Navigare il mondo a impatto zero: la crociera più lunga e sostenibile
- Postato il 31 agosto 2025
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- Di SiViaggia.it
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Il futuro del turismo marittimo sembra puntare verso una svolta radicale: viaggiare senza lasciare tracce sul clima. A muovere questo passo in avanti è Havila Voyages, compagnia norvegese che ha annunciato l’intenzione di sperimentare già dall’autunno quella che potrebbe essere la crociera a impatto zero più lunga mai realizzata.
Il progetto, frutto della collaborazione con HAV Group, prevede un itinerario di 12 giorni lungo la storica rotta costiera che collega Bergen a Kirkenes, per un totale di 9.260 chilometri.
La scelta di investire in soluzioni innovative non è casuale: la domanda di viaggi più rispettosi dell’ambiente cresce con rapidità, così come la pressione sull’industria crocieristica, spesso accusata di essere tra le più inquinanti del settore dei trasporti.
Biogas e batterie: la combinazione vincente
Il cuore della sperimentazione è la combinazione di biogas e batterie di grande capacità. Secondo quanto dichiarato dall’amministratore delegato Bent Martini, l’azienda sta lavorando con i fornitori per garantire che i serbatoi della nave vengano riempiti completamente di biogas, un combustibile rinnovabile prodotto dai rifiuti organici. Questo, insieme ai pacchi batteria già presenti a bordo, permetterebbe di affrontare l’intero percorso senza emissioni dirette di gas serra.
Al momento, le navi di Havila riescono a navigare per circa quattro ore consecutive solo grazie all’alimentazione elettrica. L’obiettivo del test è dimostrare che la neutralità climatica può essere raggiunta anche su tratte lunghe e complesse.
La compagnia punta a trasformare l’intero itinerario Bergen–Kirkenes–Bergen in un viaggio a emissioni zero entro il 2030, fissando così una nuova pietra miliare per il settore.
Cosa significa davvero “emissioni zero”
Parlare di crociere a impatto zero richiede una precisazione. La neutralità climatica si ottiene quando le emissioni generate vengono compensate o bilanciate con azioni equivalenti, come progetti di assorbimento della CO₂. Tuttavia, Havila intende andare oltre: l’obiettivo non è compensare, ma eliminare del tutto le emissioni durante la navigazione.
Il biogas, in quanto derivato da materiale organico, rappresenta una fonte energetica che non aggiunge nuova CO₂ in atmosfera, mentre le batterie consentono di immagazzinare energia pulita da utilizzare nei tratti più sensibili dal punto di vista ambientale. una simile strategia, se portata a termine con successo, permetterebbe di ridurre drasticamente l’impatto ambientale delle crociere, offrendo un modello replicabile anche in altri contesti marittimi.
Un settore sotto pressione
Negli ultimi anni, le compagnie di navigazione sono finite nel mirino di governi e associazioni ambientaliste a causa dell’alto livello di emissioni. Secondo l’International Council on Clean Transportation, una nave da crociera emette in media circa 250 grammi di anidride carbonica per passeggero-chilometro, un valore nettamente superiore a quello di un volo a lungo raggio (80 grammi), di un treno nazionale (41 grammi) o di un traghetto (19 grammi).
Tali numeri hanno alimentato il dibattito pubblico e spinto il settore a cercare soluzioni più sostenibili, non solo per rispondere alle critiche, ma anche per mantenere la propria competitività in un mercato in cui i viaggiatori sono sempre più attenti alla sostenibilità delle loro scelte.
Non a caso, Havila non è l’unica compagnia a investire nella decarbonizzazione. La storica rivale Hurtigruten ha annunciato il varo di una nave a zero emissioni entro il 2030, equipaggiata con un pacco batterie da 60 megawatt. In parallelo, il colosso Viking sta collaborando con i cantieri italiani Fincantieri per costruire la Viking Libra, la prima nave da crociera alimentata a idrogeno, che dovrebbe essere consegnata già l’anno prossimo.
La sfida delle normative e degli investimenti
Secondo Martini, la tecnologia per una navigazione a impatto zero è già disponibile. Il vero ostacolo, però, riguarda la volontà politica e la capacità delle aziende di sostenere gli investimenti necessari. Da qui l’appello alle autorità norvegesi per introdurre regolamentazioni più severe che spingano l’intero settore ad accelerare la transizione.
L’idea è che la rotta costiera Bergen–Kirkenes possa diventare un laboratorio a cielo aperto per la navigazione sostenibile, un esempio da seguire per altre nazioni e settori industriali. “Le opportunità esistono” ha affermato Martini” ma serve la volontà di trasformarle in realtà”.