“Non una di meno” torna in piazza contro guerre e patriarcato: “Nordio e Roccella? Fuori da realtà, producono impunità”. Cortellesi: “Sconfortanti”

  • Postato il 23 novembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Le parole dei ministri Nordio e Roccella? Sono fuori dalla realtà, non soltanto producono senso di impunità, ma confermano e normalizzano una struttura sociale che vuole la violenza maschile contro le donne e la violenza di genere ancora fortemente radicate e al centro della nostra organizzazione sociale”. Nel giorno in cui per le strade di Roma è tornato il corteo nazionale di “Non una di meno“, con lo slogan “Sabotiamo guerre e patriarcato“, in vista della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del prossimo 25 novembre, la “marea” fucsia si è scagliata contro gli esponenti del governo e contro l’attacco rivolto alla scuola pubblica e all’educazione sessuo-affettiva portato avanti dal ministro Giuseppe Valditara.

Era stata la ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella a rivendicare come, a suo dire, “non c’è una correlazione fra l’educazione sessuale nella scuola e una diminuzione delle violenze contro le donne”, mentre il Guardasigilli Nordio aveva evocato pure la genetica: “Il dna dei maschi non accetta la parità”. Parole che avevano scatenato polemiche anche tra le opposizioni. “Questa piazza è anche una risposta alle loro dichiarazioni. Al contrario di quanto dice Roccella, per noi l’educazione sessuo-affettiva è uno dei punti cardine della lotta alla violenza, seppur sappiamo che da sola non basta. E abbiamo sentito Nordio rinaturalizzare la violenza di genere come fosse un destino, quando in realtà ha radici sociali”, hanno attaccato da “Non una di meno”.

Ma a bocciare gli interventi governativi sono state anche le attrici Paola Cortellesi e Anna Foglietta, presenti al corteo: “Da cittadina sento un po’ di sconforto – ha precisato Cortellesi -. Se mi baso su queste parole sento che non c’é una voglia di andare avanti sull’educazione sesso affettiva nelle scuole che invece ricreerebbe tutto un altro tipo di società. Laddove i ragazzi non hanno un’educazione, quel vuoto viene riempito da stimoli spesso fuorvianti. Non si deve creare quel vuoto”. “Sono parole che non condivido”, ha aggiunto Foglietta. E ancora: “Credo che il percorso sullo sradicamento della violenza di genere è un percorso che deve essere portato avanti responsabilmente da tutti. Dobbiamo essere sinceri e ammettere che nessuno se ne è mai realmente fatto carico di questo problema. È una questione che va affrontata in maniera seria e dovrebbe essere sempre ingaggiata, a prescindere da qualsiasi ideologia o bandiera. Dove non arriva la politica deve arrivare la società che ogni giorno deve manifestare la propria indignazione”.

In testa al corteo i centri antiviolenza: “Sono un baluardo fondamentale contro la violenza di genere, ma questo governo, come quelli precedenti, continua a sottofinanziarli“, hanno denunciato le attiviste e i manifestanti. La manifestazione si è così snodata lungo via Cavour e via Merulana, per poi concludersi a Piazza San Giovanni.

Da gennaio a oggi l’osservatorio di Non una di meno ha contato 78 femminicidi, 3 suicidi indotti di donne, 2 di ragazzi trans, 1 di una persona non binaria e 1 di un ragazzo. Numeri che, hanno precisato da “Non una di meno”, “non danno la misura del quotidiano sommerso e strutturale della violenza”. Anche per questo la rete ha contestato il recente voto in commissione Cultura della Camera sul disegno di legge che limita l’educazione sessuale nelle scuole. “Il governo ascolti questa piazza. A partire dal provvedimento Valditara: va respinto al mittente e bocciato in Aula perché è una lesione grave delle azioni che si mettono in campo nelle scuole italiane contro la violenza di genere, omofobica e contro le donne”, ha rivendicato anche la deputata Avs Elisabetta Piccolotti.

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Il Fatto Quotidiano

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