“Non lavoriamo con i complici del genocidio di Gaza”: così Javier Bardem sul red carpet degli Emmy 2025

  • Postato il 15 settembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Sempre in prima linea su molte questioni politiche, nella notte della cerimonia degli Emmy Awards 2025, gli Oscar della tv mondiale, Javier Bardem non si è tirato indietro. L’attore è apparso a favore dei fotografi e telecamere con il pugno alzato, con attorno al collo la kefiah e un messaggio molto chiaro che ha coinvolto anche molti altri colleghi.

Centinaia di attori, registi e altri professionisti dell’industria cinematografica hanno firmato un accordo in cui si impegnano a non collaborare con le istituzioni cinematografiche israeliane che, a loro dire, sono “coinvolte nel genocidio e nell’apartheid contro il popolo palestinese”.

Lo ha rivelato ‘The Guardian’, che ha visionato il documento. “Come registi, attori, operatori dell’industria cinematografica e istituzioni, riconosciamo il potere del cinema di plasmare le percezioni”, si legge nell’accordo. “In questo urgente momento di crisi, in cui molti dei nostri governi stanno rendendo possibile la carneficina a Gaza, dobbiamo fare tutto il possibile per affrontare la complicità in questo orrore incessante”.

Tra i firmatari figurano, tra gli altri, i registi Yorgos Lanthimos, Ava DuVernay, Asif Kapadia, Boots Riley e Joshua Oppenheimer; e gli attori Olivia Colman, Mark Ruffalo, Tilda Swinton, Javier Bardem, Ayo Edebiri, Riz Ahmed, Josh O’Connor, Cynthia Nixon, Julie Christie, Ilana Glazer, Rebecca Hall, Aimee Lou Wood e Debra Winger. L’accordo aveva raggiunto quota 1.200 firme fino a domenica sera.

Il documento, condiviso in esclusiva con il “The Guardian”, afferma di trarre ispirazione “dal boicottaggio culturale che ha contribuito alla fine dell’apartheid in Sudafrica”. La firma impegna i firmatari a non proiettare film, apparire o collaborare in alcun modo con quelle che considerano istituzioni complici, inclusi festival, cinema, emittenti televisive e case di produzione. Esempi di complicità includerebbero “l’insabbiamento o la giustificazione del genocidio e dell’apartheid, e/o la collaborazione con il governo che li commette”.

“Rispondiamo all’appello dei registi palestinesi, che hanno esortato l’industria cinematografica internazionale a rifiutare il silenzio, il razzismo e la disumanizzazione, nonché a ‘fare tutto ciò che è umanamente possibilè per porre fine alla complicità nella loro oppressione”, si legge nella dichiarazione.

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Il Fatto Quotidiano

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