la costruzione del nuovo presidio ospedaliero della città capoluogo di provincia.  Si tratta in particolare delle cosiddette “nuove leve del crimine vibonese”, per come più volte evidenziato dagli investigatori, finite a processo a seguito dell’indagine svolta da Carabinieri e Guardia di Finanza e delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena, ex componente del gruppo.

LE RICHIESTE DI PENA DEL PM DI VIBO PER GLI IMPUTATI

Il pm, al termine della sua requisitoria dinnanzi al Tribunale collegiale (presidente Barbara Borelli, a latere  Laerte Conti e Alessio Maccarrone), ha chiesto, quindi la condanna per Michele Manco (21 anni e 30mila euro) per una numerosa serie di presunti episodi estorsivi; per Francesco Antonio Pardea e Salvatore Morelli, alias “L’americano” (12 anni e 10mila euro ciascuno); Domenico “Mommo” Macrì (10 anni e 9mila euro); per Domenico Serra e Andrea Serra (7 anni e 6mila euro ciascuno); e per il pentito Andrea Mantella (6 anni e 5mila euro); chiesta invece l’assoluzione per Vincenzo Mantella e Domenico Camillò, alias “Mangano”.

LE ESTORSIONI CONTESTATE NEL PROCESSO

L’indagine della Dda catanzarese ha scoperto una serie di estorsioni perpetrate nel territorio vibonese tra il 2009 e il 2022 ai danni di imprese che avevano ottenuto l’appalto per la raccolta dei rifiuti urbani, come la “Dusty Srl” o la “Ased Srl” Un caso ritenuto emblematico dagli inquirenti era l’estorsione avvenuta nel 2009 ai danni di un’impresa edile coinvolta in lavori di movimento terra e riqualificazione urbana, per un ammontare di 20mila euro.

Un’altra estorsione sarebbe stata perpetrata tra il 2015 e il 2017 nei confronti dell’impresa che aveva ottenuto l’appalto per la raccolta dei rifiuti urbani (la Ased), per una considerevole somma di denaro (in questo contesto, il 20 aprile 2016, l’autocompattatore dell’azienda era stato incendiato e l’autista minacciato con una pistola): gli indagati avrebbero costretto il legale rappresentante a pagare una cospicua somma di denaro suddivisa tra i membri del gruppo delle “nuove leve”.

TRA LE DITTE VITTIME DI ESTORSIONI, QUELLA IMPEGNATA NELLA COSTRUZIONE DEL NUOVO OSPEDALE DI VIBO

Ma anche la ditta che qualche anno dopo subentrò alla Ased, la catanese “Dusty”, sarebbe finita nel mirino del gruppo.  Non solo rifiuti ma anche ditte impegnate nei lavori previsti dall’ecobonus: sono quattro le tentate estorsioni contestate contro diverse aziende. Una di queste aveva ottenuto l’appalto per le opere complementari del nuovo ospedale di Vibo Valentia nel 2020 e alla quale erano stati poi bruciati alcuni mezzi. Altri episodi estorsivi contestati dalla Dda afferiscono, nel maggio del 2021, ai danni di un’impresa edile di Cosenza il cui titolare non acconsentì ad alcun pagamento della mazzetta, denunciando il tutto alle forze dell’ordine, e un secondo, anche qui tentato, si sarebbe verificato nel febbraio del 2022 nei confronti di un’altra impresa che si stava occupando dei lavori di ristrutturazione condominiali con l’ecobonus 110%.

LEGALI DI PARTE CIVILE E DEGLI IMPUTATI AL PROCESSO

Parti civili al processo la Ased, difesa dall’avvocato Trunfio, Rosario Azzarà (avv. Liberati); Gregorio Farfaglia (avv. Trungadi);  Costruzioni Lucia Srl (avv. Lucisano); De Nisi Srl (avv. Giampà), Stagno Edil Srl (avv. De Stefano); Forum Associazione Antiusura  (avv. Marino); Alessandro Cirillo (avv. Di Maula). Gli imputati sono invece difesi dagli avvocati Stefano Luciano, Giovanni Vecchio, Walter Franzé, Giuseppe Di Renzo, Giuseppe Bagnato, Diego Brancia, Renzo Andricciola, Vincenzo Brosio, Manfredo Fiormonti, Salvatore Pronestì.

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