‘Ndrangheta, il pentito: «Cambi di residenza fittizi da Isola per eleggere il sindaco di Verona»
- Postato il 7 novembre 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 2 Visualizzazioni
Il Quotidiano del Sud
‘Ndrangheta, il pentito: «Cambi di residenza fittizi da Isola per eleggere il sindaco di Verona»

Il pentito Mercurio svela gli affari dei clan di Isola Capo Rizzuto a Verona, appalti in cambio di voti e residenza trasferita per le elezioni
CROTONE – Dall’appoggio elettorale all’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, grazie anche a cambi di residenza fittizi di un centinaio di operai provenienti da Isola Capo Rizzuto, ai tentacoli della ‘ndrangheta sugli appalti del Comune della città veneta. Sono alcuni dei temi su cui spaziano le rivelazioni del pentito Domenico Mercurio, versate dal pm Antimafia Pasquale Mandolfino nel fascicolo del maxi processo Glicine-Acheronte in corso a Crotone. Un voluminoso fascicolo che continua ad ingrossarsi. Nel corso dell’ultima udienza, la Dda di Catanzaro ha prodotto le dichiarazioni di ben 25 collaboratori di giustizia.
GLI AFFARI
In particolare, il contributo di Mercurio, ex “fatturista” della cosca isolitana degli Arena, è ritenuto utile dagli inquirenti perché sa molto su uno degli imputati, l’imprenditore Mauro Prospero, di Peschiera del Garda, nel Veronese. Uno a quanto pare in affari con i clan del Crotonese. La Prefettura di Mantova ha emesso, nei suoi confronti, ben cinque interdittive antimafia nei mesi scorsi. Dall’inchiesta Glicine-Acheronte viene fuori che Mario Megna, nipote del boss di Papanice Domenico Megna, intendeva acquisire, con l’appoggio di Prospero, un albergo nei pressi di Gardaland. Ma Prospero era in rapporti anche con la famiglia Giardino di Isola Capo Rizzuto, cellula al Nord delle cosche Arena-Nicoscia di Isola. Una famiglia in grado di costituire un “locale” di ‘ndrangheta a Verona, come riconosciuto anche dalla Corte di Cassazione nel processo Isola Scaligera.
IL RICICLAGGIO
Mercurio, però, non è stato sentito soltanto dalla Dda di Venezia. Nel 2021 il procuratore Domenico Guarascio, allora in forza alla Dda di Catanzaro, lo incalzava sui suoi rapporti con la famiglia Prospero. Ed è venuto fuori uno spaccato inquietante, fatto di intrecci con politici e imprenditori veronesi. Il verbale è ora discoverato. «In pratica – spiega Mercurio al pm – io acquistavo il denaro della famiglia Giardino e non solo. Era la provvista per approntare falsi documenti contabili. Prospero è socio con i Giardino. Affida lavori alle famiglie Giardino e Frustaglia, imparentate, e lucra sulle fatture per i lavori di subappalto». I Giardino, sostiene Mercurio, gli vendevano denaro per 150mila euro al mese. Denaro, a suo dire, proveniente da appalti ferroviari che grazie all’appoggio di Pasquale Arena, esponente di vertice della famiglia di ‘ndrangheta, i Giardino riuscivano ad ottenere.
LA POLITICA
A Verona grossi imprenditori come Prospero si avvalgono a loro volta dei Giardino e del gruppo degli isolitani «anche per acquisire commesse pubbliche». Da qui l’interesse di Mercurio e dei Giardino per la politica. «Abbiamo fatto eleggere – svela la gola profonda – soggetti con deleghe per l’edilizia, che potevano indirizzare gli appalti». Il collaboratore di giustizia racconta di aver costituito nel 2021 un’associazione denominata Res proprio al fine di fare proselitismo elettorale a sostegno di Tosi, poi eletto sindaco.
