“Niente educazione sessuale a scuola senza il consenso scritto dei genitori”: il ddl Valditara scatena le opposizioni

  • Postato il 25 giugno 2025
  • Scuola
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni

L’educazione sessuale nelle scuole rischia di diventare opzionale, come l’insegnamento della religione cattolica: nessun docente potrà più parlarne liberamente in classe. Lo prevede un disegno di legge d’iniziativa del ministro leghista dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che obbliga gli istituti a chiedere il consenso informato preventivo in forma scritta alle famiglie per svolgere attività extracurricolari o ampliamenti dell’offerta formativa su temi attinenti all’ambito sessuale. Attività che invece saranno tassativamente escluse alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria. Il testo – di soli tre articoli – è già incardinato in Commissione alla Camera e sembra destinato a diventare l’ennesimo terreno di scontro tra maggioranza e opposizione, ma anche a dividere il mondo della scuola.

In pratica, se dovesse essere approvato il ddl, ogni istituto dovrà, entro sette giorni dall’attività prevista, chiedere una sorta di autorizzazione ai genitori con specificate le finalità, gli obiettivi educativi e formativi, i contenuti, gli argomenti, i temi e le modalità di svolgimento della lezione, oltre che l’eventuale presenza di esperti esterni o di rappresentanti di enti o di associazioni a vario titolo coinvolti. Se lo studente non otterrà al via libera dai genitori non potrà partecipare e la scuola gli garantirà “la fruizione di attività formative alternative”. Non solo: i professori non saranno più liberi di invitare chi vogliono a parlare agli studenti, ma la scelta dei criteri sarà affidata al collegio docenti e al Consiglio d’istituto.

Secondo Valditara, il provvedimento serve “a rafforzare l’alleanza scuola-famiglia, affinché, nel rispetto del primato educativo della seconda, della libertà di insegnamento dei docenti e dell’autonomia riconosciuta alle istituzioni scolastiche, tutte le componenti abbiano un ruolo strategico e siano parte attiva del processo formativo ed educativo”. Ma a contestare il ddl in maniera compatta sono le opposizioni: “Con le altre forze politiche abbiamo presentato immediatamente un elenco di oltre cinquanta soggetti da audire perché possano ascoltare il parere di professionisti e associazioni che hanno una comprovata esperienza”, spiega l’onorevole Irene Manzi, responsabile Istruzione del Pd. “Questa norma mina l’autonomia delle scuole e crea una forzatura evidente nel rapporto con le famiglie. Tutti questi passaggi, i criteri in collegio docenti e Consiglio d’istituto, il consenso delle famiglie non aiuteranno a lavorare in serenità”.

Secondo Manzi c’è persino il rischio che più nessuno si occupi di questo tema a scuola: “Mentre da una parte il governo sottoscrive in maniera meritoria patti con Gino Cecchettin (che ha istituito una fondazione in memoria della figlia Giulia, vittima di femminicidio, ndr) dall’altra fa tutto il possibile perché quei progetti non vengano attuati”. Sulla stessa linea l’onorevole Anna Laura Orrico del Movimento 5 stelle: “La Lega, più di ogni altra forza di governo, è ossessionata dal gender nelle scuole, che nemmeno esiste. Sono i giovani stessi a chiederci di parlare di educazione sessuale e affettiva; la scuola ha il dovere di farlo. Faremo ostruzionismo presentando anche emendamenti in Aula. Non possiamo accettare l’ennesima crociata ideologica”.

A difendere il testo è invece il deputato di Forza Italia, Giorgio Mulé: “Ci sono stati episodi di cronaca che hanno segnalato una certa forzatura verso una forma di libertà giustamente espressa dai giovani. Oggi non c’è dubbio che l’educazione sessuale non può più essere svolta come negli anni Ottanta ma non possiamo accettare alcuna spettacolarizzazione. Proprio per questo è buona cosa che vi sia il collegio docenti a stabilire dei criteri senza lasciare un tema così delicato nelle mani dell’improvvisazione. Così com’è bene che vi sia un coinvolgimento delle famiglie che devono avere consapevolezza di ciò che accade nella scuola”.

L'articolo “Niente educazione sessuale a scuola senza il consenso scritto dei genitori”: il ddl Valditara scatena le opposizioni proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti