Neonata di 16 giorni ustionata in spiaggia, uno specializzando e due rugbisti la soccorrono: “Non si vedevano gli occhi, i genitori erano impauriti”
- Postato il 14 agosto 2025
- Sport News
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Ho fatto un giuramento, ovvero quello di curare le persone e tutelare gli indifesi. La situazione non era facile, ho dovuto pensare nel giro di 30 secondi, chiamare e coordinare i soccorsi e le forze dell’ordine che, forse, erano l’unica speranza di far ragionare la madre della bambina”. A parlare è Pierpaolo Serena, specializzando in medicina sportiva all’Università di Padova e medico sociale della squadra di rugby Omar Villorba (Treviso), che insieme ai due rugbisti Dennis Silva e Alvise Bavaresco, ha aiutato a salvare una neonata di 16 giorni ustionata dopo una segnalazione di due bagnanti.
I fatti sono accaduti sulla spiaggia di Cortellazzo, a Venezia. A spiegare tutto al Corriere della Sera è stato proprio Serena, che ha raccontato: “Sabato 9 agosto ero vicino alla torretta 26b della spiaggia di Cortellazzo insieme al mio amico rugbista Alvise, che presta servizio come bagnino. Verso le 17,30 due donne si sono avvicinate e hanno parlato di una bambina che sembrava ustionata e che avevano sentito piangere più volte. Io e Alvise siamo subito andati a vedere, non ci abbiamo pensato un attimo”.
Non appena sono arrivati, la bimba era all’ombra con i genitori, ma completamente ustionata. “Avrà avuto 15/16 giorni e aveva un’ustione estesa a petto, viso e torace. I suoi occhi non si vedevano perché aveva un edema palpebrale grave. Non aveva bolle, quindi l’ustione poteva essere di primo grado, ma da quello che ho visto se avesse passato un’altra notte in quelle condizioni sarebbe potuta morire“.
Serena ha poi spiegato che i genitori – una coppia dell’Est Europa – non parlavano inglese ed erano impauriti, al punto che la mamma a un certo punto ha portato via la bambina e si è allontanata dalla spiaggia. “Alvise è rimasto insieme al padre della piccola. Dennis, l’unico che non era stato visto dalla madre, l’ha inseguita a piedi scalzi fino al campeggio (ha camminato per quasi un chilometro ed era pure il giorno del suo compleanno)”. La donna era andata nella sua tenda e lì sono poi arrivati agenti e soccorritori, che “hanno fatto un lavoro eccezionale. Hanno fatto uscire la donna dalla tenda e hanno medicato la bambina, per poi trasportarla prima all’ospedale di San Donà e poi in quello di Padova”. Il medico della squadra di rugby menzionata ha però voluto sottolineare come tutto sia finito nel migliore dei modi grazie alla collaborazione di tutti i presenti in spiaggia. “Si dice spesso che nella nostra società dilaghi l’indifferenza, ma posso assicurare che in quella spiaggia tutti hanno collaborato”.
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