L’ACCORDO
Uno dei componenti dell’associazione era il crotonese Elio Nicito. «Un politico di Verona che attualmente ricopre un grosso incarico all’Interporto». Così Mercurio definisce Nicito. Il pentito ricorda anche che Nicito «sponsorizzava» un avvocato che disponeva un pacchetto di 300 voti e successivamente sarebbe divenuto presidente di una multiservizi veronese. C’era anche lui all’incontro con Nicito, Mercurio e l’allora candidato Tosi che, sempre a dire del pentito, «acconsentì» all’accordo proposto da Nicito. Questi avrebbe detto a Tosi che i “calabresi” lo avrebbero sostenuto in cambio di un incarico con delega all’edilizia o altra carica con portafogli. «Raccogliemmo i voti per Tosi», svela ancora il pentito.
CAMBI DI RESIDENZE
«Personalmente – precisa Mercurio – ho fatto votare, insieme a Nicito, tutti gli operai di Isola presenti a Verona che lavoravano per le mie società. Un centinaio di calabresi, che non erano a Verona ma nelle zone limitrofe, li abbiamo fatti risultare residenti a Verona». Come? «Aiutandoli a trasferire la residenza fittiziamente per farli votare per Tosi». I ricordi di Mercurio sono nitidi. «Il giorno delle elezioni avevamo organizzato un dispositivo di sette, otto macchine, che andava casa per casa dai votanti di cui diffidavamo per accompagnarli direttamente al seggio». Un impegno massiccio, sempre a dire del pentito. «I calabresi che votavano avevano convenienza perché lavoravano con noi».
LEGGI ANCHE: ESCLUSIVO / ‘Ndrangheta, un avvocato e un broker collaborano: il Veneto colluso trema – Il Quotidiano del Sud
IL MECCANISMO
I Giardino, a dire di Mercurio, sostennero la candidatura di Marco Giorlo che divenne assessore. «Grossi imprenditori come Prospero fruivano dei politici fatti eleggere dal nostro gruppo. Gli appalti venivano assegnati direttamente a loro. Con le nostre aziende non potevamo risultare direttamente aggiudicatari». Il meccanismo prevedeva affidamenti in subappalto alle imprese di riferimento dei clan che lucravano grazie a fatturazioni per operazioni inesistenti. Gli appalti erano aggiudicati direttamente a ditte del Veronese «per non mettere in imbarazzo i politici eletti da noi».
NUOVO PARTITO
Un fiume in piena, il collaboratore di giustizia Mercurio. «Con questo meccanismo – aggiunge – abbiamo sostenuto Tosi anche a livello nazionale quando costituì il Partito del Fare. Noi calabresi organizzammo al Palasport di Mantova la presentazione del nuovo partito. Organizzammo diversi pullman di calabresi. All’organizzazione partecipò Pasquale Riillo, imputato nel processo Aemilia». Il partito di Tosi, secondo quanto svelato da Nicito a Mercurio, puntava a espandersi anche in Calabria. In questo contesto si sarebbe organizzata una convention a Crotone. Sarebbe stato sempre Nicito a raccontare a Mercurio di un incontro a cui avrebbe dovuto partecipare anche «l’imprenditore Vrenna, quello che possiede la squadra di calcio del Crotone». Il riferimento sarebbe all’ex patron rossoblù Raffaele Vrenna, fratello di Gianni, attuale presidente.
IL RETROSCENA
«L’idea – racconta ancora Mercurio – era quella di far partecipare imprenditori di Crotone, come Vrenna, ad appalti e commesse del Comune di Verona». Lo scenario descritto da Mercurio è quello di «un accordo politico e imprenditoriale ad ampio raggio». All’incontro avrebbe partecipato, sempre secondo la fonte di Mercurio, anche l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Gianluca Bruno, la cui consiliatura terminò con lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. C’è un aspetto che però sfugge ai racconti di Mercurio. I partecipanti all’incontro di Crotone furono monitorati dalla Dda di Catanzaro. I carabinieri che pedinavano Tosi annotarono anche un suo incontro con un magistrato negli uffici della Procura del capoluogo regionale.
Il Quotidiano del Sud.
‘Ndrangheta, il pentito: «Cambi di residenza fittizi da Isola per eleggere il sindaco di Verona»