Non solo Musk, anche l’Agenzia spaziale europea “vede” oasi popolate da umani su Marte nel 2040. Sogni e favole

  • Postato il 24 giugno 2025
  • Scienza
  • Di Blitz
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Non è solo il visionario (genio, allucinato, utopista, vaneggiatore?) Elon Musk a prevedere la colonizzazione umana di Marte a brevissima scadenza, cioè entro 15 anni.

Il pianeta rosso colonizzato entro 15 anni

Anche all’Agenzia spaziale europea (Esa) – che gode di una reputazione sicuramente un po’ più solida – si coltivano aspirazioni analoghe, il pianeta rosso popolato da esseri umani concentrati in oasi spaziali già nel 2040.

“Sogni, e favole” fingono (per dirla alla Metastasio) finendo per crederci e addirittura struggersi davvero come se di quelle illusioni non fossero proprio loro gli artefici?

Diciamo che, stando alle loro previsioni, il 2040 non è poi così lontano per vedere cosa ne sarà di queste avventure marziane, altri passi da giganti dell’umanità o colossale delirio fantascientifico. Senza parlare dei costi. Secondo Musk attualmente servirebbe circa un miliardo di dollari per tonnellata di carico utile sulla superficie di Marte.

oasi spaziale su marte
Non solo Musk, anche l’Agenzia spaziale europea “vede” oasi popolate da umani su Marte nel 2040. Sogni e favole (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Troppo. Quindi il progetto “deve essere migliorato a 100.000 dollari/tonnellata per costruire una città autosufficiente lì, quindi la tecnologia deve essere 10.000 volte migliore. Estremamente difficile, ma non impossibile”.

La visione dell’Esa sulle tecnologie dei prossimi 15 anni

Nemmeno per l’Esa, per cui entro 15 anni gli esseri umani vivranno in oasi spaziali sulla Luna e su Marte, connessi grazie a una rete Internet interplanetaria. L’intelligenza artificiale guiderà decisioni cruciali.

Satelliti e stazioni spaziali verranno costruiti direttamente in orbita, con una logica zero detriti, mentre asteroidi e comete saranno sottoposti ad attività estrattive.

“Questa visione tecnologica non è semplicemente una roadmap, è un invito all’azione: delinea le tecnologie critiche che consentiranno l’autonomia strategica, la riduzione dei costi e un accesso sostenibile e sicuro allo spazio”, spiega Tommaso Ghidini, capo del Dipartimento di ingegneria meccanica dell’Esa.

Economia spaziale circolare e sostenibile

Secondo il documento, nel 2040 la presenza dell’umanità nello spazio avrà raggiunto livelli senza precedenti, con un’economia spaziale circolare e sostenibile che prospererà senza lasciare detriti.

In orbita terrestre molto bassa, veicoli ad alta velocità navigheranno nello spazio con precisione, sfruttando le nuove capacità di telerilevamento. Le grandi strutture spaziali non saranno più vincolate alla produzione terrestre, ma saranno realizzate nel vuoto dello spazio attraverso tecniche di autoassemblaggio in orbita.

Il Sistema solare sarà connesso da una solida rete Internet, che consentirà una comunicazione fluida tra la Terra, i satelliti e le sonde spaziali distanti. Le missioni robotiche e umane sulla Luna e su Marte scopriranno nuove frontiere e risorse preziose.

Ibernazioni per ridurre i consumi

Le comete e gli asteroidi saranno sottoposti ad attività estrattive e i loro materiali contribuiranno a svelare la storia del Sistema solare. I satelliti saranno progettati per ridurre al minimo il loro impatto sull’ecosfera terrestre, con tutte le fasi del loro ciclo vitale attentamente gestite per garantire la tutela ambientale.

Sistemi a energia solare a basso consumo e innovazioni (come l’ibernazione) per ridurre i consumi nei viaggi nello spazio profondo garantiranno la sostenibilità negli ambienti più ostili. Gli habitat umani in orbita, sulla Luna e su Marte, saranno autosufficienti e supporteranno la vita con tecnologie avanzate.

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Blitz

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