“No al cane Gennarino di Affari Tuoi”, Rita Dalla Chiesa contro la Rai. La nota: “Costringere gli animali a fare inchini o abbaiare a comando è snaturante, messaggio diseducativo”
- Postato il 25 giugno 2025
- Televisione
- Di Il Fatto Quotidiano
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Ad Affari Tuoi si chiama Gennarino, nella vita reale Seven. Stiamo parlando del jack russel che è diventato un fido compare di Stefano De Martino. Il cane ha partecipato a spot e fiction ma Rita Dalla Chiesa, vicepresidente dei deputati di Forza Italia e responsabile del Dipartimento benessere animale, non ci sta: “Desta disappunto assistere all’utilizzo di animali chiaramente addestrati nei programmi del servizio pubblico, come sta accadendo su Rai 1 nella trasmissione ‘Affari tuoi’. Si tratta di una modalità superata, fra l’altro contraria alla crescente sensibilità culturale sul tema del benessere animale. Questo pur senza parlare, ovviamente, di maltrattamento”.
“In questi mesi – si legge ancora in una nota – stiamo sostenendo con forza tutte le battaglie per il superamento dell’uso degli animali nei circhi e negli spettacoli. Un provvedimento atteso che segnerebbe un passaggio fondamentale: riconoscere l’animale come essere senziente, e non come strumento di intrattenimento piegato a logiche esclusivamente economiche e di spettacolo. Non diciamo che i cagnolini o altri animali non debbano più apparire in televisione. Sono un punto di forza nel gradimento soprattutto dei bambini. Il punto è la dignità. Costringerli a pregare, fare l’inchino o abbaiare a comando è una pratica chiaramente snaturante per loro. La televisione è un mezzo potente: se può offrire al pubblico la compagnia di un animale in modo naturale e rispettoso, ben venga. Abbiamo esempi che non hanno mai destato polemiche, come i cagnolini presenti nello studio di ‘Striscia la notizia‘, che si muovono liberamente e che alla fine della trasmissione vengono adottati. In questo contesto, troviamo inaccettabile che proprio la Rai, che in passato ha spesso anticipato i cambiamenti culturali del Paese, si ponga oggi in evidente ritardo. Chiediamo un ripensamento all’Azienda e porterò la questione all’attenzione della Commissione parlamentare di vigilanza, affinché il servizio pubblico rifletta sul proprio ruolo e si faccia promotore – come oggi succede fra la maggior parte del pubblico – di una nuova consapevolezza etica nei confronti degli animali”.
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