“Netflix-Warner è un cappio attorno al mercato cinematografico”, un gruppo di registi anonimi scrive ai deputati Usa. Jean Fonda: “Catastrofico”
- Postato il 7 dicembre 2025
- Cinema
- Di Il Fatto Quotidiano
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L’accordo commerciale Netflix-Warner è “catastrofico” e “minaccia l’intera industria dell’intrattenimento”. Parola di Jane Fonda. Una delle attrici più iconiche del sistema hollywoodiano di fine Novecento si è espressa sull’intesa epocale e clamorosa tra una delle più antiche società statunitensi di intrattenimento e il nuovo impero dello streaming. “La notizia che Warner Bros Discovery ha accettato un’offerta di acquisto è un’allarmante escalation del processo di consolidamento che minaccia l’intera industria dell’intrattenimento, il pubblico democratico che la segue e il Primo Emendamento”.
La 87enne interprete di Sindrome cinese e Il cavaliere elettrico, nonché membro attivo del Comitato per il Primo Emendamento, aveva in realtà pubblicato sul sito TheAnkler.com una lunga riflessione rispetto a una fusione in sé tra Warner e qualsiasi altro concorrente prima che Netflix si aggiudicasse la vittoria della trattativa. A quel punto la Fonda ha rilanciato ampi stralci della sua lunga riflessione già pubblicata aggiornandola con un riferimento generico all’“accordo” senza mai citare Netflix.
Il tono delle sue parole rimane comunque identico: “Un consolidamento di questa portata sarebbe catastrofico per un settore fondato sulla libertà di espressione, per i creativi che lo alimentano e per i consumatori che dipendono da un ecosistema mediatico libero e indipendente per comprendere il mondo. Significherebbe meno posti di lavoro, meno opportunità di vendere opere, meno rischi creativi, meno fonti di informazione e molta meno diversità nelle storie che gli americani ascoltano”.
La star di A piedi nudi nel parco ha aggiunto: “Per attori, sceneggiatori, registi, montatori, designer, animatori e troupe già in lotta per il lavoro, l’accorpamento ridurrà la domanda complessiva delle loro competenze. E quando solo una manciata di mega-aziende controlla l’intero processo, acquisiscono il potere di schiacciare ogni corporazione – SAG-AFTRA, WGA, PGA, DGA, IATSE, tutte – rendendo più difficile per i lavoratori contrattare, più difficile difendersi e più difficile guadagnarsi da vivere”.
Poi ha chiosato: “E per quanto pericolose possano essere le ricadute economiche, non è questo che mi spaventa di più. Ciò che mi terrorizza – e dovrebbe terrorizzare chiunque abbia a cuore una società libera – è il modo in cui questa amministrazione ha utilizzato le fusioni previste come strumenti di pressione politica e censura”. Fonda cita altre recenti fusioni nell’industria dell’intrattenimento come “fenomeno che abbiamo già visto all’opera” come quello accaduto tra Skydance-Paramount.
L’accordo tra Warner Bros Discovery e Netflix vale 82,7 miliardi di dollari e ha comunque lunghi tempi – 12/18 mesi – per concludersi nei dettagli e nella definitiva archiviazione. La voce critica della Fonda si aggiunge a quella recente di James Cameron e a quella, curiosa, di un gruppo anonimo di importanti registi di Hollywood che ha inviato una lettera aperta a deputati repubblicani e democratici del Congresso USA. Nella lettera questi grossi nomi di Hollywood sostengono che Netflix distruggerà il mercato cinematografico aumentando o eliminando il periodo di programmazione in sala dei film Warner prima di finire sulla piattaforma streaming. Il team anonimo di star della macchina da presa ha definito in maniera inequivocabile la vittoria di Netflix come un “cappio attorno al mercato cinematografico”.
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