Nel carcere di Pontedecimo il progetto “Per Aspera ad Astra”: il teatro come mezzo di reinserimento

  • Postato il 9 dicembre 2025
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carcere pontedecimo

Genova. Arriva anche a Genova Per Aspera ad Astra, il progetto nazionale promosso da Acri (Associazione delle Fondazioni e delle Casse di Risparmio Italiane) che utilizza il linguaggio del teatro come strumento di formazione professionale e reinserimento sociale per le persone detenute. A Genova arriva grazie a Fondazione Carige e Teatro Nazionale di Genova, in collaborazione con il carcere femminile di Pontedecimo

Il progetto genovese è l’unico a livello italiano che coinvolge un carcere femminile, ed è anche l’unico che può contare sulla collaborazione di un teatro nazionale. Il programma, nato nel 2018 e attivo in 17 istituti penitenziari italiani, ha già coinvolto oltre mille detenuti in percorsi formativi dedicati ai mestieri del teatro. La solidità del progetto è stata riconosciuta anche dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, con cui Acri ha firmato nel 2021 un protocollo d’intesa per rafforzarne l’impatto.

A Genova il progetto prende forma come detto a Pontedecimo, dove sono partiti corsi strutturati di recitazione, scenografia, sartoria teatrale, tecniche di palcoscenico e lavoro tecnico, guidati da un team di professionisti del Teatro Nazionale di Genova.

“La cultura è un motore di inclusione e dignità, soprattutto nei luoghi più fragili”, ha detto il presidente di Fondazione Carige Lorenzo Cuocolo, sottolineando il valore del teatro come occasione concreta di riscatto e formazione. Un concetto ribadito anche dal consigliere d’indirizzo Maurizio Barabino: “Portare il teatro a Pontedecimo significa offrire alle donne detenute un percorso professionale qualificato: è un investimento umano prima ancora che culturale”.

Il progetto genovese, ideato da Elena Dragonetti, avrà come esito finale lo spettacolo Alice Underground, previsto per marzo 2026 e interpretato da 18 detenute. Una reinterpretazione di Alice nel Paese delle Meraviglie che mette al centro temi come la caduta, la trasformazione, lo spaesamento e la riscoperta di sé.

Per la direttrice della Casa Circondariale, Paola Penco, si tratta di “un’opportunità professionalizzante concreta. Attraverso la formazione nelle arti attoriali e nelle maestranze del teatro, dalla sartoria alla scenografia, offriamo alle donne detenute non solo un linguaggio nuovo, ma soprattutto competenze tecniche qualificanti per un vero reinserimento sociale e lavorativo al termine della pena”.

“Il teatro pubblico – giunge il direttore del TNG Davide Livermore – deve arrivare ovunque. “Abbiamo voluto e ideato il claim della stagione 2025/26 ‘Il teatro è tuo’ perché crediamo fermamente nella funzione sociale del teatro pubblico, ovvero accogliere e rendere il nostro messaggio d’arte tangibile per includere e sconfinare, arrivando a tutti e tutte. Un tentativo di abbracciare la comunità e estendere quel messaggio anche a chi non può arrivare nei luoghi canonici del teatro”.

Autore
Genova24

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