“Non sto bene, mi sento strana. Ho un dolore come un coltello che mi trapassa la schiena”: l’ultima telefonata di Ornella Vanoni prima della morte
- Postato il 22 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Non sto bene, un dolore a una vertebra, non so, mi sento strana, ma andrò in una clinica di Pavia dove sono bravissimi, mi metteranno a posto. Ora devo stare ferma, ho un dolore, sai come un coltello che ti trapassa la schiena“. Sono le ultime parole, lucide e inquiete, di Ornella Vanoni. La grande interprete della musica italiana, scomparsa giovedì 21 novembre all’età di 91 anni, aveva fatto questa telefonata a un amico e confidente, a pochi giorni di distanza dalla sua ultima apparizione pubblica. “No, domenica non vado da Fazio, ci sono a settimane alterne, ci andrò domenica prossima”, aveva aggiunto. Ma quella domenica a “Che tempo che fa” non è mai arrivata. La telefonata a Maurizio Porro, i cui dettagli sono riportati dal Corriere della Sera, svela come stava l’artista e la sua decisione di farsi ricoverare per un problema alla vertebra, che le causava un dolore lancinante. Ma anche in quel momento di fragilità, la sua mente era proiettata al futuro.
Già durante il suo ultimo concerto agli Arcimboldi, aveva confessato: “Ma non puoi sapere la stanchezza, credevo davvero di non farcela a finirli”. Eppure, la voglia di creare non si era mai spenta. Lo conferma Giuliano Sangiorgi, fondatore dei Negramaro, che aveva conosciuto la Vanoni nel 2019 e con cui aveva stretto un legame artistico profondo. Dopo averla ammirata a un concerto, Sangiorgi le fece “tutti i complimenti possibili”. Lei rispose con un invito: “Mi disse che avrebbe voluto scrivessi per lei”. La collaborazione avvenne: nacque “Arcobaleno”, un brano ispirato alle sue esperienze internazionali. Sangiorgi rivela: “Dopo tutta una vita passata ad ascoltarla e ammirarla il regalo vero però fu il suo per me. Scrissi “Arcobaleno”, brano ispirato dalle sue esperienze internazionali. Ornella è stata una delle più grandi interpreti italiane ma girava il mondo grazie a una voce unica. Di recente ho riascoltato la versione live piano e due voci fatta agli Arcimboldi di quel brano: mi sono emozionato sino ai brividi solo a pensare che ero riuscito a scrivere una canzone perfetta per la sua anima. Ed eravamo in procinto di dare vita ad altra musica insieme“.
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