Nuova antenna per telecomunicazioni in via delle Fornaci a Loano, i residenti fanno ricorso: il Consiglio di Stato dà loro ragione
- Postato il 25 settembre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Loano. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato da alcuni abitanti della zona di via Montello e via delle Fornaci a Loano contro Iliad per il posizionamento di una nuova antenna per telecomunicazioni nella zona proprio di via delle Fornaci e in prossimità di Rio Lanteri, un rio “tombinato” che interseca via Casazza.
La zona in cui sarebbe dovuta sorgere l’antenna, alta circa 30 metri, ricade all’interno del Piano di Bacino del torrente Nimbalto e vede già la presenza di altre due stazioni radio base di circa 20 metri di altezza. Queste si trovano a una distanza di circa 90 metri dal punto in cui sarebbe dovuta sorgere la nuova, terza antenna, di Iliad. Una volta venuti a conoscenza delle intenzioni della società di comunicazione, gli abitanti della zona hanno deciso di presentare ricorso al Tar contro il progetto, ritenendolo illegittimo.
Il ricorso si fondava su diverse motivazioni: in primo luogo perché la struttura sarebbe sorta all’interno della fascia di pertinenza del rio tombinato e in violazione di vari vincoli anche di tipo naturalistico; inoltre, nel predisporre il progetto, non sarebbe stata verificata la su compatibilità con il Piano Antenne del Comune di Loano; in ultimo, vista la sua altezza, la presenza di una base di cemento e di tutta l’impiantistica, l’opera non si poteva ritenere, così come invece è avvenuto, “amovibile in caso di necessità”, caratteristica che consentirebbe una parziale deroga alla sua collocazione all’interno della fascia di rispetto.
Il Tribunale Amministrativo Regionale ha rigettato il ricorso presentato dai residenti (assistiti dagli avvocati Daniela Anselmi, Alessio Anselmi e Federico Smerchinich) ma questi hanno poi deciso di rivolgersi al Consiglio di Stato, che con la sentenza del 23 settembre scorso ha invece accolto il ricorso.
I giudici del Consiglio di Stato hanno ritenuto fondata l’osservazione secondo cui “la stretta vicinanza (che nel caso del condominio di via delle Fornaci 4 è pari a venti metri, per una struttura che dovrebbe raggiungere i 30 metri) rende palese l’incidenza sulla visuale quanto meno delle unità prospicenti all’area di ubicazione della stazione radio base”. A questo si aggiungono “aspetti di natura non patrimoniale che attengono alla vivibilità, alla fruibilità, al benessere, in generale, al godimento del bene”.
E’ stato inoltre rilevato che “il Comune di Loano ha omesso di invitare alla conferenza la Provincia, il cui parere sarebbe stato necessario ai sensi dell’articolo 8 della normativa del Piano di Bacino, a mente del quale, all’interno della fascia di rispetto (in cui ricade l’intervento) sono consentiti interventi urbanistico-edilizi ‘a condizione che la Provincia esprima parere favorevole, sulla base di un idoneo studio idraulico, che individui le fasce di inondabilità delle aree secondo i criteri di cui all’allegato 3’. Inoltre, non è condivisibile la tesi secondo la quale il parere della Provincia non sarebbe stato necessario in ragione dell’amovibilità della stazione radio base in caso di necessità”.
Infatti, come rilevato dai giudici, l’intervento “non può rientrare tra i casi di ‘pali o tralicci, recinzioni, cancelli, tettoie, o similari, purché amovibili in caso di necessità’. Deve, infatti, osservarsi come l’intervento si sostanzi nella realizzazione di una base di cemento al di sopra della quale viene poggiato un palo dell’altezza di 30 metri; inoltre, nella struttura dovranno essere collocate le infrastrutture tecnologiche funzionali all’uso della stazione radio-base, che, nel caso di specie, consistono in tre antenne a pannello, due a parabola e nei relativi apparati di trasmissione; simile opera non può ritenersi ‘amovibile in caso di necessità’, atteso che tale formula designa, con ogni evidenza, un’opera agevolmente amovibile in casi e condizioni di necessità; il tempo stimato per la rimozione da parte di Iliad è pari a circa undici ore, che non sono certamente un tempo esiguo, tenuto conto che le necessità di rimozione possono anche risultare caratterizzate da particolare urgenza, in specie nei casi di condizioni meteorologiche particolarmente avverse e che mettano a repentaglio anche la sicurezza dei lavoratori impiegati nelle fase di smontaggio; inoltre, nella stima della tempistica di rimozione, già di per sé non esigua, non si è tenuto conto della necessità di rimozione degli impianti e della possibilità di dover operare in condizioni di avversità che, per fatto notorio, comportano uno slittamento dei tempi ordinari di intervento”.
Alla luce di questi elementi, il Consiglio di Stato ha deciso di accogliere il ricorso e annullare i provvedimenti impugnati dai ricorrenti. Inoltre, ha condannato il Comune di Loano e Iliad, in solido, a rifondere agli appellanti le spese di lite del doppio grado di giudizio che sono pari a 6 mila euro oltre accessori di legge.
Gli abitanti della zona sono ovviamente soddisfatti del risultato, ma sono pronti a continuare la battaglia: “In quella zona, come detto, esistono già due antenne. Una di queste insiste su via Montello. Abbiamo già segnalato al Comune il fatto che questa si trova a una distanza troppo esigua dalle abitazioni e ci è stato garantito che sarebbe stata rimossa. Ma ciò è avvenuto due anni fa e ad oggi l’antenna è ancora lì. Con la cancellazione del progetto per la terza antenna ci chiediamo se questa sarà veramente eliminata. Noi siamo pronti a far valere i nostri diritti”.