‘Ndrangheta a Brescello, il nipote del boss Grande Aracri tra i nove che patteggiano
- Postato il 11 marzo 2025
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‘Ndrangheta a Brescello, il nipote del boss Grande Aracri tra i nove che patteggiano
In nove patteggiano la pena nel processo sulla cosca Grande Aracri a Brescello. Presto la decisione sui due ex sindaci
CUTRO – C’è anche Salvatore Grande Aracri, nipote del boss di Cutro Nicolino Grande Aracri, fra i nove che hanno patteggiato la pena nel procedimento in cui sono imputati anche due ex sindaci di Brescello, Giuseppe Vezzani (in carica dal 2009 al 2014) e Marcello Coffrini (dal 2014 al 2016), accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. I patteggiamenti, da nove mesi a un anno e mezzo di reclusione, si sono celebrati dinanzi alla gup di Bologna Roberta Malavasi. Il rampollo della cosca cutrese, figlio di Francesco Grande Aracri, boss di Brescello, ha patteggiato 1 anno e mezzo. Gli altri che hanno patteggiato sono Claudio Bologna, Albino e Giuseppe Caruso, Paolo Pucci, Devid Sassi, Pascal Varano, Mauro Usuardi e Leonardo Villirillo, quest’ultimo commercialista di origini cutresi che compare spesso nelle inchieste sulla cosca cutrese. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Mara Campagnolo, Liborio Cataliotti, Carmine Curatolo, Filippo Giunchedi, Mario L’Insalata, Valeria Miari, Mario Nigro, Giuseppe Migale Ranieri, Valerio Vianello Accoretti e altri.
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RICICLAGGIO A MALTA
Salvatore Grande Aracri e altri, in particolare, erano accusati di riciclaggio mediante il trasferimento di denaro alla società italo-maltese Maloa, impegnata nel commercio di prodotti petroliferi. I referenti della società avrebbero compiuto ingenti truffe per i diritti di accise non versati. Una serie di passaggi di denaro avrebbero avuto la finalità di ostacolare l’identificazione della provenienza illecita.
TENTACOLI SUL COMUNE
Prevista il prossimo 20 marzo la decisione nei confronti dei due esponenti Pd, già ritenuti responsabili dello scioglimento (il primo in Emilia) per infiltrazioni mafiose del Comune e ora accusati di aver favorito il clan non adottando iniziative di contrasto a fronte di abusi edilizi accertati e occupazioni demaniali. Ma anche consentendo l’affidamento di lavori pubblici a ditte del clan e appoggiando pratiche amministrative in favore degli affiliati o di personaggi loro contigui. Per loro la pm della Dda di Bologna Beatrice Ronchi chiede il rinvio a giudizio.
RITO ABREVIATO
L’altra nipote del boss, Rosita Grande Aracri, sorella di Salvatore, è l’unica ad aver scelto il rito abbreviato. È imputata di associazione mafiosa poiché avrebbe partecipato alle riunioni della consorteria svolgendo il ruolo di portavoce del padre Francesco e ne avrebbe eseguito le direttive esercitando per un decennio il ruolo di prestanome nella titolarità della Eurogrande.
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